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THE DOC(MANHATTAN) IS IN – Hercules

Pubblicato il 06 febbraio 2020 di DocManhattan

Siamo nella Nuova Zelanda di metà anni 90, su un set in cui si sta girando un nuovo episodio di Hercules (in originale Hercules: The Legendary Journeys). Ogni volta che qualcuno nomina Xena, tutti i membri della troupe sputano per terra. È stata la produzione a chiedergli di farlo. Per cercare di placare la gelosia di Hercules in persona, Kevin Sorbo. Questa storia ha inizio qualche anno prima, quando quello che diventerà il co-produttore esecutivo di Hercules (e il marito di Lucy Lawless), Robert “Rob” Tapert è un produttore cinematografico con zero esperienza nel mondo della TV. Lavora in quello del cinema con l’amico Sam Raimi da tanti anni e si è trovato a produrre diversi suoi film, come La Casa e Darkman. E al piccolo schermo, Rob Tapert (che all’epoca appare nei crediti come Robert G. Tapert) è arrivato proprio grazie a Darkman.

La Universal ha chiesto nel ’91 a lui e Raimi di realizzare un pilota per una serie TV sul personaggio interpretato al cinema da Liam Neeson, ma il pilota di mezz’ora (con Christopher Bowen come Darkman) che ne viene fuori non piace a nessuno e viene accantonato. Non va meglio, un paio di anni dopo, con il film TV M.A.N.T.I.S., pilota di una serie su un supereroe nero. La serie viene affidata ad altri, con attori diversi, perché lo studio dà a Tapert il ben servito. Ma come Tapert stesso racconta in una vecchia intervista del 2001, il bello della TV è che ha sempre bisogno di qualcos’altro, non può permettersi gli anni di attesa del cinema. E quel qualcos’altro, per Tapert e Raimi, è un progetto televisivo su Ercole. Cioè, su Conan.

L’ALTRO KEVIN SMITH E SORBO IL SUPPLENTE

Siamo nel ’93 e Tapert è a New Orleans. Come produttore esecutivo sta seguendo le riprese di Senza tregua, il film di John Woo con il Van Damme capellone. Sam Raimi, nel frattempo, è sul set di Mister Hula Hoop dei fratelli Coen, di cui guida la seconda unità. Il produttore David Eick chiama entrambi e chiede loro di buttar giù un po’ di idee per quattro film TV di due ore su Ercole. Spiega loro che non saranno una porcheria, che devono fidarsi. E anche che sì, al network non frega niente di Ercole, vogliono in realtà quattro film su Conan, ma con i diritti è un casino e quindi non possono usare il cimmero. Tapert, Raimi e un’altra figura che viene affiancata a loro due per seguire la serie, Chris Williams, si guardano così tutti i vecchi film mitologici di Ray Harryhausen che trovano. E decidono di fare qualcosa di molto diverso. I film TV di Hercules diventano intanto cinque.

Il primo, Hercules e le donne amazzoni (Hercules and the Amazon Women), viene trasmesso negli USA il 25 aprile del ’94. Il protagonista è Kevin Sorbo, un attore del Minnesota che viene dal mondo degli spot e che ha avuto una parte nel film Il massacro degli innocenti (No, non Il silenzio, il massacro). In realtà, Sorbo – troppo muscoloso, in precedenza, per la parte di Fox Mulder in X-Files per cui era in lizza con David Duchovny – è un rimpiazzo. La produzione vuole per quel ruolo Kevin Smith. L’altro Kevin Smith, non il regista, ma l’attore neozelandese omonimo. Ma Smith è impegnato altrove, e perciò gli viene offerto alla fine un ruolo secondario, quello di Ares. Smith apparirà ben 23 volte nella serie, prima di scomparire tragicamente nel 2002 per la ferita riportata alla testa dopo una brutta caduta sul set. Era a Pechino, dove aveva appena finito di girare Warriors of Virtue: The Return to Tao, ed era felice, perché di lì a poco avrebbe preso parte al suo primo film USA importante, L’ultima alba con Bruce Willis. Aveva 39 anni.

I FILM, LA CARRÀ E XENA

Nel primo dei cinque film di Hercules c’è già Iolao (Michael Hurst), e c’è già pure Lucy Lawless, che interpreta il personaggio di Lysia. Le quattro pellicole successive, Hercules e il regno perduto, Hercules e il cerchio di fuoco, Hercules nell’inferno degli deiHercules nel labirinto del Minotauro (l’ultima è praticamente un film di montaggio; tutte hanno Anthony Quinn come Zeus) vanno bene e arriva il semaforo verde per la serie vera e propria. Il primo episodio di Hercules: The Legendary Journeys debutta in syndication il 16 gennaio del 1995. Da noi su Italia 1, il settembre dell’anno successivo. Questa antica Grecia fantasy in abiti medievali e con frullatone di altre mitologie (Raimi spiega a Repubblica che tutto è ambientato in realtà in una sorta di Paradiso, in una terra senza tempo) viene spedita a fare da controprogrammazione in prima serata al sabato sera della Carrà e del suo Carramba. È un bagno di sangue, e la serie scivola presto al pomeriggio.

Ma negli USA, dove non si fanno troppi problemi sulla mitologia a insalata mista – o sul fatto stesso che la serie avrebbe dovuto intitolarsi semmai Heracles, se proprio vogliamo – Hercules piace. Gli ascolti vanno forte, tanto che la serie genera almeno una mezza dozzina di cloni, come Sinbad. Ironicamente, tra questi c’è anche una serie TV su Conan (Conan The Adventurer, 1997). Lo studio artefice di Hercules doveva lanciare da contratto due serie in syndication, in quel gennaio del ’95. L’altra era Vanishing Son, che ottiene anch’essa buoni ascolti, ma i produttori non ne sono convinti e decidono di soppiantarla con altro. Si sono invaghiti della principessa guerriera cattiva, Xena, apparsa nella prima stagione di Hercules e ispirata al personaggio di Brigitte Lin in un film di Hong Kong di qualche anno prima, e pensano di dedicarle uno spin-off…

LA GELOSIA DI KEVIN

Nell’articolo di questa rubrica dedicato a Xena dicevamo come Lucy Lawless fosse al tempo al suo terzo ruolo nel mondo di Hercules, dopo Lysia nel primo film e Lyla nella sesta puntata dello show. E di come, per rimpiazzare un’attrice malata e impossibilitata quindi a raggiungere la Nuova Zelanda per le riprese (Vanessa Angel), fu scelta lei che in quanto neozelandese era già lì. Tingendole i capelli di nero per non far notare troppo che era stata già due personaggi diversi. Sam Raimi non è però per niente convinto della mossa Xena. Ripete ai powers-that-be della compagnia che a nessuno piacerà una serie con una “super-eroina donna”, perché quel tipo di show non funziona. Tanto più se ne viene fuori un qualcosa di troppo simile rispetto a Hercules. Ma Xena fa meglio anche della serie madre. Xena: Principessa guerriera supera dalla seconda stagione gli ascolti di Hercules, e rimarrà in testa anche negli anni successivi.

Sorbo non la prende bene e inizia a lamentarsi, sostenendo pubblicamente più volte che lo spin-off ha portato via al suo show “la metà dei registi e sceneggiatori”. In realtà non è vero, ma la muscolosa star di Hercules non vuole mandar giù questa faccenda della concorrenza nata in casa. La produttrice Chloe Smith, stando a quanto scrive Robert Weisbrot nel suo libro Hercules The Legendary Journeys – An Insider’s Guide to the Continuing Adventures, se ne esce allora con un’idea semplice quanto efficace per coccolare l’ego ferito di Sorbo. Obbligare tutta la troupe, dicevamo, a sputare a terra ogni volta che qualcuno pronuncia sul set il nome Xena. E quelli lo fanno, e pare che per un po’ la cosa funzioni pure.

TANTI HERCULES

Le avventure di Hercules proseguono per sei stagioni e 111 episodi, fino al novembre del 1999. A un certo punto Iolao viene ucciso e i fan USA s’arrabbiano. Non sanno che fa tutto parte di un piano che riporterà in seguito il personaggio in scena: un piano reso necessario per dare un po’ di dramma a una serie in cui l’eroe è troppo buono e non vive mai il minimo conflitto interiore. Forse perché troppo impegnato a prendere a cazzotti dei giganti colorati con i pantaloni alla zuava. La TV USA si popola nel frattempo, oltre che dei summenzionati cloni, di tanti Hercules. C’è lo spin-off da 50 puntate Young Hercules, con un giovane Ryan Gosling (’98-’99), c’è il film animato direct to video di Hercules e Xena (’98), e contemporaneamente c’è il cartoon Disney di Hercules (’98), spin-off dell’omonimo film. Sorbo, tra una cosa e l’altra, mette i muscoli in un altro fantasy, il film Kull il Conquistatore (Kull the Conqueror, 1997). Quella che doveva essere la terza pellicola di Conan e che poi si era deciso, cambiato l’interprete, di dedicare a un’altra creazione di Robert E. Howard.

LA FINE DEL VIAGGIO

Lo stesso Kevin Sorbo, durante le riprese della quarta stagione, subisce un aneurisma che gli provoca danni permanenti alla vista e lo costringe a una lunga riabilitazione. Per non fermare la produzione, si rimette mano alle storie, si riduce la sua presenza in molte puntate e si tirano dentro varie guest star. Aumentano le presenze di Autolico, il personaggio di Bruce Campbell (che ha anche diretto 7 episodi di Hercules), torna Xena. La sesta serie, nel ’98, dura solo sei puntate. In una di queste appare anche l’ex moglie di Autolico, una showgirl interpretata dall’ex attrice per adulti Traci Lords. La chiusura di Hercules è senza dubbio legata al calo degli ascolti, ma ai tempi girano voci di contrasti tra la produzione e Sorbo, a cui sarebbe stato chiesto di ridursi in modo sensibile lo stipendio. Tapert ha spiegato che tutte le persone coinvolte, Sorbo incluso, volevano in realtà fare altro.

Il produttore ha provato a vendere la serie altrove, ma per riuscirci avrebbe dovuto convincere l’attore a impegnarsi per altri tre anni. E Sorbo non voleva saperne. Il viaggio leggendario finisce lì. Quello della Principessa guerriera, Xena, va avanti invece per altri due anni. Nessuno, ormai da tempo, era costretto più a sputare a terra nel sentire quel nome.

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