SerieTV ScreenWEEK Originals The Doc(Manhattan) is in
Abbiamo già parlato in questa rubrica di Gerry e Sylvia Anderson, produttori inglesi a lungo coppia sul lavoro e nella vita, artefici di serie stracult come Spazio 1999 e UFO. Come tutti sanno, il successo degli Anderson era nato però con le loro serie in “Supermarionation”, prodotti televisivi realizzati con le marionette. Un genere in cui Gerry Anderson si era ritrovato coinvolto suo malgrado alla fine degli anni 50 (in un primo momento insieme al socio Arthur Provis): voleva fare altro e per una serie di eventi era finito a confezionare programmi per ragazzi. Un genere che, nel decennio successivo, proprio con Thunderbirds avrebbe portato a vette mai raggiunte, facendo la storia della TV e influenzando a catena altre produzione in tutto il pianeta. Comprese le serie live action e anime giapponesi, o i videogiochi: da Neon Genesis Evangelion a un noto videogame del papà di Super Mario…
Tanto l’idea di base quanto il nome di Thunderbirds traggono ispirazione dalla realtà. Siamo alla fine del ’63 e Gerry Anderson ha già sfornato altre sei serie con le marionette: gli show per bambini The Adventures of Twizzle (1957) e Torchy the Battery Boy (1958), il western Four Feather Falls (1960), Supercar (1961), Fireball XL5 (1962) e Stingray (1964). Nel ’60 ha sposato in seconde nozze la sua ex segretaria Sylvia Thamm, che diventa un’importante anima creativa nella sua società, la APF. A ispirare la nuova serie, che Anderson vuole abbia un taglio tale da renderla avvincente tanto per i ragazzi quanto per un pubblico più adulto, è un drammatico evento avvenuto nell’allora Germania Ovest.
Il 24 ottobre del 1963, un incidente in una miniera di Lengede intrappolò in un pozzo un centinaio di minatori, alcuni dei quali vennero tratti in salvo solo diversi giorni dopo. I tempi lunghi e la grande mobilitazione necessari per il salvataggio ispirarono ad Anderson l’idea di una squadra di pronto intervento internazionale: la International Rescue (IR), appunto, l’organizzazione segreta di Thunderbirds. Quanto al nome, viene dritto dalla Seconda Guerra Mondiale: il Thunderbird Field era un aeroporto militare in Arizona in cui ha prestato servizio durante il conflitto Lionel, fratello di Gerry e sergente della RAF.
Ambientato un secolo nel futuro, Thunderbirds racconta la storia di un ex astronauta americano rimasto vedovo, Jeff Tracy, e dei suoi cinque figli: Scott, John, Virgil, Gordon e Alan. Grazie alla International Rescue, i Tracy – di stanza in una mega villa su un’isola del Pacifico – salvano vite in tutto il mondo, sfruttando le incredibili tecnologie e la supervelocità delle macchine Thunderbird. Sono cinque, una per figlio, e contrassegnate per praticità da un numero progressivo: dall’aereo a reazione Thunderbird 1 alla stazione spaziale Thunderbird 5, passando per un velivolo da trasporto, una navetta spaziale e un sommergibile. C’è tanto della corsa allo spazio, sì, e non è un caso, visto che sono gli anni Sessanta. I nomi dei figli di Tracy sono del resto un omaggio ad altrettanti astronauti reali del gruppo Mercury Seven della NASA: Scott Carpenter, John Glenn, Virgil “Gus” Grissom, Gordon Cooper e Alan Shepard.
Per la complessità incredibile del lavoro, dalla realizzazione dei modellini al movimento delle marionette, il team è di oltre 100 persone. La pre-produzione lunghissima, il lavoro sfiancante, gli effetti speciali curati da Derek Meddings (in seguito al lavoro, tra tanti altri progetti, anche sul Superman di Donner) molto costosi. Il budget lievita presto a 38mila sterline a puntata, equivalenti, tenuto conto dell’inflazione, a oltre 700mila euro di oggi. La sola FAB-1, l’auto a sei ruote rosa (nome e colore vennero scelti da Sylvia) costò 2.500 sterline dell’epoca. Nessuno nel Regno Unito, nel 1964, utilizza inoltre più pellicola a colori di quanta ne serva alla APF per girare questa sua nuova serie, parte di un nuovo modo di realizzare gli show con marionette, battezzato con orgoglio dagli Anderson “Supermarionation”.
Il primo episodio di Thunderbirds va in onda sul network di emittenti britanniche Independent Television (ITV) a partire dal 30 settembre del 1965. In Italia la serie debutta dieci anni dopo (sulla RAI dal 1975), per poi venir riproposta dalle TV private, ricevendo un secondo doppiaggio in Mediaset nel ’93. Alla prima stagione da 26 episodi da 50 minuti l’uno fa seguito nel ’66 un secondo lotto di puntate, che però ha vita brevissima.
Lew Grade, il produttore che si occupa di trovare i soldi per le produzioni degli Anderson e che convincerà i due coniugi a creare la serie UFO, sta cercando di vendere da tempo i diritti di Thunderbirds negli USA. Ma quando i tre grandi network interessati (ABC, NBC e CBS) si sganciano, stanchi del gioco al rialzo di Grade, quest’ultimo si ritrova senza fondi. La seconda stagione di Thunderbirds si chiude così dopo solo sei puntate. Grade chiede agli Anderson di inventarsi qualcos’altro, una serie più adatta ai gusti del pubblico USA. Ne nascerà Captain Scarlet and the Mysterons (1967).
Per tutti gli anni 70, le repliche di Thunderbirds trasformano la serie della famiglia Tracy in un cult incredibile, nel Regno Unito e non solo. Un culto alimentato dai due film per il grande schermo Thunderbirds Are Go (1966) e Thunderbird 6 (1968), da alcune pellicole di montaggio per il mercato VHS di inizio anni Ottanta, e da un’infinità di prodotti su licenza. In Giappone la serie viene trasmessa dalla NHK e ottiene un successo mostruoso. Non solo genera una lunga tradizione di modellini in scala dei veicoli Thunderbirds, ma influenza tantissime produzioni televisive successive. Se negli anime e nelle serie live action con gli eroi in costume (tokusatsu) spopolano negli anni 70 le basi con veicoli adatti a ogni situazione, e talora componibili, è proprio per il fascino che Thunderbirds ha esercitato sul pubblico del Sol Levante. E su una nuova generazione di autori.
Il filo doppio che lega Thunderbirds al Giappone verrà rafforzato nel corso degli anni non solo da seguiti anime come Thunderbirds 2086 (1982), ma da altre opere di culto dichiaratamente debitrici della serie principe dell’epopea Supermarionation. Se al di là dell’Atlantico il mito di Thunderbirds genererà opere come il film remake con attori dal vivo del 2004 (il Thunderbirds di Jonathan Frakes) o Team America: World Police di Trey Parker e Matt Stone, i creatori di South Park (“In Supercrappymation!”), in Giappone ispira nel ’93 la creazione del videogioco Nintendo Star Fox, creato dal padre di Super Mario e Zelda, Shigeru Miyamoto. O, per tantissimi aspetti, Neon Genesis Evangelion di Hideaki Anno. Fan dichiarato del lavoro degli Anderson, Anno omaggia Thunderbirds, UFO e altre loro creazioni in così tanti modi diversi in Evangelion che su YouTube ci sono interi video sull’argomento…