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THE DOC(MANHATTAN) IS IN – Il Calabrone Verde

Pubblicato il 16 ottobre 2019 di DocManhattan

Indipendentemente dal modo in cui lo ha dipinto, in C’era una volta a… Hollywood Quentin Tarantino ha ricordato a chiunque non lo sapesse che c’è stato un tempo in cui Bruce Lee ha fatto da chauffeur a un vigilante del piccolo schermo. All’eroe protagonista de Il Calabrone Verde (The Green Hornet), serie creata sulla scia del Batman con Adam West e legata a un personaggio sulla scena già da trent’anni. Nato prima dello stesso Batman, o di Superman.

PRESTO, KATO, ALLA BLACK BEAUTY!

Il Calabrone Verde aveva fatto il suo debutto in uno show radiofonico il 31 gennaio del 1936. A creare questo eroe, ricco editore del Daily Sentinel di giorno e giustiziere con guanti, cappello e maschera verde di notte, erano stati George W. Trendle e Fran Striker, che tre anni prima avevano ideato Il cavaliere solitario (The Lone Ranger). Anche lì, come per Green Hornet, su input e con l’aiuto del produttore radiofonico James Jewell. In pieno boom dei super-eroi a fumetti, e mentre la sua serie radiofonica proseguiva imperterrita (sarebbe andata avanti fino ai primi anni 50), il Calabrone Verde era sbarcato anche sul grande schermo, con due serial cinematografici da 13 e 15 episodi, The Green Hornet e The Green Hornet Strikes Again! Giusto una manciata di mesi prima del serial cinematografico di Batman realizzato dalla Columbia Pictures (1943). I due vigilanti con tanti tratti in comune, entrambi ricchi, con un aiutante e con una vettura da urlo con cui combattere il crimine, la Black Beauty da una parte e la Batmobile dall’altra, erano destinati a inseguirsi ancora a lungo. Fino a incontrarsi, un giorno, grazie a una finestra.

MENO CAMPY, PIÙ CALCI

Il co-creatore di Green Hornet, George W. Trendle, aveva provato più volte, nel decennio precedente, a vendere ai network televisivi un progetto TV sul suo personaggio, ma è solo grazie al successo del Batman in onda dal ’66 che la stessa ABC si convince a trasformare quel vecchio eroe in un’altra serie d’avventura. Una serie prodotta sempre dalla 20th Century-Fox Television e dalla Greenway Productions, ma con un tono più serioso e decisamente meno campy e comico rispetto a Batman. A interpretare il protagonista, Britt Reid (che nello show radiofonico era un discendente del Cavaliere/Ranger Solitario, in quanto figlio di un suo nipote) viene scelto Van Williams, attore texano noto ai tempi soprattutto per il poliziesco Bourbon Street Beat. Ma è l’autista e aiutante di Reid a consegnare Il Calabrone Verde alla storia della TV: nei panni di Kato (che nel corso degli anni era stato presentato prima come giapponese, poi come coreano e filippino) c’è un cinese nato a San Francisco. Si chiama Lee Jun-fan, ma il mondo lo conoscerà presto come Bruce Lee.

A BUON MER-KATO

Figlio di un noto cantante e attore, Lee era apparso in vari film di Hong Kong già da bambino. Tornato negli USA nel ’59, aveva deciso di dedicarsi esclusivamente alle arti marziali, ma durante un’esibizione a Long Beach, nel ’64, in cui sbalordisce il pubblico con il suo “one-inch punch”, viene notato dal produttore di Batman, William Dozier. Dozier vorrebbe coinvolgerlo in un progetto intitolato Charlie Chan’s Number One Son, sul figlio dell’ispettore immaginario Charlie Chan, protagonista di vari romanzi e film polizieschi. Questo è il provino di Lee. Non se ne fa nulla, ma questo porta al ruolo di Kato, l’assistente, bodyguard, autista e compagno d’avventure del Calabrone Verde. Per quel ruolo Bruce Lee verrà pagato 400 dollari a puntata. A completare il cast, Walter Brooke (Il laureato), Lloyd Gough e Wende Wagner, apparsa in Rosemary’s Baby di Polanski e amica e per un po’ coinquilina della povera Sharon Tate. Van Williams e Bruce Lee diventano amici, ed è il primo a insistere perché vengano date a Kato più battute nel Calabrone Verde. Lee gli insegna in cambio un po’ di kung-fu, hai visto mai.

L’URLO DI LEE TERRORIZZA ANCHE ROBIN

La serie, che ricalava Dozier nei panni del narratore come in Batman, dura una sola stagione di 26 episodi. Ma basta e avanza per far incontrare alla coppia Calabrone Verde/Kato il dinamico duo formato da Batman e Robin. Più volte. La prima parte del crossover tra le due serie avviene in un episodio di Batman, con Green Hornet e Kato a ingrossare l’elenco delle guest star affacciatesi a una finestra durante le interminabili finto-scalate di Batman e compagno. In un altro episodio, è Bruce Wayne a farsi testimonial, dicendo ad Alfred e Dick che è il momento “di guardare Green Hornet”. In un altro ancora, i due team di giustizieri vengono alle mani, perché Batman prende il Calabrone e Kato per criminali (i costumi di questi ultimi, con quelle mascherine, aiutavano), dimenticando evidentemente i convenevoli del precedente incontro alla finestra.

La serie di The Green Hornet ricambia l’ospitalità mostrando più volte, sullo schermo di una TV, Batman o la Batmobile. Il team-up culminerà nel 2014 nella miniserie revival a fumetti Batman ’66 Meets The Green Hornet, scritta dal regista, e gran visir di tutti i nerd sin dagli anni 90, Kevin Smith. Van Williams racconterà anni dopo che Batman e Robin avrebbero dovuto vincere la loro zuffa con i due ospiti, visto che lo scontro andava in scena in un episodio di Batman. Ma Bruce Lee non voleva saperne di perdere contro Robin e, arrivato il giorno delle riprese, Burt Ward (Robin) era “pietrificato all’idea di lavorare con Bruce”. Temendo che avrebbe potuto anche non uscirne vivo, metti: Lee lo aveva guardato storto per tutto il giorno, senza dire una sola parola. Era uno scherzo, ma Ward l’avrebbe scoperto solo dopo. Si decise che lo scontro sarebbe terminato in pareggio, per il bene di tutti, soprattutto quelli in calzoncini corti.

IL VERO CLIFF BOOTH

Quando Il Calabrone Verde arriva in televisione, è da subito chiaro a tutti che la vera star dello show è Kato, e Bruce Lee viene invitato in radio, in TV, ovunque. Guadagna più da quelle ospitate che con quanto lo pagano per girare la serie. Si presenta sempre mascherato da Kato, è il personaggio ad essere popolare, più che il suo interprete. L’esatto contrario di quanto avviene a Hong Kong, dove Lee è già una star e la serie viene ribattezzata in suo onore The Kato Show. Chiusa l’avventura televisiva, il Calabrone Verde torna a combattere il crimine più e più volte nel corso degli anni. In varie testate a fumetti, nel film di Hong Kong del ’94, nel più celebre The Green Hornet di Michel Gondry, scritto da Seth Rogen ed Evan Goldberg, e grazie a tutta una serie di citazioni e omaggi. Dal Black Mask di Jet Li (1996) alla comparsata di Van Williams nel film Dragon – La storia di Bruce Lee, nei panni del regista della prima puntata de Il Calabrone Verde. O agli 88 folli di Johnny Mo in Kill Bill. E parlando di Tarantino…

Sì, c’è la storia di Brad Pitt che mena Bruce Lee (Mike Moh) in C’era una volta a… Hollywood. Una scena che non è piaciuta alla figlia di Lee, Shannon, e che per Tarantino serviva soprattutto a mostrare la forza di Cliff. Una storia, in buona sostanza, vera. Il confronto con Cliff è basato sul vero rapporto che Lee ebbe con Gene LeBell, detto Judo Gene, ex wrestler, stuntman, chiamato dalla produzione per far capire a Bruce che non doveva colpire troppo forte gli stuntman sul set. I due diverranno amici e sarà Judo Gene a insegnare a Lee l’importanza delle prese, in seguito incorporate sia nei film di Bruce che nel suo Jeet Kune Do.

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