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7 cose che forse non sapevate su Nadia – Il mistero della pietra azzurra

Pubblicato il 05 febbraio 2020 di DocManhattan

Nadia – Il mistero della pietra azzurra è uno degli anime più amati dei primissimi anni 90, anche in Italia. È il progetto lavorando al quale Hideaki Anno è andato incontro a un burnout totale, il che ha in qualche modo preparato il terreno per il successivo Neon Genesis Evangelion (quello e i debiti, come vedremo). È un anime che deve tanto a Miyazaki e che ha perfino fatto scoppiare in patria un caso politico…

…SE NON C’È IL TG

Fushigi no Umi no Nadia, “Nadia dei mari delle meraviglie”, debutta sulla NHK il 13 aprile del 1990. È il primo di 39 episodi che si concluderanno un anno dopo, il 12 aprile del ’91. Nadia – Il mistero della pietra azzurra, come la serie viene ribattezzata da Fininvest nel ’91, viene trasmessa in Giappone ogni venerdì tra le 19,30 e le 20. Ma siccome la NHK è il servizio pubblico radiotelevisivo nipponico, molte settimane la messa in onda salta per dar spazio ad edizioni straordinarie del telegiornale della RAI giapponese: per gli aggiornamenti sulla Guerra del Golfo, il matrimonio del principe Akishino, un torneo di pattinaggio artistico, uno special su cosa fare a Tokyo nel week-end e tanto altro…

Esistono due versioni italiane di Nadia. Quella Fininvest/Mediaset del ’91, che presentava diverse censure, venne trasmessa inizialmente su Italia 1 in fascia preserale, tra il luglio e il settembre del ’91, per poi traslocare su Rete 4 per gli episodi restanti. Nel 2003 Yamato Video ne ha realizzato una seconda versione, con un doppiaggio più fedele all’originale giapponese, senza censure e ripristinando i nomi cambiati sulle reti del Biscione: Grandis e non più Rebecca, Sanson anziché Sansone, Gargoyle per il villain che era stato ribattezzato Argo.

MIYAZAKI E L’ANNO DI ANNO

Se per tanti versi Nadia – Il mistero della pietra azzurra ricorda Conan il ragazzo del futuro è perché, essenzialmente, hanno lo stesso papà. La serie nasce infatti da un progetto di Hayao Miyazaki, che a metà anni 70 viene ingaggiato dalla Toho per sviluppare una serie TV per conto della NHK. Tra le idee messe sul tavolo dal futuro co-fondatore dello Studio Ghibli c’è quella di un “Giro del mondo in 80 giorni… per mare”, ispirata a vari romanzi d’avventura di Verne, e in particolare a Ventimila leghe sotto i mari. Ecco perché Nadia e Jean si ritrovano a bordo del Nautilus del Capitano Nemo.

Il progetto viene accantonato e Miyazaki utilizzerà quegli spunti per alcuni suoi lavori successivi, come Conan, appunto, e il film Laputa – Castello nel Cielo. I diritti restano in mano alla NHK, che nell’88 tira fuori quella vecchia idea e per svilupparla si rivolge allo studio Gainax, fondato nell’84 da un gruppo di studenti e otaku della primissima ora, come Hideaki Anno, Yoshiyuki Sadamoto e altri. Lo Studio si è fatto conoscere grazie al film Le ali di Honneamise (1987) e agli OAV Punta al Top! GunBuster (1988), con cui Anno ha debuttato alla regia.

I soldi messi sul piatto da NHK sono però davvero pochi, e le discussioni all’interno della compagnia che ne conseguono spaccano il gruppo Gainax: gli altri co-fondatori spingono uno di loro, Hiroaki Inoue, a lasciare lo studio. Alla fine, quando Sadamoto decide di fare un passo di lato, e di occuparsi solo di character design e animazione, la regia di Nadia viene affidata ad Anno. Tranne per le puntate più odiate di tutta la serie. A proposito della qual cosa…

L’ORRIBILE CICLO DELL’ISOLA

Le famigerate “puntate dell’isola” sembrano un corpo estraneo rispetto al resto della serie perché, beh, lo sono. La NHK decise di aumentare in corsa il numero di puntate di Nadia, portandole da 30 a 39, ma in Gainax avevano già finito soldi e ossigeno. Annaspavano dietro le consegne, mentre Anno sprofondava sempre più, giorno dopo giorno, nella depressione. Per risparmiare sul budget e dare al regista la possibilità di rifiatare, si decise così di creare un lotto di episodi filler, ambientati su un’isola al largo delle coste africane (Nadia è un’orfanella convinta di venire dall’Africa, per via della sua pelle scura. Si scoprirà che le sue origini sono in realtà molto più esotiche), e di affidarne la realizzazione a uno studio coreano. Le puntate, dirette da Shinji Higuchi, sono ispirate a un altro romanzo di Jules Verne, L’isola misteriosa, e note per la qualità tecnica davvero infima.

La cosa suscitò varie polemiche all’epoca della prima messa in onda. Toshio Okada di Gainax spiegò che la compagnia preferiva un calo qualitativo in alcune puntate e non un peggioramento generale di tutto il resto della serie, finale compreso, su cui si stavano concentrando le risorse interne guidate da Anno. Ma il partito comunista giapponese sollevò la questione presso la Dieta Nazionale, il parlamento nipponico, chiedendo come mai si spendevano dei soldi pubblici all’estero e se si erano calcolati i rischi di quell’outsourcing, in termini culturali. Gli fu risposto che con quell’esternalizzazione di soldi pubblici se ne risparmiavano in effetti un sacco.

IL FILM, I CORTI, I VIDEOGIOCHI

Il film sequel Fushigi no Umi no Nadia: Gekijōyō Originaru-ban (“Nadia dei mari delle meraviglie – Edizione originale cinematografica”) esce nelle sale giapponesi il 29 giugno del 1991 e viene trasmesso insieme al live action di Video Girl Ai. Dura 85 minuti ed è ambientato tre anni dopo la sconfitta di Gargoyle. Anno non è coinvolto nella sua realizzazione, perché totalmente bruciato dal lavoro sulla serie e Gainax è drammaticamente a corto di fondi. Tanto che la lavorazione della pellicola viene completata da un altro studio, Group TAC, riciclando molte animazioni della serie. Da noi viene trasmesso su Italia 1, nel ’94, con il titolo Nadia e il mistero di Fuzzy.

Esiste anche una serie di dieci brevi corti da 6 minuti l’uno, Fushigi no umi no Nadia – Omake, con Nadia e Jean in versione super deformed. Sono stati inclusi nell’edizione giapponese dei LD/DVD di Nadia. E poi ci sono i videogiochi: tanti e per varie piattaforme, da Famicom a Mega Drive, PC Engine e computer giapponesi come l’X68000. Gainax cerca di strizzare un po’ di soldi per risollevare i conti in rosso, dando il suo contributo a questi vari progetti. Il che però aumenta la mole di lavoro. Alla fine, Gainax avrà perso su Nadia circa 80 milioni di yen (al cambio attuale oltre 600mila euro), arrivando a un passo dalla bancarotta.

DISNEY E STAR TREK

Ma al di là delle difficoltà finanziarie di Gainax, Nadia – Il mistero della pietra azzurra diventa un’opera fondamentale nella storia dell’animazione giapponese. Non solo per quello che porterà professionalmente nella vita di Anno (vedi punto 6), ma per l’impatto sull’immaginario collettivo di fan e addetti ai lavori. Una serie creata da un gruppo di otaku, che in essa ha riversato il suo grande amore per alcuni classici come Corazzata spaziale Yamato – il Nemo di Nadia non nasconde neanche per un istante il suo essere di fatto un cosplayer del capitano Okita/Avatar della Yamato – finirà per ispirare una nuova generazione di autori. Non solo in Giappone o nel mondo degli anime.

Nel 2001, all’uscita del film Disney Atlantis – L’impero perduto, tanti appassionati, su entrambe le sponde del Pacifico, sottolinearono i numerosi punti in comune con Nadia. Uno dei due registi, Kirk Wise, spiegò di non aver mai sentito parlare in precedenza di Nadia, e che i punti di contatto delle due opere derivavano semplicemente dalla fonte di partenza comune, il romanzo di Verne. Il che però non spiegava una serie di soluzioni visive sospettosamente simili adottate dalla pellicola Disney. Di sicuro c’è che gli autori avevano buttato un occhio sia a Nadia, sia alle opere di Miyazaki collegate, per le ragioni spiegate all’inizio: Conan e Laputa. Nadia ha inoltre ispirato… un’arma di Star Trek. In quel mare di citazioni che è Star Trek: The Next Generation, il designer Michael Okuda, fan dell’anime, ha reso canon una fonte di particelle adoperata per i phaser chiamata Nadion. Questi nadioni sono microparticelle che attraversano i cristalli… fushigi-no-umi.

QUESTA PIETRA ECCEZIONALE BRILLERÀ…

Le sigle di apertura e chiusura dell’edizione giapponese, “Blue Water” e “Yes, I Will…”, erano cantate da Miho Morikawa (Ranma 1/2). Cantante pop famosissima negli anni 90, la Morikawa oggi insegna all’Università delle Arti di Osaka. La sigla italiana, “Il mistero della pietra azzurra”, è stata scritta da Carmelo “Ninni” Carucci (musica) e Alessandra Valeri Manera (testo), e cantata da Cristina D’Avena. Il brano è stato inciso su vari LP e CD di Fivelandia, ma ne esiste anche un 45 giri, sul cui lato B è presente la versione strumentale della sigla. È un disco particolarmente ricercato dai collezionisti.

ANNO IL RECLUSO: VERSO EVANGELION

Dicevamo: chiusi i lavori su Nadia, Gainax si ritrova in rosso profondo e Hideaki Anno si sente distrutto, fisicamente e soprattutto psicologicamente. Pensa di lasciare l’animazione per sempre. L’azienda si riprenderà grazie al successo planetario di Neon Genesis Evangelion, e Anno proverà a riversare in quella serie un messaggio molto chiaro: da otaku e hikikomori, autorecluso che si sente scollato dalla società e non in grado di relazionarsi con gli altri, lancerà attraverso la figura di Shinji un allarme rivolto proprio agli altri otaku. Molti dei quali, concentrati sul merchandising dei personaggi femminili della serie, saranno troppo impegnati a scrivergli minacce di morte per il finale di Evangelion per accorgersi di quell’evidente sottotesto.

Ma Evangelion è strettamente collegato a Nadia. Da principio, Anno e Gainax pensano di agganciare la storia a Neo-Atlantide, ma i diritti di Nadia sono in mano alla NHK, e non si può fare. Ma Gainax riprende comunque in Evangelion tantissimi elementi della sua serie precedente, da quella che diventerà famosa come “posa alla Gendo” (che in Nadia era adottata da Gargoyle), all’abuso di citazioni bibliche… e al protagonista. Nadia – che, tra parentesi, ne Il mistero della pietra azzurra aveva i capelli lisci per semplificare il lavoro degli animatori – in Evangelion diventa Shinji Hikari, dopo un cambio di sesso, acconciatura e tonalità dell’incarnato.

La cosa è stata confermata più volte dal character designer di entrambi gli anime, Yoshiyuki Sadamoto, anche con questo sketch, ma è piuttosto evidente di suo. Solo che Nadia non è minimamente stupida come quello stupido di Stupishinji, certo.

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