Nella nostra recensione, abbiamo descritto Tyler Rake come un action “nato all’ombra di The Raid”, all’interno del “filone degli stuntman-diventati-registi”. Un film che, insomma, si inserisce all’interno di una rinascita del cinema d’azione americano che guarda all’estremo oriente, ma allo stesso tempo a John Wick e tutti i suoi figliocci. Ci sono però altre fonti di ispirazione nascoste qua e là nel film di Sam Hargrave. Perciò abbiamo pensato di andarle a sviscerare, in una lista che include anche film “affini” usciti negli ultimi anni. Tutti rigorosamente reperibili in streaming. Se avete amato Tyler Rake e necessitate di spunti per ammazzare il tempo in quest’ultima fase del lockdown, ecco dieci action da recuperare assolutamente…
Imprescindibile. Il film che ha fatto conoscere al mondo il talento del gallese Gareth Evans. Trasferitosi in Indonesia per girare un documentario sull’arte marziale penkac silat, fece amicizia con l’attore e artista marziale Iko Uwais. Il resto è storia. La frase di lancio “1 minute of romance, 100 minutes of non-stop carnage” è perfetta nel presentare The Raid per quello che è: una continua scena d’azione che, dal momento in cui Rama (Uwais) e i suoi compagni di S.W.A.T. entrano nel palazzo infestato di sgherri di un boss della mala, non si ferma mai fino a che l’eroe non raggiunge l’ultimo piano. La trama prende spunto dai videogame, ma è davvero la cosa meno importante in un film che lascia parlare le scene d’azione e i corpo a corpo, filmati con una precisione micidiale. Oltre a lanciare Uwais, il film fu la vetrina perfetta per il talento del suo avversario Yayan Ruhian.
Va da sé che è imperdibile anche il sequel, per quanto la gioia della scoperta si sia inevitabilmente dissipata. Evans sa che non può riutilizzare la stessa formula e così pensa in grande e si lascia trasportare dalle ambizioni. The Raid 2 è un più “canonico” action su uno sbirro infiltrato nella malavita (sempre Rama, ovviamente). Questo sulla carta. Visivamente, invece, è un fiume in piena di invenzioni e sequenze iconiche, come una gigantesca battaglia nel fango e un inseguimento in auto dove i partecipanti riescono comunque a prendersi a cazzotti tra un’auto e l’altra. Monumentale.
C’è Joe Taslim, uno dei protagonisti di The Raid, qui eletto a eroe numero uno. Ma c’è anche Iko Uwais, nel ruolo del cattivo stavolta. Alla regia c’è invece Timo Tjahjanto, regista che viene dall’horror e con Evans ha diretto un bellissimo segmento di V/H/S/2. Il risultato è un film che, forte della lezione di The Raid, alza il volume a 11 e fonde l’action con la violenza paradossale dei film dell’orrore. Anche qui invenzioni visive continue, chiarezza narrativa e voglia di non staccare mai il piede dall’acceleratore.
Il film che ha ridato una credibile carriera da action star a Keanu Reeves e lanciato quelle dei registi Chad Stahelski e David Leitch, entrambi ex stuntman e stunt coordinator ai massimi livelli, entrambi esordienti alla regia. John Wick ha anche il merito di creare una sorta di universo parallelo in cui i killer professionisti vivono secondo un set di regole precise e si muovono in un sottobosco organizzato come un mondo a parte, con la sua valuta e i suoi luoghi di aggregazione. Un’intuizione che sarebbe stata meglio esplorata nei capitoli successivi: qui bastano la furia della vendetta del protagonista e il suo gun-fu.
Sì, abbiamo saltato il secondo capitolo (lo potete trovare su Netflix, se vi interessa). Ma c’è una ragione: John Wick 3 è il compimento di una maturazione impressionante da parte di Chad Stahelski. Il film inizia subito dopo il secondo (che dunque è utile per capire cosa stia accadendo), con un primo atto da urlo in cui John è braccato per tutta New York da squadre di killer che vogliono intascare i soldi della sua taglia. La lezione di The Raid è stata introiettata per bene (non a caso c’è anche Yayan Ruhian nel cast) e stavolta le arti marziali hanno nettamente la meglio sui proiettili sparati. Praticamente l’equivalente action dello sbarco in Normandia di Salvate il soldato Ryan. Come in quel caso, il resto di John Wick 3 non raggiunge quelle vette, ma comunque tiene botta ed è un’esperienza davvero soddisfacente.
Dopo aver dato una mano a Chad Stahelski in John Wick, David Leitch esordisce da solista con Atomica bionda. Alle spalle c’è un fumetto (The Coldest City di Antony Johnston e Sam Hart), ma a Leitch interessa più che altro alzare la posta in gioco rispetto a John Wick (lo sceneggiatore è lo stesso, Kurt Johnstad), gonfiandone l’estetica neon fino all’eccesso. E piazzando al centro una protagonista tanto affascinante quanto letale, la stessa Charlize Theron che aveva già dimostrato il suo carisma da action star qualche anno prima, in Mad Max: Fury Road. Piatto forte del film un (finto) piano sequenza, ambientato sulla tromba delle scale di un palazzone di Berlino Est, in cui, un po’ all’opposto di The Raid, l’agente Lorraine Broughton è costretta a farsi strada tra decine di sgherri per arrivare al piano terra.
Torniamo un po’ indietro nel tempo fino a questo classico di Tony Scott. Perché lo citiamo? Perché la trama è molto simile a quella di Tyler Rake: mercenario dal cuore d’oro farà di tutto pur di salvare la figlia di un potente uomo d’affari di Città del Messico, rapita sotto i suoi occhi. I protagonisti sono Denzel Washington e una giovanissima Dakota Fanning. Man on Fire è un po’ invecchiato per via dello stile adottato all’epoca da Scott, tendente troppo spesso al videoclip. Eppure funziona ancora.
Altro film che può essere paragonato per certi aspetti a Tyler Rake, diretto dall’altro Scott, Ridley. Black Hawk Down è un film di guerra che ricostruisce, in maniera molto romanzata, un episodio storico: la lotta di un gruppo di militari delle forze speciali americane bloccati a Mogadiscio, in piena guerra civile somala, dopo l’abbattimento di due dei loro elicotteri. Il cast corale ha dell’incredibile e include Josh Hartnett, Ewan McGregor, Tom Sizemore, Hugh Dancy, Tom Hardy, Orlando Bloom, Sam Shepard, Eric Bana e persino un Nikolaj Coster-Waldau pre Game of Thrones.
Torniamo a tempi più recenti con questo esperimento interpretato da Dave Bautista e Brittany Snow. Una nuova guerra civile è scoppiata in America, e le forze sudiste hanno attaccato il nord. A New York, e in particolare nell’area di Brooklyn nota come Bushwick, la giovane Lucy incontra il veterano Stupe. Insieme, formeranno un’improbabile squadra per uscire vivi dall’assedio. Bushwick, diretto da Jonathan Milott e Cary Murnion, è girato come se fosse un unico piano sequenza, nella vena di Birdman.
Concludiamo con questo ottimo film di J.C. Chandor, in cui un gruppo di soldati delle forze speciali, dopo aver rapinato un signore della droga in Colombia, devono lottare per trovare una via di fuga ed “estrarre” se stessi da una situazione ad alto rischio. Scritto da Mark Boal (The Hurt Locker, Zero Dark Thirty), Triple Frontier è quel genere di film che sembra finire a metà della sua durata, solo per cambiare totalmente strada e sorprendere fino in fondo. Il cast include Ben Affleck, Oscar Isaac, Pedro Pascal e Charlie Hunnam.