Recensione a cura di Adriano Ercolani, New York.
Che Edgar Wright fosse un cineasta capace di lavorare su qualsiasi genere cinematografico per trasformarlo in parodia intelligente lo avevano già ampiamente dimostrato i suoi film precedenti. Con il suo nuovo action-movie però il regista inglese dimostra di poter alzare il tiro, lavorando su una commistione di toni fino ad oggi inesplorata.
L’incipit di Baby Driver – Il Genio della Fuga è portentoso, senza mezzi termini la cosa migliore del prodotto. Montaggio, colonna sonora, inquadrature mirabolanti e una sana dose di scanzonata ironia fanno dei primi minuti una sequenza che a nostro avviso verrà ricordato nel tempo. Il riferimento pare essere esplicitamente un cult-movie come Drive di Nicolas Winding Refn, riproposto in salsa pop condita con una notevole spruzzata di adrenalina. L’effetto è stupefacente, anche perché Ansel Elgort è perfetto con la sua innocenza sbarazzina nel sembrare un pesce fuor d’acqua in mezzo a una banda di rapinatori tutt’altro che raccomandabili.
Praticamente tutto nella prima parte di Baby Driver – Il Genio della Fuga è gran cinema, dallo sviluppo classico della trama alla rappresentazione scanzonata dei personaggi. Wright strizza l’occhio al cinema del passato senza volerlo forzatamente riproporre in salsa post-moderna, tutt’altro. Il suo approccio è come sempre affettuoso, ironico, quasi gentile nonostante un genere come l’heist-movie non lo consenta o quasi. Altro merito di Baby Driver – Il Genio della Fuga è la direzione degli attori: il cast gigantesco è decisamente al suo meglio, in particolar modo un Kevin Spacey che al cinema non vedevamo così in forma da anni. Il suo Doc sa essere mellifluo e apprezzabile a seconda di ciò che richiede la trama, e scivolare con credibilità attraverso le varie sfaccettature della sua psicologia è una merito che va senz’altro attribuito alle doti dell’attore. Ma Kevin Spacey non è soltanto Spacey, anzi: come già accennato Elgort è totalmente in parte, soprattutto fisicamente. Lily James è dolcissima e totalmente in parte nel ruolo dell’angelica Debora, così come Jon Hamm, Jamie Foxx e Jon Bernthal si rivelano criminali di statura. Sono loro a condurre il gioco, da attori consumati, quando si tratta di esplorare il tono drammatico della storia.
Se proprio si vuole trovare un difetto a Baby Driver – Il Genio della Fuga potremmo dire che la prima parte del film, quella più leggera, rimane maggiormente impressa rispetto alla seconda, probabilmente anche perché le scene di stunt e le migliori acrobazie al volante sono contenute principalmente all’inizio. Questo però non significa che il film non funzioni nella sua interezza, tutt’altro: lo spettacolo è garantito, il divertimento altrettanto. Cinema di genere con tante idee e poco CGI, che poi è quello vagamente old-style che noi continueremo sempre a prediligere…
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