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7 cose che forse non sapevate su Coccinella

Pubblicato il 20 aprile 2020 di DocManhattan

“Occhi neri come caffè, bocca che più grande non c’è, alta mezzo metro e non più, Coccinella sei tenera tuuuu…”. Sette curiosità sull’anime di Coccinella, storia di una bambina orfana con sei fratelli, una banda di animali al seguito e l’irrefrenabile tendenza a stampare i suoi enormi zoccoli tradizionali giapponesi (geta) in faccia a qualcuno. Tenerissima, guarda…

1. LA CANZONE DELLA COCCINELLA

Tentōmushi no Uta, cioè “La canzone della coccinella”, è un anime della Tatsunoko andato in onda in Giappone tra il 6 ottobre del 1974 e il 26 settembre del 1976, per un totale di 104 episodi. Ogni domenica alle 18, su Fuji TV e su una serie di emittenti satellite. In Italia arriva nei primi anni 80, sulle TV locali, come Coccinella. Ne vengono però mandati in onda solo 101 episodi. Negli anni successivi, Coccinella viene trasmesso su Junior TV, SuperSix , Italia 7 e Telemontecarlo. La voce della protagonista e quella di Ikino, nella versione italiana, sono di Francesca Rossiello, doppiatrice anche di Anna in Gigi la trottola, Nanà, Arale, Anne in Mademoiselle Anne

2. SPORT E PISTOLERI

L’anime di Coccinella è una trasposizione televisiva del manga di Noboru Kawasaki, pubblicato tra il ’73 e il ’75 su una rivista per bambini della casa editrice Shogakukan. La Tatsunoko aveva già portato sul piccolo schermo nel ’70 un’altra opera di Kawasaki, Ugo re del judo (Inakappe taishō). Lo stesso Kawasaki ha disegnato anche altri due celebri manga, a loro volta diventati produzioni animate molto famose anche da noi: a partire dal 1966 Tommy, la stella dei Giants, su testi di Ikki Kajiwara (Rocky Joe, l’Uomo Tigre), e dal ’71 Sam, il ragazzo del West (scritto da Soōji Yamakawa). Raccolto in Giappone in quattro volumi, il manga di Coccinella è inedito in Italia.

3. LE VARIE VERSIONI DEL DRAMMA

Il presupposto di Coccinella era molto triste: la protagonista e i suoi sei fratelli sono rimasti orfani, dopo la morte dei loro genitori, e tirano avanti in un quartiere di Tokyo (Ueno) cercando di badare da soli a sé stessi, con una serie di lavoretti. Diventando così un esempio e oggetto di ammirazione per tutto il vicinato. Quando Coccinella non terrorizzava qualcuno armata di un geta da quattro chili, certo. Esistono però varie differenze tra l’anime e il manga. Nella trasposizione televisiva si è deciso ad esempio di far scivolare sullo sfondo la figura dei genitori, che appaiono solo nei ricordi dei loro figli. Nel manga di Kawasaki morivano in un incidente aereo, tra l’altro durante un viaggio in Hokkaido che i figli avevano regalato loro per l’anniversario di matrimonio, giusto per aumentare il tasso di sfiga. Nell’anime sono invece morti per il troppo lavoro, perché evidentemente alla Tatsunoko ritenevano meno drammatica come spiegazione un doppio decesso da karoshi, la morte da stress lavorativo. Sarà. Inoltre nell’anime gli animali che seguono ovunque Coccinella (due cani, un papero, un gatto e un maiale) parlano una loro strana lingua. Quel mangiariso (con osso) a tradimento di Karabe e gli altri.

4. LA FAMIGLIA DELLA SETTIMANA

Il titolo del manga e dell’anime parla di una Coccinella per via dei sette punti neri sul dorso di questi insetti: sette, come i fratelli orfani della famiglia Isshū. Lo stesso cognome di Coccinella e gli altri è un gioco di parole, perché Isshū vuol dire in giapponese “una settimana”. I sette fratelli rappresentano pertanto ognuno un giorno della settimana. I loro nomi sono stati leggermente modificati nella versione italiana, pur non aderendo alla scuola di pensiero dell’italianizzazione selvaggia che allora andava di gran moda. Hiyoko, la protagonista, è diventata Yoko, detta Coccinella; Mokusuke è diventato Mokuzake; Kintaro, il sosia di Ugo il judoka, Keintaro… Da noi, inoltre, i fratelli sono diventati di colpo quasi tutti più grandi: la sorella maggiore, Sukimi (Tsukimi), viene presentata come una sedicenne, ma in originale ha solo 11 anni. E così a scalare gli altri. Coccinella ha solo cinque anni e non va ancora a scuola: per questo la ritroviamo a bighellonare per il quartiere o in compagnia di Kuma, il guardiano dello zoo, tutto il giorno. La serie anime si conclude in bellezz… cioè no, con altra sfiga: un incendio si porta via la casa di famiglia e i fratelli, ormai i Giobbe dell’animazione giapponese, si mettono lì armati di pazienza per ricostruirla…

5. SEI FRATELLI PER COMPAGNIA, CANI E GATTI A CASA TUA

L’opening giapponese di Coccinella era cantato da Mitsuko Horie, interprete anche delle sigle originali di Candy Candy, Heidi, Vultus V, Daltanious e tanto altro. È stata anche la doppiatrice di Yaeko/Licia in Kiss Me Licia. La sigla italiana era cantata invece dai Cavalieri del Re. È l’unica sigla del gruppo a non esser stata scritta da Riccardo Zara, ma da Lucio Macchiarella e Vincenzo Gioieni. Lucio Macchiarella ha scritto i testi di un’infinità di altre sigle, da Babil Junior e Forza Sugar! a Ken il Guerriero. Nel 1984, “Coccinella” è stata incisa su un singolo della RCA, che sul lato A ospitava la sigla di Mademoiselle Anne, cantanta dalle Mele Verdi. Esiste una seconda sigla italiana di Coccinella, scritta per la trasmissione su TMC – nella seconda metà degli anni 90 – da Fabrizio Berlincioni e Silvio Amato. Era cantata da Marianna Cataldi.

6. GIOCATTOLI SINCERAMENTE BRUTTI

Non sono tantissimi, ma scavando nei siti di aste nipponici saltano fuori alcuni giocattoli dell’epoca dedicati a Coccinella. Giocattoli che ritraevano la cocciuta protagonista in compagnia di animali e fratelli. Esiste ad esempio il triciclo di Coccinella, accompagnata dal fedele (insomma) Karabe, parte di una linea pressoché infinita di eroi della TV in sella a un triciclo caricato a molla, che include anche Jeeg e tanti altri protagonisti delle serie robotiche. Poi c’erano una sorta di Coccinella in plastica da appendere, munita di catenella e affiancata qui dal papero, e un gioco con i pupazzetti da dita dei suoi fratelli. Ce n’era per una mano e mezza.

7. UGO E IL TESTIMONE A PAUL

In un episodio di Coccinella fa una comparsata Ugo: il judoka torna in città, viene accolto dalla banda di Coccinella (e da varie fan) alla stazione e si dice contento che la sua popolarità non sia venuta meno. Non è l’unico crossover tra serie Tatsunoko che coinvolge Coccinella. Lo slot della domenica pomeriggio occupato da Coccinella venne affidato infatti, dopo la conclusione della serie, a un’altra serie Tatsunoko, Il fantastico mondo di Paul, che debuttò su Fuji TV la settimana dopo, il 3 ottobre del ’76. La serie venne presentata subito dopo l’ultimo episodio di Coccinella, con un trailer in cui la stessa Coccinella passava il testimone a Paul, lasciandogli di fatto quello spazio in TV. Ma solo perché non sapeva, evidentemente, del magico orsacchiotto che ti portava nel mondo della droga…

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