SW Japan Festival Interviste

Leiji Matsumoto – Da Interstella 5555 a Yamato a Capitan Harlock

Pubblicato il 11 gennaio 2020 di Marlen Vazzoler

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La scorsa estate Leiji Matsumoto, che abbiamo incontrato prima a Lucca Comics & Games nel 2018, e in seguito al MAGIC 2019, è stato uno degli ospiti del Japan Expo.

Il mangaka ha tenuto una conferenza con la stampa, dove ha parlato della musica, della sue opere e dei cambiamenti climatici, un tema a lui molto caro.

Screenweek: Ha lavorato a Interstella 5555 con i Daft Punk. Le piacerebbe lavorare a un progetto simile?

Si mi è piaciuto lavorare su questo tipo di progetto. Sarebbe un piacere ripetere questo tipo di collaborazione se un progetto di qualità si presenterà in futuro.

Lavorerebbe di nuovo con i Daft Punk?

Sarebbe ovviamente un grande piacere ma vorrei anche esplorare altri stili musicali e lavorare con altri artisti.

Può parlare della genesi di Interstella 5555?

In primo luogo l’incontro è stato possibile perché mi piacciono molto i Daft Punk. Desideravo realizzare un film basato interamente sulla musica. D’altro canto il gruppo stava cercando un progetto innovativo per il loro nuovo album senza avere un’idea precisa.

Motivi diversi ci hanno permesso d’incontrarci e i Daft Punk hanno poi chiesto quale tipo di animazione avessi intenzione di produrre. Ho così menzionato l’idea di un viaggio.

Questa idea non sembrava averli incantati perché immaginavano un viaggio bucolico. Così ho specificato che sarebbe stato un viaggio fantascientifico. Poi ho sviluppato la mia idea e il gruppo si è entusiasmato. Hanno quindi creato l’intero pannello musicale d’Interstellare 5555.

La rappresentazione delle stelle nelle sue opere

Uso una particolare tecnica di proiezione per rappresentare le stelle, non per risparmiare tempo ma per apportare della creatività. I disegni, l’arte, tutto questo, sono soggetti a meccanismi fisici come la gravità.

È molto più interessante lasciare una parte aleatoria nel disegno, raschiandoli, riscaldandoli, schizzandoli. È molto specifico. Ho dovuto fare molti tentativi per raggiungere questo particolare risultato.

La passione per i manga è rimasta intatta?

Sono sempre stato appassionato di manga, quando avevo 4,5 anni a volte mi ritrovavo da solo e leggevo manga. Sono stato anche fortunato nell’avere a disposizione delle bobine cinematografiche, dove tiravo fuori la pellicola per vedere come funzionava. Poter vedere queste immagini ancorate su un supporto fisico mi affascinava.

Trovo anche importante che i bambini, dopo la guerra potessero accedere a un mondo di pace, soprattutto grazie ai manga.

Può parlare di Yamato?

Ci sono due licenziatari di Yamato. Nel primo progetto sono stato pienamente coinvolto, non ho partecipato al nuovo [Yamato 2199]. Tuttavia lo spirito di Yamato è stato mantenuto e se il progetto è abbastanza serio sono sempre d’accordo di assistere al meglio, a condizione di rispettare l’opera originale.

Quando ho lavorato su Yamato è stato davvero per diletto, volevo creare un futuro al tempo stesso idilliaco e tecnologico, un futuro in cui le guerre non avrebbero regnato.

Ho creato quest’opera per passione e bisogna sempre restare vigili affinché non perda questa fiamma.

Il progetto Ninja Trains, per la linea ferroviaria di Iga

Ho fatto queste illustrazioni ‘Ninja Trains’ semplicemente perché la compagnia ferroviaria me lo ha chiesto.

È stata una richiesta per i suoi anziani e non ho chiesto molti soldi perché vedere i miei personaggi circolare sulle linee ferroviarie è stato un piacere incommensurabile per me.

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Il fumetto di Harlock di Jérôme Alquié?

Quando ho sentito parlare di questo progetto, sono stato in grado di convalidarlo perché sapevo che l’autore lo ha creato per passione. Questa è una delle mie condizioni, se gli autori provano piacere anche io provo piacere e tutti sono soddisfatti.

In un’opera un elemento preponderante è la nozione della trasmissione. Questa nozione del piacere che viene trasmesso dall’autore all’altro è quindi fondamentale.

Ci parli di Harlock

Harlock è un eroe senza tempo perché trasmette un messaggio che lo è altrettanto. Sulla sua bandiera vediamo delle ossa. Non sono lì per spaventarci ma per farci capire che Harlock combatterà fino alla morte, fino a quando queste ossa sono visibili.

Il suo messaggio è combattere fino alla fine per una giusta causa.

Perché ha scelto un pirata?

Se ho scelto un pirata è per la semplice ragione che quando ero piccolo ho enormemente amato il mondo della pirateria. Ho compreso il significato della bandiera pirata di battersi fino alla morte.

È in questo senso che ho costruito i miei personaggi pirata, in modo che possa emozionare i più giovani ma anche farli riflettere e andare avanti. Quello era il mio obiettivo nella scelta di un pirata.

Avere una propria bandiera come Harlock è molto importante, il suo motto è di vivere attraverso la sua volontà, la sua forza, non nel senso fisico della parola ma piuttosto nel senso spirituale. Questa forza permette di andare avanti e di far cambiare le cose, questo è il messaggio che volevo trasmettere.

Il Leijiverse ha una fine?

È una storia che non finirà mai perché viene trasmessa di anima in anima, da volontà a volontà. Ognuno è stato motivato dalla massima “Vivo grazie alla mia volontà”. È questa evoluzione che giustifica questo universo infinito, perché devi vivere in collaborazione con tutti.

Quello che desidero profondamente è che gli uomini riescano a vivere mano nella mano perché anche se ognuno ha la sua volontà, non dovrebbe ostacolare quella degli altri.

È molto importante nelle mie opere.

Aggiungo che nel mondo in cui viviamo ci sono molte crisi, in particolare ecologiche, ad esempio il riscaldamento globale. Quindi non dobbiamo combattere gli uni contro gli altri, ma piuttosto riflettere insieme su come proteggere il nostro pianeta comune al fine di preservarlo il più a lungo possibile.

L’erotismo nelle sue prime opere

Ai tempi del mio debutto, dato che non avevo un editore, mi sono auto pubblicato come Shotaro Ishinomori. A quel tempo venivano assunti molti disegnatori per gli shojo manga, i fumetti per ragazze. Abbiamo fatto domanda e siamo stati assunti.

Così abbiamo iniziato a lavorare, ma in quel periodo arrivarono le donne mangaka e noi fummo licenziati. Finanziariamente per noi è stato complicato ma subito dopo la guerra ci hanno offerto di disegnare dei seinen, dei manga per adulti. Tuttavia non avevamo linee guida per realizzare questi manga.

Manga per adulti poteva voler dire molte cose, che era al limite dell’erotismo, della pornografia. Quindi sperimentando, in particolare grazie al feedback dei lettori, sono stato in grado di rendermi conto che alla fine non potevo fare delle opere come queste.

Leggerlo di volta in volta non è un problema ma disegnarlo… tuttavia non lancio una pietra contro coloro che li hanno creati fintanto che questi manga siano il risultato della loro stessa volontà.

So comunque che sono stato il primo mangaka a disegnare un personaggio femminile androide. Questa creazione mi ha orientato verso i temi legati al futuro e alla meccanica. Infine è stata una delle prime pietre che mi hanno consentito di sviluppare il mio percorso.

Cosa può dirci del pubblico francese?

Quando incontro il pubblico francese è una vera avventura, un vero piacere.

Il suo processo creativo?

Il motivo per cui ho una tale forma fisica a 81 anni è che da quando ero un bambino sono stato molto attivo. Da bambino correvo, nuotavo, scalavo le montagne. Ad esempio sono andato Machu Picchu, in Amazzonia, nel Sud Pacifico. Sono stato colpito dalla sfinge dalle piramidi in Egitto.

Indirettamente è questa curiosità che forma anche un buon mangaka. Lavorare partendo dalle foto non è sufficiente, devi sentirti pienamente con i tuoi sensi, andare nei luoghi e odorare gli odori, assaggiare il cibo locale, sentire l’atmosfera dei libri.

La fotocamera è limitata dal suo obiettivo che si limiterà a fissare un momento che diventerà completamente piatto. I nostri due occhi consentono una visione d’insieme apportando la profondità che una riproduzione fotografica non può mai dare.

Queste esperienze sono essenziali durante la genesi del manga. Quando leggo un titolo, posso dire subito se la persona è stata effettivamente nei luoghi o se si è ispirata solamente dalle foto, questo è ancora il caso alla mia età.

Il manga prende forma con il cuore e non con gli occhi.

Ci parli di Wagner e del suo amore per la musica classica

Wagner mi ha sempre impressionato. Subito dopo la guerra le persone si sono sbarazzate dei loro dischi in vinile che erano diventati inutili. Venivano gettati per strada e io li recuperavo e ascoltavo.

Così fin dalla tenera età ho ascoltato Wagner, Beethoven e Mozart. E questa ricchezza culturale non era ovviamente accessibile ai bambini del tempo. Ascoltando i loro dischi mi sono lasciato trasportare e mi ha aiutato a creare un universo denso.

Questa è la musica che mi piace particolarmente.

Purtroppo il padre di uno dei miei vicini è morto durante la guerra e possedeva un’impressionante collezione di dischi classici: Wagner, Beethoven, Tchaikovsky. Quindi mi ha regalato l’intera collezione perché sapeva che mi piaceva molto la musica classica.

Ascolto tutto e ora quando lavoro, ad esempio nell’animazione, mi piace spesso incorporare della musica classica come la nona di Beethoven, ad esempio. Mi fa molto piacere vedere il mio universo dal vivo con le sue composizioni.

La tecnologia nelle sue opere

Non è un caso che la tecnologia attuale si avvicini alle mie opere. Quando le ho create ho cercato di costruire un universo che ritenevo possibile nel futuro. Quindi ho fatto affidamento sulla scienza per le mie creazioni. È stato grazie alle mie ricerche che sono stato in grado di anticipare cosa sarebbe successo all’umanità.

Inoltre ho sempre avuto dei timori per quanto riguarda il futuro dell’uomo e le mie paure si sono materializzate anche nelle mie opere. E se mi chiedete se sono preoccupato per il futuro del nostro mondo, la risposta è nelle storie che ho elaborato.