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Il meglio e il peggio del Punitore

Pubblicato il 27 novembre 2017 di Roberto Recchioni

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Grazie al catalogo Netflix possiamo avere una panoramica praticamente completa di tutti i prodotti legati al Punitore realizzati per cinema e televisione (tranne uno, che potete vedere solo su Youtube). Oltre a fornirvi i link, ve li metto in ordine di mio gradimento personale.

The Punisher (2004)
Diretto da Jonathan Hensleigh
con Thomas Jane

La pellicola di Hensleigh si pone nella seconda ondata di film tratti dai fumetti Marvel, quella che ha preso le mosse dagli X-Men di Singer del 2000 (o dal Blade di Norrington del 1998, se vogliamo essere precisi) e che è terminata con la nascita dei Marvel Studio. Una lunga sequenza di film non particolarmente brillanti tra cui possiamo ricordare cose assolutamente mediocri come Daredevil e Elektra. In questo solco si inserisce il secondo adattamento cinematografico del Punitore, che si rivela essere un filmetto poco ispirato che tradisce il personaggio in ogni aspetto, a cominciare dal fatto che, in questo film, Castle si limita a vendicare la sua famiglia e non scatena una guerra santa contro i criminali tutti, infliggendo a loro (e a sé stesso) la sua punizione. Il film ha un paio di scene riprese di peso dalla run Bentornato, Frank di Garth Ennis e Steve Dillon, ma la fedeltà al fumetto si ferma a questo. Particolarmente fastidiosa la recitazione di un Travolta raramente più svogliato di così. Dimenticabile sia come film action che come cinecomic.

The Punisher (1989)
Diretto da Mark Goldblatt
con Dolph Lundgren

Il film si apre con dei titoli di testa da tardi anni settanta, pur essendo la pellicola un classico action di serie B dei tardissimi anni ‘80. E questo stile a mezza via tra Death Wish (Il Giustiziere della Notte) e cose come Guerriero Americano (American Ninja) o Invasion USA, rimane la cifra stilistica per tutta la lunghezza della pellicola. Dolph è conciato per essere la trasposizione in carne e ossa del Frank Castle disegnato da Will Portacio e Jim Lee. Per quanto la pellicola sia assolutamente fedele nei toni e nelle trame rispetto alla serie a fumetti che veniva data alle stampe in quegli anni, i produttori e il regista scelsero (insensatamente) di non far vestire mai a Castle il suo iconico teschio sul kevlar, preferendogli una magliettina nera e di trasformarlo in un ex-poliziotto invece che in un reduce. Alla sua uscita, il film apparve datato come approccio e povero nella produzione ma, a riguardarlo oggi, non è per nulla male. È solido, semplice, e offre un Castle molto vicino alla sua interpretazione fumettistica classica, con un Lundgren fantastico. Alcuni elementi narrativi come Lady Tanaka e l’alleanza tra il crimine organizzato americano e la yakuza giapponese (rappresentata con insolita accuratezza rispetto agli standard dell’epoca), sono stati poi ripresi nelle serie televisive prodotte da Netflix. Ah, ovviamente, nel film ci sono i ninja e Louis Gosset Jr. perché negli anni ‘80 non poteva esistere un prodotto di serie B senza Louis Gossett Jr. e i ninja.

The Punisher (2017)
Serie televisiva Netflix
serie creata da Steve Lightfoot
con Jon Bernthal

Serie in tredici puntate di cinquanta minuti ciascuna in cui i Marvel Studios e Netflix portano all’estremo il concetto di allungare il brodo con sottotrame inutili e momenti di finta introspezione, utili solo ad allungare i tempi e portare a casa del girato facile, fatto di campi e controcampi di gente che parla di cose noiose. Non è la peggiore delle serie televisive prodotte dalla Marvel ma nemmeno la migliore.
Gli aspetti positivi sono le ottime interpretazioni di Jon Bernthal e Ben Barnes, con una menzione d’onore per la sempre volenterosa Deborah Ann Wool, che continua a cercare di dare corpo al personaggio di Karen Page che, serie dopo serie, stagione dopo stagione, è scritto in maniera sempre più dozzinale.
Rispetto al fumetto, l’ispirazione per il tono generale viene sicuramente dal lavoro di Garth Ennis e Goran Parlov ma senza la durezza, l’incisività e lo humor nero. Anche in questa produzione si perde di vista uno dei tratti più interessanti del personaggio, ovvero che la sua guerra è una crociata mossa contro il crimine tutto e non una resa dei conti personale. In senso assoluto, vince la noia a causa dell’eccesso di scene parlate (e spesso inutili), brutte regie, pochi mezzi, e sciatteria generale. Il tutto a scapito di un’azione che, quando c’è, non sarebbe nemmeno male (merito pure di un tasso di violenza piuttosto alto).

The Punisher: War Zone (2008)
Lexi Alezander
con Ray Stevenson

Il riferimento qui è al lavoro di Chuck Dixon e Jon Romita Jr. con un Ray Stevenson che è semplicemente perfetto, il miglior Punisher di sempre, e sembra letteralmente sbucato dalle pagine del fumetto. Pochi fronzoli. Tantissima azione e violenza, portata in scena dalla regista che, prima di mettersi dietro la macchina da presa, era una campionessa di kickboxing. Il film è solido, con un buon ritmo e un certo humor nero e cattivo gusto a tratti persino eccessivo. La cosa buona è che è un’ottima storia del Punisher. La cosa cattiva è che non è nulla di più. Per questo non ha avuto un grande eco.

Dirty Laundry (2012)
Diretto da Phil Joanou
con Thomas Jane

Cortometraggio apocrifo fortemente voluto dall’attore Thomas Jane per dimostrare agli studios che era l’attore adatto per interpretare nuovamente il Punisher e che i risultati deludenti della prima pellicola non erano da ascrivere a lui. Aveva ragione ma non lo sono stati a sentire. Il filmato si può trovare su Youtube e merita tantissimo. Il miglior adattamento del personaggio senza alcun dubbio per storia, tono, misura e regia.

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