C’era una volta a… Hollywood, il nuovo film di Quentin Tarantino appena presentato a Cannes, non mancherà di scatenare polemiche e accuse di violenza eccessiva e sfruttamento di una tragedia. D’altro canto, la sua trama gira intorno ai delitti della Family di Charles Manson e, in particolare, all’assassinio di Sharon Tate, all’epoca moglie di Roman Polanski. Dopo la première di Cannes, qualcuno ha già iniziato a domandarsi quale sia il confine tra omaggio e cattivo gusto.
Ma ora, dal coro, si è sollevata una voce più autorevole delle altre. Emmanuelle Seigner, moglie di Polanski, ha attaccato Tarantino, accusandolo di aver fatto il film senza prima consultare suo marito. L’attrice ha pubblicato un post su Instagram in cui ha accusato Tarantino di “usare la tragica vita di una persona e poi calpestarla del tutto”, solo per raccontare una storia.
“Dico solo che loro [Hollywood] non hanno problemi a fare un film che racconta la tragica storia di Roman… e allo stesso tempo lo hanno reso un paria. Il tutto senza consultarlo, ovviamente”. Seigner si riferisce all’esilio di Polanski, che dal 1978 non mette piede sul suolo americano dopo aver ammesso di aver fatto sesso con una tredicenne e aver scontato una breve pena. Per la verità sarebbe più corretto parlare di auto-esilio: Polanski ha lasciato gli Stati Uniti dopo aver appreso che il giudice intendeva strappare l’accordo raggiunto e condannarlo a cinquant’anni di carcere.
Polanski è presente come personaggio in C’era una volta a… Hollywood, interpretato da Rafal Zawierucha. Ma si tratta di un ruolo minore. Al contrario, Sharon Tate è “il cuore pulsante della storia”, come l’ha definita Margot Robbie riportando le parole di Tarantino.
Leggi la nostra recensione di C’era una volta a… Hollywood da Cannes.
Guarda il trailer del nuovo film di Tarantino.
Fonte: Deadline
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