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MAGIC: Yoichi Takahashi parla della sua carriera e di Holly e Benji (Captain Tsubasa)

Pubblicato il 19 aprile 2015 di Marlen Vazzoler

Mondiali 2014: Il calcio secondo le serie animate giapponesi

La storia di Captain Tsubasa, in Italia conosciuto con il nome di Oliver Hutton (il nome usato per l’adattamento italiano nelle serie animate di Holly e Benji), continua a essere molto popolare nel nostro paese nonostante siano passati molti anni dall’uscita dell’ultima serie animata Holly e Benji Forever (Captain Tsubasa Road to 2002) che risale al 2004 e dalla mancata pubblicazione di ben 5 delle 7 serie a fumetti dedicate a questo personaggio.
Dal 1981 ad oggi, l’autore del manga Yoichi Takahashi ha disegnato diverse storie brevi e sette saghe più o meno lunghe: Captain Tsubasa; Captain Tsubasa: World Youth; Captain Tsubasa: Roat to 2002; Captain Tsubasa: Golden 23; Captain Tsubasa kaigai Gekito Hen; Captain Tsubasa: Rising Sun e Captain Tsubasa: Golden Kids. Gran parte del successo di questa serie è dovuto dalla abilità di Takahashi di creare dei personaggi affascinanti e all’inserimento di tiri incredibili spesso improponibili nella vita reale.

L’autore è stato ospite alla prima edizione di MAGIC a Monaco, dove è stato il protagonista di una conferenza dedicata al successo mondiale della sua opera. Di seguito vi riportiamo la trascrizione di alcune domande effettuate durante la conferenza e i punti principali di quanto rivelato dal mangaka.

Alla fine del reportage trovate la nostra breve intervista.

Il manga inizia nel 1980, in quel periodo in Francia il calcio è lo sport più popolare, così come in Europa e nel mondo. In Giappone non è uno sporto molto conosciuto, il baseball è il gioco più importante in Giappone, o le arti marziali o il sumo. Il calcio non viene rappresentato nei manga, perché ha scelto di fare un manga proprio su questo sport?

Negli anni 70, quando ero ancora alle superiori c’è stata la coppa del mondo in Argentina, vedendo questi giocatori che erano i miglior al mondo, e poi ho guardato il calcio giapponese. Sarebbe bello che il calcio giapponese fosse così bello e interessante come quello che ho visto alla televisione.

Prima del 1978 non aveva mai sentito parlare del calcio?

Si l’avevo già visto, lo conoscevo ma è stato proprio in quel momento che mi sono reso conto che era uno sport divertente.

Quando vi siete interessato a questo sport e avete deciso di disegnare un manga a riguardo, avete deciso anche di praticarlo?

L’ho praticato in palestra a scuola, ma giocavamo sopratutto a baseball.

Tsubasa è stato pubblicato nel 1980 sulla rivista Weekly Shounen Jump, una rivista molto popolare che esiste ancora oggi e pubblica One Piece e Naruto. Gli anni ottanta sono gli anni d’oro della rivista, a quell’epoca era la rivista più venduta del Giappone, ogni settimana venivano venduti diversi milioni di esemplari. All’epoca era stato il vostro obiettivo quello di essere pubblicato su questa rivista?

Si, si è stato il mio obiettivo.

Cosa ha rappresentato per voi il Jump?

Era la rivista di manga più venduta in Giappone, era un modo per diffondere il mio manga in tutto il Giappone.

Come avete cominciato a pubblicare su questa rivista?

La prima volta sono andato direttamente dall’editore, ed ho realizzato uno one shot che mi ha commissionato. Poi ho continuato a partecipare a dei piccoli concorsi per la scoperta di nuovi mangaka. Ho debuttato a 18 anni dopo le superiori e a 20 anni sono riuscito ad essere pubblicato tramite uno di questi concorsi. Lo one shot (fumetto breve) di Captain Tsubasa mi ha permesso di vincere quel concorso e da quella storia è nata la serie.

È stato difficile spiegare le regole del calcio ai lettori giapponesi? Oppure è stato un elemento poco importante?

In seguito al mio debutto mi sono trovato a spiegare tutte le diverse regole e termini del gioco perché all’epoca in Giappone non c’era la Lega professionista e la gente non conosceva le regole.

Che ricordo ha dei suoi primi anni di lavoro?

Quello che mi ricordo è che all’epoca non c’erano manga che parlavano di calcio, e non avevo nulla su cui basarmi, e sono dovuto andare avanti alla cieca. E questo è il ricordo che mi è rimasto di quell’epoca.

Non avevate l’opportunità di farvi mandare delle videocassette sulle partite dell’epoca?

Certo, guardavo molte partite alla televisione e leggevo le riviste sul calcio per ispirarmi per degli episodi.

All’inizio della storia Tsubasa spiega che il pallone da calcio è il suo migliore amico, è una delle cose che ricordiamo maggiormente di questa serie. Come è nata l’idea?

I giapponesi prestano molta attenzione ai loro oggetti, credono che in ogni cosa sia presente un anima. Essendo un oggetto che sta sempre con Tsubasa, anche se lo prende a calci, prova affetto per lui.

Captain Tsubasa ha contribuito a rendere popolare il calcio in Giappone. Ha contribuito a rinnovare in generale lo stile dei manga sportivi. Perché prima di Captain Tsubasa i manga sportivi raccontavano delle storie con dei personaggi con dei sentimenti tormentati e lo sport non era necessariamente in primo piano. Voi invece avete fatto un vero manga d’azione, avete messo in primo piano lo sport e lo spirito di squadra. Siete d’accordo con questo punto di vista?

Effettivamente come avete detto c’erano molti manga con degli sportivi torturati. La moda, il messaggio principale dei manga sportivi di quell’epoca era di mostrare la resistenza dei giocatori passando attraverso diversi esercizi, combattendo delle persone molto più forti. Ho voluto esprimere come fare sport potesse essere divertente, come avere una squadra sulla quale poter contare e che la maggior parte dei giocatori fossero sempre contenti.

Nel 1993 torna a disegnare Tsubasa, e da inizio alla seconda grande saga, World Youth composta da 18 volumi. Perché ha deciso di tornare a disegnare Tsubasa?

Dopo aver disegnato manga su altri sport mi sono accorto che adoro il calcio e che mi mancava, non l’avevo disegnato da un po’ e mi era mancato. Inoltre bisogna pensare che il gioco del calcio era molto evoluto in Giappone e siamo arrivati a un punto in cui avevamo ottenuto il diritto di giocare alla Coppa del mondo, e mi sono lasciato influenzare.

In World Youth Tsubasa va a giocare in America del Sud, a vent’anni partecipa alla Coppa del mondo. Alla fine di World Youth Tsubasa si sposa con Sanae [Nakazawa] (Patty Gatsby), la sostenitrice che la supportato per tutta la serie. È stata molto paziente visto che ha dovuto attendere 50 volumetti prima di arrivare a questo punto. Ma Captain Tsubasa non è una commedia romantica, quindi come è nata l’idea del matrimonio? È stato richiesto dai fan o è stata una vostra idea?

Ci sono molti calciatori che si sposano da giovani. E quando Tsubasa è diventato un professionista ha avuto bisogno del supporto di Sanae per la sua carriera.

Sanae è un personaggio che volete continuare a proporre nel manga, con questo ruolo di supporto?

Si continuerà ad apparire anche nelle nuove serie.

Nel 2002 parte una nuova serie, Road to 2002. In questo manga torniamo in Europa, Hyuga va a giocare alla Juventus, Wakabayashi in Germania. Nel 2002 il Giappone ospita la Coppa del Mondo, è stato questo il motivo che vi ha spinto a tornare ancora una volta sulla saga?

Si è proprio così. Visto che si tenevano in Giappone, ho voluto incoraggiare il Giappone attraverso il mio manga.

Ma perché ha deciso di far andare a giocare in Europa i personaggi?
Dato che questo manga racconta la storia di un evoluzione, questi giocatori migliorano in continuazione nel gioco del calcio. Ed è naturale che vadano a giocare per delle squadre forti, e dato che in Europa sono più forti, li ho fatti andare là.

Nel resto della conferenza l’autore ha aggiunto:

-da bambino seguiva la serie animata Akaki Chi no Eleven (Arrivano i Superboys);
Misaki Taro (Tom Becker), è il personaggio che disegna con più difficoltà;
Ishizaki Ryo (Bruce Harper) è il personaggio che disegna con più facilità;
-ha voluto cambiare un po’ dopo la conclusione di Tsubasa, disegnando manga su altri sport come il tennis, il baseball e il pugilato;
-ha praticato il tennis;
-non ha mai praticato il pugilato ma gli piace seguirlo in televisione;
-disegnerò Captain Tsubasa fino alla morte;
-dopo Road to 2002 il manga viene pubblicato in una rivista più matura Weekly Young Jump. Questo passaggio fa parte dell’evoluzione del manga che parla di storie più adulte;
-stesso discorso per il cambio di rivista con Rising Sun nel 2013, pubblicata sulla rivista per un pubblico adulto, Grand Jump;
-durante la pubblicazione settimanale, realizzava 20 pagine in cinque giorni, quattro giorni se non dormiva;
-ora che ha cambiato rivista (Grand Jump è semi-mensile) e deve realizzare 24 pagine, cerca di finirle in due settimane ed ha un po’ più di tempo libero;
gli piacerebbe fare un manga sul foot-golf, da poco arrivato in Giappone. Si gioca su un campo da golf e si usa la palla da calcio al posto della pallina.

Ecco un video che spiega il Foot-Golf

-non molti sanno che è anche uno scrittore di romanzi;
-anche se ha lanciato un’idea un po’ sua del calcio, per molti anni molte persone lo hanno seguito e hanno apprezzato il suo lavoro;
-ancora oggi gioca a calcio, soprattutto con i figli;
-non ci sono molti mangaka che praticano sport;
-ama tutte le squadre che sono apparse nel manga, ma sopratutto la squadra Nankatsu NC che ha contribuito a creare e che vorrebbe far diventare una squadra di alto livello;
-ha deciso di inserire degli elementi relativi al mondo reale, quando ha deciso di far giocare Tsubasa a livello professionistico.

La conferenza non poteva non chiudersi con una domanda molto sentita dai fan in merito alla serie animata: quanto sono lunghi i campi da gioco?

“Effettivamente nell’anime sono lunghi e penso che sia una messa in scena che ha permesso di guadagnare del tempo sul parlato”.

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Ed eccoci arrivati alla nostra breve intervista con l’autore.

A Katsushika Ward, nella sua città natale, hanno eretto sette statue di bronzo dedicate ai personaggi di Captain Tsubasa. Può parlarci di come è nato questo progetto e cosa ne pensa?

C’è anche un manga ambientato a Katsushika Ward, Kochikame, ed esistono già altre statue. Visto che sono di Katsushita hanno deciso di creare delle statue sui miei personaggi, nello stesso modo in cui avevano fatto per gli altri manga. Anche il nome della Nankatsu deriva da Katsushima, da Minami Katsushima (il nome di un canale), perché Nan significa salsa e Minami Katsushima è Salsa Kastushima, quindi Nankatsu è salsa Katsushika.
Nel 2020 ci saranno le Olimpiadi quindi è stato fatto anche per promuovere Katsushika e attirare più gente.

Prima della Coppa del Mondo, alcuni giocatori della Japan League hanno fatto dei video in cui hanno ricreato dei tiri del manga, il razor shot, il twin shot e il reverse shot. Sono stati fatti per promuovere la Coppa del Mondo di calcio del 2014. Li ha visti? State già pensando a qualcosa per le Olimpiadi?

Naturalmente li ho visti, e vedere questi giocatori professionisti fare questi tiri mi ha reso molto felice.

Sa che in Italia i calciatori Iturbe e Gabbiadini hanno fatto qualcosa di simile, hanno ricreato il famoso tiro dei gemelli Tachibana, con Perin nei panni di Wakashimazu (Ed Warner). Il video era uno spot per il quotidiano la Gazzetta dello Sport…

Non lo sapevo.

Deve assolutamente vederlo, perché ne vale davvero la pena.

Posso trovarlo su Youtube?

Si

Ha scritto delle storie sui personaggi di Captain Tsubasa in Europa, e poi in Golden 23 è tornato a raccontare degli altri giocatori che giocano in Giappone e della squadra giapponese. Di questi due tronconi, le storie ambientate in Europa e in Sud America, e quelle ambientate in Giappone, quale preferisce scrivere e disegnare?

Disegnare la storia in Giappone è più semplice ed è in un certo senso confortevole. Disegnare storie invece ambientate in altri luoghi, per poterle disegnare devo immaginare e ottenere ispirazione da altre cose. Quindi da una parte è più divertente ma mi piace disegnare entrambe.

Adesso sta lavorando a due serie. Una è Rising Sun che è pubblicata su rivista e l’altra è Golden kids, che sta già uscendo in volumetti. Può spiegarci perché questi due fumetti sono stati stampati in modo diverso?

In realtà Golden Kids è stata pubblicata prima su telefono, non su una rivista. È stata serializzata sui telefoni cellulari.

Che effetto le ha fatto vedere i suoi manga pubblicati sul cellulare e non su carta?

Per me è la stessa cosa perché non cambio il modo in cui disegno, disegno la stessa pagina ed è solamente distribuito su cellulare prima di essere stampato su carta. Quindi per me alla fine c’è un libro. All’inizio disegno le stesse cose quindi non è molto diverso.

Da quando ha iniziato a disegnare Tsubasa, ha finito e iniziato altri manga. Ma dall’inizio ad adesso, che diversa sensazione prova nel lavorare a Captain Tsubasa? Il suo metodo, l’ambiente, i fan, il mondo del calcio…

Per me la grande differenza è stata il gioco del calcio in Giappone. Perché quando ho iniziato ho dovuto spiegare le regole nei miei manga, perché non c’erano molti giocatori di calcio in Giappone. Ma adesso la gente conosce tutto questo, ed è molto diverso. Adesso tutti sanno del calcio, quindi non c’è più bisogno di spiegare.

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