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Robert Englund. Un nome che ispira orrore al solo pronunciarlo, perché legato ad un personaggio che ha alimentato gli incubi di intere generazioni di spettatori: Freddy Krueger, il serial killer onirico partorito dal genio di Wes Craven, una delle grandi icone horror del cinema contemporaneo.
Robert Englund ha interpretato il temibile Freddy in otto film e, proprio per questo, non è mai riuscito a separarsi da quel ruolo (e perché dovrebbe? Il pubblico lo ama!) ma la sua carriera non si riduce di certo a questa interpretazione. Sono moltissime le pellicole a cui ha preso parte, tra le più recenti troviamo The Midnight Man, l’ultima fatica di Travis Nicholas Zariwny (Travis Z), in arrivo nelle nostre sale l’11 gennaio.
Il suo curriculum comprende più di cento produzioni, tra cinema e televisione, eppure la settima arte non è stata la sua prima vocazione.
Nato a Glendale, in California, nel 1949, il giovane Robert Barton Englund sognava di diventare avvocato. Era stato l’amore a convincerlo ad intraprendere la carriera di attore, nello specifico la figlia di un’amica di famiglia. Invaghitosi di lei, decise di seguirla e di iscriversi ad un corso di teatro per ragazzini. Un periodo trascorso interpretando ruoli come Pinocchio e Peter Pan. Del resto era difficile immaginare quel giovane con i riccioli biondi e lo sguardo angelico in altri ruoli, sembrava l’emblema stesso della bontà.
Con l’ingresso nella Royal Academy of Dramatic Art, arrivarono le prime soddisfazioni. Anni trascorsi studiando, affinando la tecnica e calcando palchi teatrali. Nella prima metà degli anni ’70 il debutto sul grande schermo, con il film Buster and Billie. E Star Wars? Sì, avete capito bene: STAR WARS.
Non tutti lo sanno ma il contributo di Robert Englund alla saga di George Lucas è stato fondamentale. Era stato lui, infatti, a convincere Mark Hamill a presentarsi alle audizioni per il ruolo di Luke Skywalker. Erano sempre gli anni ’70 e il giovane Robert aveva partecipato, senza successo, ai provini per il film:
Dopo il provino sono tornato a casa e ho parlato con un ragazzo che dormiva sul mio divano, dopo aver bevuto sei Heineken, di Star Wars. Quel ragazzo era Mark Hamill. Gli dissi che George Lucas voleva girare un film ambientato nello spazio. E che forse lui era il volto giusto per quella pellicola. Il protagonista doveva essere un adolescente. E al tempo Mark interpretava adolescenti e liceali. Lui chiamò subito il suo agente e il giorno dopo fece il provino, conquistando tutti. Il resto è storia.
A compensare il rifiuto di Star Wars ci aveva pensato la serie V – Visitors. Il ruolo di Willy, un extraterrestre dall’animo buono (ancora un ruolo positivo), era riuscito ad imporlo all’attenzione del grande pubblico e, in qualche modo, aveva messo in mostra quel lato oscuro notato successivamente da Wes Craven. Robert Englund era perfetto per il ruolo di Freddy Krueger e il regista lo sapeva bene:
Nel momento del casting mi sono subito reso conto della sua potenza. Era pronto, e non vedeva l’ora di esplorare quel personaggio secondo la sua immaginazione, non solo la mia. La fisicità del personaggio, ad esempio, non era sullo script. Gran parte è frutto dell’improvvisazione di Robert.
Professionista prima di tutto, Robert Englund ha sempre donato anima e corpo ai suoi personaggi. Lo rivedremo nel ruolo di Freddy? No, ed è stato lui stesso a confermarlo durante una recente intervista. C’è chi si riscopre icona action in tarda età, come Liam Neeson, e chi invece è più interessato ad interpretare altri ruoli, esplorando diversi lati della sua personalità. Due modi opposti di mettersi in gioco, ugualmente validi:
Sono troppo vecchio per interpretare nuovamente Freddy. Se vogliono farmi girare una scena di combattimento ora deve essere sul serio piccola, non posso più girare la testa otto volte di seguito per ottenere diverse angolazioni. La schiena comincia a farmi male. Posso ancora essere spaventoso ma per lo più sono relegato a ruoli come Van Helsing o il vecchio dottore.
E, coincidenza, il suo personaggio in The Midnight Man è proprio un “vecchio dottore”, testimone di un orrore che proviene direttamente dai racconti Creepypasta, più precisamente quelli legati al “Gioco di Mezzanotte”, un rituale grazie al quale è possibile evocare il Midnight Man, in grado di rendere concrete le nostre più grandi paure.
E Robert Englund è decisamente un esperto di paura, nel corso della sua carriera ha esplorato gli incubi e l’orrore che si nasconde dentro ognuno di noi, passando di volta in volta dalla parte dei buoni e dei cattivi.
Terrificante sul grande schermo ma non nella vita, Robert Englund è anche famoso per il rapporto che, da sempre, conserva con i suoi fan. Chi ha avuto il piacere di incontrarlo l’ha sempre descritto come una persona umile, disponibile, consapevole che il successo non va mai dato per scontato ma è la diretta conseguenza delle nostre azioni, dentro e fuori dal set. Un terrificante gentiluomo, quindi, che ha lasciato un solco indelebile nel mondo della settima arte.
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