Baby Driver: il regista Edgar Wright a Roma per la promozione del film!

Baby Driver: il regista Edgar Wright a Roma per la promozione del film!

Di Andrea Suatoni

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L’ultimo film del regista e sceneggiatore della Trilogia del Cornetto è in arrivo in tutte le sale italiane a partire dal 7 settembre: Edgar Wright ha incontrato oggi la stampa a Roma per promuovere il suoBaby Driver – Il Genio della Fuga, rispondendo alle domande dei giornalisti sul film ed anche sulla sua imminente presenza al 74° Festival di Venezia in veste di giurato.

Baby, il protagonista del film, può essere considerato un po’ la “somma” di tutti i personaggi dei suoi film precedenti; al contrario di questi però sembra molto più consapevole del suo posto nel mondo…

In un certo senso si: in effetti in vari dei miei film ho cercato di parlare della crescita e della ricerca della maturità. In questo caso però il fenomeno è inverso: Baby è un abile criminale che vuole avere una vita normale, cerca un cammino di normalità, all’inverso di ciò che accadeva nei miei precedenti film dove il protagonista da persona normale diventa pian piano qualcos’altro. Qui partiamo da un ragazzo molto giovane ma tutt’altro che inesperto, un criminale incallito che vorrebbe compiere un cammino a ritroso.

Uno dei punti di forza che ritroviamo in tutti i suoi film è il finale, imprevedibile e non convenzionale: in Baby Driver assistiamo ad una sorta di inversione di tendenza, il finale è inaspettato proprio perché in qualche modo tradizionalista. E’ stata la sua scelta fin dall’inizio oppure è stato effettuato qualche cambiamento in corsa?

Il finale che avete visto è quello originale, quello che avevo pensato fin dall’inizio. Si tratta di un finale che ha una morale potremmo dire etica, mentre in effetti ho ricevuto pressioni dai produttori per mandare il film in un’altra direzione. Ma la mia idea è stata fin dall’inizio meno “irresponsabile” di ciò che sarebbe potuto essere. E ne vado assolutamente fiero. La domanda che mi sono sempre posto guardando i gangster movie del passato è: cosa accade nei 15 minuti successivi al termine della pellicola?

All’interno del cast, c’è qualcuno con cui si è trovato meglio a lavorare? O magari peggio?

Sono stati tutti straordinari. E’ uncast di grandi nomi, in cui grandissimi attori si sono trovati spesso tutti insieme nello stesso ambiente a girare la stessa scena, addirittura due premi Oscar, Jamie Foxx e Kevin Spacey. Le più divertenti per me sono state quelle in cui si coalizzano per terrorizzare Baby.
I membri del cast hanno mostrato grande ammirazione l’uno per l’altro, sul set ho visto grandissimo rispetto e collaborazione. A volte mi trovavo in una situazione surreale in cui mi dimenticavo i essere regista e sceneggiatore, venivo rapito dalla recitazione di queste grandissime star e mi fermavo a godermi il momento.

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Il suo film Scott Pilgrim è tratto da un fumetto: crede che con baby Driver potrebbe accadere l’inverso, magari con una serie a fumetti tratta dal film?

Certamente: abbiamo già fatto qualcosa di simile con La Notte dei Morti Dementi. In realtà non abbiamo piani per un progetto del genere, ma mai dire mai.

Il suo mescolare generi diversi è segno di anarchia creativa e grande controllo allo stesso tempo…

Ho trovato una mia strada personale, nei 5 film che ho girato; pian piano forse mi sono costruito questa fama da “anarchico”, tramite dei caratteri che credo siano ben visibili anche e soprattutto in Baby Driver. Da una parte con i miei film cerco di intrattenere un pubblico “generico”, dall’altra inserisco determinati elementi che possono renderlo un cult per un tipo di pubblico diverso, così come è successo ad esempio per Scott Pilgrim che pur essendo stato un flop commerciale è tutt’ora adorato dagli appassionati di settore. La mia è una scommessa, nel “Cavallo di Troia” di un film commerciale nascondo concetti più sottili, che solo una ben precisa ed identificata fetta di pubblico può cogliere ed amare. Con Baby Driver ho accontentato sia il mio ego di scrittore e regista che i produttori: contiene le mie caratteristiche, i miei stilemi, le mie tematiche, ma anche caratteristiche più commerciali e facilmente vendibili al grande pubblico.

Nella sua carriera, ha in effetti spaziato attraverso moltissimi generi diversi: è segno di una sua personale crescita?

Scrivendo anche la sceneggiatura, ci metto molto tempo a far uscire un nuovo film; proprio per questo cerco di non ripetermi, mi piace cimentarmi ogni volta con un genere diverso. Ma si tratta ogni volta di un genere che amo: dall’horror, al thriller alla fantascienza all’action, rielaboro il genere mantenendo la mia visione personale, che può essere diventata più articolata con il tempo ma è sicuramente sempre la stessa fin dall’inizio. C’è una sorta di Fil Rouge che unisce tutti i miei film, se li si guarda da una determinata prospettiva.

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Baby Driver è coreografato in maniera ineccepibile, la musica rappresenta una grandissima parte del film: le canzoni sono arrivate forse ancora prima della sceneggiatura?

Senza avere i brani giusti, non avrei potuto scrivere la scena vera e propria, anche se magari una bozza della storia era già nella mia testa. Nella prima stesura della sceneggiatura quindi il 90% della colonna sonora era già stata definita. Tutto il resto è arrivato in seguito: le coreografie in particolare sono state elaborate durante la lavorazione, direttamente sul set.

Può parlarci del coinvolgimento di Walter Hill in Baby Driver?

Sono un grande ammiratore di The Driver, il suo film del 1978; ho avuto il privilegio di diventare amico di Walter circa 6 o 7 anni fa proprio ad una proiezione di The Driver, e in quell’occasione gli parlai del mio progetto. In Baby Driver interviene in un cameo vocale, la sua è una delle ultime voci che sentiamo nel film. Non ha voluto vedere il film in anteprima,  insistendo nel voler pagare il biglietto il giorno della prima; subito dopo mi ha chiamato per complimentarsi con me: è stato un momento incredibile.

Il Festival di Venezia sta per partire, e lei è uno dei giurati: quale sarà il suo approccio alle valutazioni? Crede che il suo stile personale possa influenzarle?

E’ la mia prima volta come giurato al festival di Venezia, dopo la primissima volta al Sundance nel 2015. Apprezzo moltissimo l’occasione di poter vedere film che sono lontani da quello che è il mio genere, che magari non andrei a vedere al cinema o che proprio non potrei andare a vedere in assoluto, poiché spesso tali pellicole non raggiungono il circuito della grande distribuzione americana. Cercherò di essere oggettivo al massimo, senza farmi influenzare dalle mie esperienze.

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Come cercherà di far valere le sue ragioni davanti agli altri giurati? Ha qualche “strategia”?

L’esperienza al Sundance è stata semplice: si votata, si contavano i voti, e si apriva una discussione solo in caso di ex aequo, ma sempre dai modi molto pacati. L’unica linea che cerco si seguire è quella di non investire un’unica opera di tutti i premi, dividendoli un po’ fra le varie pellicole. Non ho alcuna strategia, sono appena alla mia seconda esperienza: mi godrò semplicemente i film.

Cosa è andato storto con la Marvel in relazione al suo abbandono del progetto Ant-Man, che avrebbe dovuto dirigere dopo averne firmato la sceneggiatura?

Ero molto orgoglioso della sceneggiatura che avevo scritto per Ant-Man. Ma non mi è stato permesso realizzare il film in questione, sono stati fatti dei cambiamenti enormi allo script e mi sarei trovato a dirigere un film che non era il mio, quindi la mia scelta è stata obblgata: è stato difficile lasciare il progetto, ma ho fatto la cosa giusta, mantenendo la mia integrità personale di artista.

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La storia di Baby Driver ruota attorno a Baby (Ansel Elgort), talentuoso autista di una gang criminale che soffre di acufene, e ascolta perennemente la track list del suo iPod per coprire il ronzio che sente nelle orecchie: le scene d’azione del film sono quindi coreografate seguendo il ritmo delle sue scelte musicali.

Edgar Wright ha dichiarato a Entertainment Weekly:

Ho sempre voluto fare un film d’azione che fosse alimentato dalla musica. È una cosa che faceva parte dei miei film precedenti, e ho pensato a un modo per portare questo approccio a un livello superiore con un personaggio che ascolta musica per tutto il tempo. Quindi c’è questo giovane getaway driver [un autista adibito a guidare l’auto nelle fughe, ndr] costretto a musicare la sua intera esistenza, soprattutto le rapine in banca e le fughe che seguono.

Il cineasta, inoltre, ha sottolineato che non si tratta di una commedia, pur avendo qualche momento divertente: Baby Driver è un vero e proprio thriller d’azione, con molta suspense e un gran senso di minaccia.

Il cast di Baby Driver, scritto e diretto da Edgar Wright (L’alba dei morti dementiHot FuzzScott Pilgrim vs. the WorldLa fine del mondo), include Ansel ElgortLily JamesJon HammEiza GonzálezJon BernthalJamie Foxx e Kevin Spacey. L’uscita italiana è attesa per il 7 settembre.

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