Cinema

Universal Monsters: Boris Karloff da Frankenstein a La Mummia

Pubblicato il 13 febbraio 2017 di Filippo Magnifico

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I protagonisti dei grandi classici horror targati Universal Pictures sono pronti per rivivere sul grande schermo! Con La Mummia, il reboot interpretato da Tom Cruise, Annabelle Wallis, Sofia Boutella, Jake Johnson in arrivo nelle nostre sale l’8 giugno 2017, verrà ufficialmente inaugurato l’Universo cinematografico dei mostri della Universal. Un universo condiviso su modello Marvel, animato però da figure che sono molto lontane dai classici supereroi. Il passato, però, non va dimenticato. Proprio per questo la redazione di ScreenWEEK.it ha deciso di condurvi lungo un viaggio nostalgico e terrificante, alla scoperta di pellicole che hanno lasciato un solco indelebile nella storia del cinema e di personaggi affascinanti come Dracula, l’Uomo Invisibile, il Mostro della Laguna Nera, l’Uomo Lupo. Nel secondo appuntamento vi abbiamo parlato del Mostro di Frankenstein, oggi è il turno di un altro film che ha consacrato il mito di Boris Karloff e che prossimamente rivivrà sul grande schermo: La Mummia.

Il nostro viaggio nei meandri infernali della Universal ci porta dritti nell’antico Egitto, al cospetto di Im-ho-tep – alias Boris Karloff – la mummia più famosa che il grande schermo ha potuto conoscere. Siamo nel 1932 e in America la maledizione di Tutankhamun diventa lo spunto di uno script nato per descrivere una storia completamente diversa.

La Mummia nasce dalle ceneri di una sceneggiatura incentrata sul personaggio di Cagliostro (la Universal era in cerca di un horror che potesse ricordare i loro titoli precedenti: Dracula e Frankenstein), rimaneggiata da John L. Balderston che, scherzi del destino, aveva scritto un articolo sull’apertura della tomba di Tutankhamun per il New York World. Il risultato è un film che, sulla scia del suo predecessore Dracula, racconta una storia d’amore scandita tra i secoli, e presenta un personaggio altrettanto affascinante.

I punti in comune con il Dracula di Tod Browning sono molti, a cominciare dalla caratterizzazione dei protagonisti, non morti destinati a vagare nei secoli e in grado di plasmare la volontà umana a loro piacimento. Ma il collegamento più significativo è racchiuso nel nome di Karl Freund. Il regista, qui al suo esordio, aveva infatti curato la fotografia del film con Bela Lugosi (c’è chi dice che abbia contribuito più lui alla sua realizzazione che Tod Browing).

Trovarsi di fronte a sua maestà Karloff (che nei poster figurava come “Karloff the Uncanny“: Karloff il misterioso, il soprannaturale) deve essere stato un vero onore e bisogna dire che Freund ha saputo incorniciare la sofferenza dell’attore in maniera perfetta. Un dolore al quale indubbiamente deve aver contribuito anche il trucco di Jack Pierce che non doveva essere certo facile da sopportare e soprattutto da togliere (più di otto ore per ottenere l’effetto desiderato, abbiamo già parlato di Jack Pierce nel precedente post ma una figura così importante merita un approfondimento che, ovviamente, è in programma). Il risultato finale è una maschera tragica che riesce benissimo ad esprimere la tristezza accumulata durante i secoli.

Due specchi infranti”, questa è stata la definizione che Zita Johann, sua compagna sul set, ha dato degli occhi di Boris Karloff. Una descrizione perfetta, che vale più di mille parole.

Per oggi è tutto. Rimanete sintonizzati sulle nostre frequenze, perché la prossima settimana ci sarà la seconda tappa di questo viaggio che vi porterà alla scoperta dell’Universo dei Mostri della Universal. Vi invitiamo anche a seguire la pagina Facebook Universal Monsters Universe, in grado di placare la vostra sete di orrore classico, senza dimenticare l’hashtag #MonsterSW, indispensabile per rimanere costantemente aggiornati sul nostro viaggio.

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