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The Witcher – Dalla creazione agli stunt, ai personaggi di Yennefer e Ciry

Pubblicato il 29 dicembre 2019 di Marlen Vazzoler

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Lauren Schmidt Hissrich e le interpreti di Ciri (Freya Allan) e Yennefer (Anya Chalotra) hanno parlato della realizzazione di The Witcher durante la conferenza stampa che si è tenuta a Lucca Comics & Games.

La Schmidt ha spiegato come ha impostato questo adattamento, la costruzione delle scene d’azione, degli spoiler e del ruolo del destino nella storia. Mentre le due attrici hanno descritto la loro esperienza sul set e la loro prima esperienza con il fandom.

Lauren ci può raccontare come è stato approcciare questo progetto, da dove è partita, quanto c’è dei libri e come è stato il loro adattamento:

Abbiamo iniziato con una domanda facile. Sono una grande fan del libro Il guardiano degli innocenti, è il primo romanzo che ho letto prima che Netflix mi approcciasse per adattare la serie.

L’ho trovato un gran libro avventuroso, la storia di geralt, la sua lotta contro i mostri, l’ho letto circa un anno prima che Netflix mi contattasse.

Ho fatto il resto del progetto guardando gli 8 libri, circa 4000 pagine di materiale, ho dovuto decidere dove era meglio iniziare la storia, come era meglio introdurre il mondo e tutti i personaggi di The Witcher.

C’è molto dei libri nella nostra serie. Posso dire che uno dei più grandi cambiamenti per quel che riguarda la narrazione è stato introdurre prima nella serie Yennefer e Ciry. Se avessi aspettato, Ciry probabilmente sarebbe introdotta nella terza stagione, e volevo sapere chi fosse sin dall’inizio. Lo stesso con Yennefer. Volevo che le donne fossero dei personaggi completi che conoscevamo e amavamo ancora prima del loro incontro con Geralt.

Ma posso rassicurare i fan dei libri e anche i nuovi fan, quelli che approcceranno questa storia per la prima volta nella serie tv, che rimane moltissimo del contenuto originale. Ed ho avuto l’opportunità di parlare con l’autore Sapkowski, lui ci ha detto quello che era importante per lui che restasse all’interno della versione televisiva. Cioè il fatto che si sta parlando di tre orfani che si trovano, che trovano il loro posto nel mondo, che si considerano degli outsider. Sono convinti di non aver bisogno di nessuno ma il destino li riunirà e dimostrerà che le cose stanno diversamente.

Inoltre c’è anche un aspetto politico, nel senso che sicuramente parleremo di xenofobia, di razzismo, di sessismo, di cosa significa essere diverso all’interno di una società che non ti accetta.

Ma ci sono naturalmente anche molta magia, molti mostri e molti combattimenti con le spade..

Raccontateci un po’ chi sono i vostri personaggi: Yennefer e Ciry, che cosa possiamo aspettarci da loro.

Anya: Yennefer è una maga, i fan dei libri sanno che è testarda. Nella serie viene esplorato il suo passato, di cui vediamo solo degli accenni nei libri. La incontriamo a 14 anni, vedremo come si trasforma da quel momento fino a quando incontra Geralt. La sua relazione con Geralt, come diventerà la donna che è. E vedremo anche il suo potere, quanto il suo potere significa per lei, che cosa significa per lei e esattamente di cosa si tratta. È una donna tosta.

Freya: Ciry la principessa di Cintra. Quando la incontriamo all’inizio scopriamo che in qualche modo sta vivendo in una bolla, è molto protetta dal mondo esterno e dalle sue brutture. È un personaggio profondamente curioso che fa un sacco di domande, questo lo vediamo subito. E forse proprio questa sua curiosità è uno dei motivi per cui chi la ha attorno cerca di proteggerla il più possibile ma è testarda. Ciry non cede, non smette, ha carattere, è una delle sue principali caratteristiche.

All’inizio della storia la incontriamo in un momento in cui s’incontra e si scontra con la realtà violenta che non ha mai conosciuto fino a quel momento, e vediamo anche la vulnerabilità di Ciry. Ma vediamo anche la sua determinazione, la sua convenzione, la sua capacità di adattarsi, d’imparare dalle situazioni. Una delle caratteristiche di Ciry è che cambia molto nel corso della serie, vedremo come tirerà fuori il meglio di sé.

Uno dei temi fondamentali di The Witcher è il destino, il rapporto che gli esseri umani, i protagonisti hanno con il destino. Questa cosa si profila molto nei libri di Sapkowski. Come l’avete affrontato nella serie? Quanto è determinante il destino per i protagonisti?

Lauren: La differenza tra destino e fato è stata una delle cose che ho dovuto affrontare e capire soprattutto prima di affrontare all’interno della serie. Perché dove uno identifica ciò che è completamente predeterminato e che non può essere cambiato nonostante le tue scelte. L’altro invece dice che il tuo destino può essere cambiato a seconda di quello che scegli di fare.

Questo lo vediamo all’opera all’interno della serie nel momento in cui Geralt invoca la ‘legge della sorpresa’, tale per cui lui chiede un pagamento, un premio, di cui non conosce la natura in quel momento e cambia il proprio destino. Quello che fondamentalmente succede è che ottiene una figlia, ha Ciry in premio. Non se lo aspettava, non è quello che pensava di avere ma questo cambia il suo destino. Cosa fai quando la tua scelta cambia il tuo destino, come ti adatti a questo cambiamento?

Può parlarci della sua visione per lo show, che ha preso una strada completamente diversa dal videogioco. E del desiderio di usare il meno possibile la computer grafica per usare gli effetti pratici.

Lauren: Come accennavo prima mi sono basata sui libri, in particolare sui racconti che hanno una caratteristica, non hanno un arco narrativo di fondo che li unisce tutti quanti. Questo ha fatto si che loro lo creassero all’interno della serie tv, creando un arco che collegasse Yennefer, Ciry e Geralt e il sogno del viaggio. Degli archi narrativi indipendenti prima che si formassero come gruppo.

Nell’adattamento di questa storia ci sono delle situazioni in cui ho dovuto fare delle aggiunte. Per esempio Ciry ad un certo punto è da sola e aveva bisogno di qualcuno con cui parlare e abbiamo inserito un personaggio in più. Uno che potesse essere un interlocutore per lei.

Ci sono dei videogiochi, lo sapete, lo sappiamo in molti. Ci sono dei videogiochi bellissimi basati su questa serie di libri che hanno una resa fantastica in computer grafica. Quando abbiamo lavorato alla storia abbiamo deciso di fare una scelta diversa anche per non ripetere quello che era già stato fatto. E quindi abbiamo puntato e investito su modellini, ambienti naturali. Abbiamo viaggiato, siamo andati sulle location in cinque paesi diversi. Ci sono anche molti effetti digitali ma più che funzionare autonomamente sono a supporto di quello che abbiamo potuto filmare dal vivo.

Come è stato per voi, come giovani attrici, entrare in una produzione così grossa. Con un fandom molto diffuso, molto attento. Che tipo di esperienza è stata?

Anya: Non avevo idea di quanto fosse grande questo fandom. Entrare in un progetto così grande e ogni giorno sul set mi veniva ricordata la scala della produzione, i costumi.. è stato così emozionante. È stato un dono poter imparare per 8 mesi in un lavoro come questo con un incredibile reparto tecnico.

Mi ha anche intimorito, basta solo ricordare le cose belle e dimenticare quelle brutte.

Freya: Sono stata estremamente felice quando ho saputo di aver ottenuto questo ruolo. Credo sia stato perfetto avere sia Anya che Henry al mio fianco in questo viaggio, perché Henry ha una tale esperienza in questa industria. È abituato a questi fandom.

Anya: Si è vero.

Freya: È stato un po’ una guida per noi due in questa avventura. È stato emozionante trovarsi in una produzione in cui arrivi sul set, e tutto è lì, non devi immaginarlo, e vieni immerso in questo incredibile mondo.

Tutto è così eccitante e tutti i reparti avevano una tale passione in quello che facevano, dove hanno avuto l’opportunità di dare il loro meglio.

In The Witcher ci sono molti combattimenti, quanto è stato difficile potersi allenare per alcune scene, e come avete interagito con le controfigure.

Anya e Freya: L’abbiamo amato.

Anya: L’ho amato moltissimo. Sono a favore degli stunt, ho voluto farli io stessa, ma era difficile perché c’erano dei limiti di tempo, e in casi come questi, è difficile aver il tempo che vorresti per le prove.

Ma tutto quello che ha fatto Henry, lo abbiamo fatto anche noi. È stato bello. Ho fatto un po’ di combattimento simulato prima, ma mai in un set come questo. È stato particolarmente interessante.

Freya: Non ho avuto l’opportunità di fare molto, non vedo l’ora di farlo ma quando potrò, fidatevi… Però sono andata parecchio a cavallo.

Anya: È molto brava, io un po’ meno.

Qual è la differenza tra lo scrivere un monologo e la scena d’azione, quanto conta il ritmo?

Lauren: Una delle cose che impari subito come scrittore è che non puoi essere bravo a scrivere tutto. Io ho imparato a fidarmi della squadra delle controfigure e con il coordinatore dei combattimenti.

Quando inserisco dei combattimenti, devono sempre avere una storia. Qui è dove ho bisogno che inizi, e qui quello che ho bisogno che cambi per la fine dello scontro.

Posso avere delle cose specifiche che devono accadere durante il combattimento, allo stesso tempo non sono una combattente, difficile da credersi, ma mi rivolgo al coordinatore delle controfigure e praticamente gli dico, ecco quello che vorrei, fallo il più figo e badass possibile. E mi presentano delle pre-visualizzazioni di tutti i combattimenti, così posso vedere i movimenti e cosa accade dopo.

Così ho imparato a fidarmi di tutte le persone di talento dello show.

Avete già partecipato ad altre convention, qualche mese fa al ComicCon se non sbaglio, avete visto dei cosplayer con i costumi dei vostri personaggi e se prima di lavorare alla serie vi siete messe a cercare online, un po’ di fanart.

Anya: Si in effetti siamo state al ComicCon dove ho avuto il primo ingaggio con questo fandom. Lì ho visto un cosplayer di Gerarlt con un costume che era identico a quello realizzato per la serie, è stata un’esperienza un po’ bizzarra.

Per quanto riguarda invece le fanart, è quasi inevitabile. Io per esempio ha un account Instagram, i fan hanno realizzato dei disegni incredibili di me come Yennefer, e di anche gli altri personaggi. È così eccitante perché significa che sono a bordo.

Freya: Io in realtà non ho visto ancora nessuno vestito come il mio personaggio. Però si per quanto riguarda le fanart, sui social ne ho viste anch’io. È bello vedere che c’è questo tipo di passione, di interazione tra i fan e i personaggi di cui sono appassionati.

Ho letto che gran parte della serie è stata girata alle Canarie, come avete lavorato in location e come avete protetto il set da spoiler, visto che la curiosità è grandissima?

Lauren: Siamo stati circa tre settimane e mezzo alle Canarie, è stata la mia location preferita e anche Anya era lì. Abbiamo dovuto scalare fino alla cima di Roque Nublo. È stato per tre/quattro giorni, avevamo una troupe molto più piccola quindi abbiamo dovuto tutti caricarci l’equipaggiamento. Le Canarie sono un posto davvero incredibile.

Per noi è ovviamente importante proteggerci dagli spoiler, non vogliamo che le cose trapelino, è estremamente lusinghiero che molta gente voglia sapere quello che stiamo facendo in ogni momento.

D’altro canto posso affermare che abbiamo un gran reparto di sicurezza che lavora con noi e stiamo attente a come parliamo della serie.

Il problema degli spoiler è il contesto, molte volte chi guarda lo spoiler non ha idea di cosa sta guardando. Forse siamo seduti tutti intorno a bere caffè e lo sapete, non bevono molto caffè nella serie, e quindi stiamo attenti a non rovinare nulla.

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