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Arrival di Denis Villeneuve è stato spesso paragonato a Interstellar di Christopher Nolan, e anche se i due film sono evidentemente diversi, non c’è dubbio che entrambi condividano una concezione del tempo piuttosto simile, almeno da quanto emerge nei rispettivi finali: in ambedue i casi, infatti, c’è un’idea di tempo come dimensione non “consequenziale” (quindi composta da un prima, un adesso e un dopo), ma “contemporanea” (come se gli eventi di passato, presente e futuro si svolgessero tutti nello stesso momento). Da questo punto di vista, Mattatoio n° 5 di Kurt Vonnegut costituisce un precedente importante per entrambi.
In origine, però, le similitudini erano anche maggiori, e lo sceneggiatore Eric Heisserer ha svelato a Collider che l’uscita di Interstellar lo ha spinto a cambiare l’epilogo del film.
Posso dire che l’unico cambiamento significativo è stato il dono che ci lasciano gli eptapodi. Nelle prime versioni ci donavano gli schemi di costruzione di un’astronave interstellare, come una specie di arca. E poi è uscito Interstellar di Chris Nolan, quindi ci siamo riuniti e abbiamo detto “Beh, ora questo non funziona più” [ride]. Quindi ci siamo focalizzati su ciò che avevamo di fronte a noi, che era il potere del loro linguaggio.
In realtà, l’idea degli schemi di costruzione per l’astronave avrebbe reso Arrival fin troppo simile a Contact, ma Heisserer ha avuto l’intuizione giusta quando ha deciso di concentrarsi sul linguaggio: quest’ultimo è un dono che permette all’umanità di emanciparsi come specie, acquisendo una conoscenza più esaustiva dell’universo, all’interno di un percorso formativo che passa dall’individuale all’universale. La specificità del film – ma anche la sua complessità – è proprio questa.
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Ed ecco la sinossi ufficiale:
Quando misteriose astronavi atterrano da un capo all’altro del mondo, una squadra d’elite – guidata dall’esperta linguista Louise Banks (Amy Adams) – viene messa insieme per investigare. Mentre l’umanità vacilla sull’orlo di una guerra globale, Banks e la squadra lottano contro il tempo per avere delle risposte; ma, per trovarle, la donna correrà un rischio che metterà in pericolo la sua vita, e probabilmente l’umanità intera.
Denis Villeneuve, reduce da Sicario e attualmente impegnato con le riprese di Blade Runner 2, propende per una fantascienza contemplativa, a metà fra Stanley Kubrick e Steven Spielberg.
La fotografia di Arrival è opera di Bradford Young, lo stesso di Selma e A Most Violent Year, mentre il cast comprende anche Forest Whitaker e Michael Stuhlbarg.
Fonte: Independent
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