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Sono passati ormai sette anni da quando la mangaka Ai Yazawa ha abbandonato la sua opera più famosa: a causa di gravi problemi di salute, ancora non del tutto risolti, l’autrice aveva interrotto nel 2009 la serializzazione del manga Nana, sancendo di rimando anche la chiusura della serie anime televisiva tratta dal fumetto.
Ai Yazawa è conosciutissima in tutto il mondo per i suoi manga shojo (incentrati cioè su storie d’amore fra adolescenti), alcuni dei quali sono divenuti dei fenomeni cult anche in Italia in seguito alle varie trasposizioni televisive che ne sono derivate: la serie animata Curiosando nei Cortili del Cuore, tratta dal suo manga Gokinjo monogatari (tradotto da noi come Cortili del Cuore) l’ha fatta conoscere al grande pubblico tramite il canale Mediaset Italia 1, ma la consacrazione italiana arrivava anni dopo proprio con l’anime di Nana, la sua ultima opera, trasmessa da MTV fino alla sua interruzione conseguente all’abbandono del manga da parte dell’autrice.
Fra le opere di Ai Yazawa, collaboratrice assidua dell’editrice Shueisha giapponese (una delle più famose case editrici nipponiche, basti pensare ai suoi One Piece, Dragon Ball o Naruto) segnaliamo anche Paradise Kiss, Non sono un Angelo e Ultimi Raggi di Luna.
IL MANGA
La serializzazione di Nana iniziava il 15 Maggio 2000, per la rivisita Cookie della Shueisha; il manga ebbe fin da subito un grande seguito sia a causa del gran nome della fumettista, sia perché arrivava a toccare temi molto più adulti e complessi delle opere precedenti.
Sullo sfondo di una lotta a livello discografico fra due rockband, una girandola di personaggi, fra cui le due protagoniste omonime Nana, intratteneva relazioni a cavallo fra la morbosità e la crescita personale per una narrazione che affondava profondamente i denti in un’indagine psicologica e critica sui rapporti umani in generale. Dall’amore, all’amicizia, alla rivalsa lavorativa fino al tradimento, alla maternità, ad accenni di omosessualità latente, all’accettazione della morte e ad una trattazione sottile di un rapporto che sfiora la pedofilia, praticamente tutta la gamma delle possibili emozioni umane viene indagata attraverso le diverse psicologie dei personaggi principali, dando vita ad un affresco tragicomico ed estremamente profondo che ha fatto breccia nel cuore dei fan ad un livello definitivo.
Nel Giugno 2009, dopo ben 9 anni di serializzazione mensile quasi continua e 84 capitoli racchiusi in 21 Tankobon (volumetti) escludendo speciali e spin-off, Ai Yazawa dichiarava che a causa di un non meglio specificato problema medico si trovava costretta ad interrompere il suo lavoro e veniva ricoverata in ospedale fino all’Aprile 2010. Da allora sulle condizioni di salute della Yazawa sono trapelate pochissime notizie, ma i fan non hanno mai perso la speranza di vedere la fine di Nana.
L’ANIME
La trasposizione animata di Nana divenne fin da subito un progetto ambizioso: con al centro della trama la crescita musicale e discografica di due band (una di successo, l’altra appena agli inizi), si dimostrò necessario creare dal nulla le due diverse musicalità e i due diversi toni delle band, proponendo con il prosieguo delle puntate canzoni inedite attribuite ai gruppi rock dei Blast (o Black Stones) o dei Trapnest, fin dalla stupenda sigla iniziale della serie.
Per dare voce alle due cantanti Nana e Reira vennero chiamate le famose (in patria) cantanti giapponesi Anna Tsuchiya e Olivia Lufkin; molte delle canzoni della Tsuchiya (attribuite fittiziamente ai Black Stones) e della Lufkin (per i Trapnest) scalarono la single chart giapponese, arrivando al 7° e 8° posto in classifica.
L’anime riprende fedelmente la storia del manga, interrompendosi al termine della prima stagione di 47 episodi ed andando a coprire i primi 12 volumi del fumetto: il materiale per una seconda stagione non era sufficiente, e la casa di produzione Madhouse decise di rispettare l’opera originale evitando di ideare episodi filler riempitivi che avrebbero rischiato di rovinare la complessa trama della mangaka. La continuazione del manga potrebbe sicuramente significare una seconda stagione televisiva di Nana quindi, per il giubilo dei fan della serie che da troppo attendono l’evento ma negli anni non hanno mai abbandonato l’autrice.
IL RITORNO
La notizia arriva dalla rivista Rola, rotocalco femminile di moda giapponese che alla Yazawa ha commissionato una copertina e ha dedicato un’intervista: all’interno della stessa, l’autrice ha affermato che i suoi problemi di salute, pur non risolti, non sono più gravi come in precedenza ed i tempi sono maturi per ricominciare a scrivere e disegnare la sua opera incompiuta. La notizia sembra verosimile anche in seguito ad un calendario di Nana disegnato dalla Yazawa a dicembre per il 2016, chiaro segno che le sue condizioni fisiche le permettono ormai di lavorare.
Dita incrociate da parte degli innumerevoli fan in tutto il globo: la storia di Nana, Hachiko, Reira, Ren, Yasu e compagni presto (?) riprenderà da dove era stata lasciata ed arriverà alla dovuta conclusione.
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