Cinema

Torino 2014, le top 5 della redazione di ScreenWEEK

Pubblicato il 30 novembre 2014 di Filippo Magnifico

Alla fine di ogni annata, come alla fine di ogni festival, arrivano le classifiche. Chiuso il Torino Film Festival 2013 ecco i 5 migliori secondo la redazione.

FILIPPO MAGNIFICO:

Whiplash di Damien Chazelle (sezione Festa Mobile)

Il film che ha trionfato all’ultima edizione del Sundance Film Festival non delude assolutamente le aspettative. Whiplash è un’opera caratterizzata da una potenza unica, che ci mostra un lato del mondo della musica che troppo spesso viene messo in secondo piano: quello dell’ostinazione, del voler raggiungere un’obiettivo a tutti i costi. Nel farlo il regista Damien Chazelle ha deciso di riproporre le atmosfere tipiche dei film di guerra, mostrandoci un professore che ricorda parecchio il sergente maggiore Hartman di Full Metal Jacket e delle lezioni che sono dei veri e propri addestramenti, con tanto di pubbliche umiliazioni. Da applausi J.K. Simmons, che nel dar vita al suo controverso personaggio ci propone un’interpretazione che non tralascia niente e coinvolge ogni parte del suo corpo, partendo dagli occhi, passando attraverso le corde vocali e giungendo, infine, alle mani.

The Guest di Adam Wingard (sezione After Hours)

Ricordatevi il nome di Adam Wingard, soprattutto se siete appassionati di cinema di genere. Sul suo curriculum vanta pellicole come V/H/S, The ABCs of Death, V/H/S/2 e l’ottimo You’re Next, in grado di giocare con i canoni tipici del cinema slasher uscendone vincitore. Con The Guest non ha fatto altro che realizzare un sentito omaggio agli anni ’80, che i nostalgici non potranno fare a meno di apprezzare. Il suo è un film che non si prende troppo sul serio, che alterna toni e tematiche in un susseguirsi di momenti ricchi di citazioni (Halloween di John Carpenter su tutti ma anche Terminator nello splendido finale). In poche parole una vera e propria chicca per ogni cinefilo nostalgico.

What We Do in the Shadows di Taika Waititi e Jemaine Clement (sezione Torino 32)

Se ci aveva fatto piacere la presenza tra i film in concorso di The Babadook, non possiamo che gioire ulteriormente di fronte ad un progetto così divertente e interessante come What We Do in the Shadows. Tra i registi troviamo Jemaine Clement, attore, regista, produttore nonché membro dei Flight of the Conchords. Il film è un finto documentario, incentrato sulla vita di un gruppo di vampiri di diversa età (il più giovane ha poco più di un secolo) che convivono nello stesso appartamento. Le telecamere li seguono nella (non) vita di tutti giorni, caratterizzata dalle consuete discussioni tra coinquilini e da scorribande notturne in cerca di vittime. Il tutto è condito da una buona dose di umorismo intelligente. È bello scoprire opere del genere, in grado di giocare con i canoni tipici del genere rimanendo profondamente rispettose allo stesso tempo.

The Homesman di Tommy Lee Jones (sezione Festa Mobile)

Tratto dall’omonimo romanzo scritto da Glendon Swarthout, The Homesman è il secondo film da Regista di Tommy Lee Jones, dopo l’ottimo Le Tre Sepolture. Anche in questo caso il genere di riferimento è il western e la struttura è molto classica. Questo non vuol dire che la pellicoa non riservi sorprese, tra cui un improvviso (ma più che mai efficace) cambio di rotta. Jones dimostra ancora una volta una profonda padronanza del genere, gioca con i grandi spazi, con la dura vita dei pionieri, e ci regala una toccante e profonda storia di maturazione.

Magic in the Moonlight di Woody Allen (sezione Festa Mobile)

Scritto benissimo, animato da un cast in piena forma e ricco di momenti divertenti. L’ultima fatica di Woody Allen è semplicemente adorabile.

GIUSEPPE BENINCASA:

l Torino Film Festival 2014 si è concluso e ha regalato al suo pubblico un calendario fitto di film interessanti. Non è stato semplice scegliere i 5 film più belli, sopratutto perché l’offerta è stata molto variegata e in diversi casi non è possibile fare un confronto diretto. Ho scelto quindi quelli che mi hanno lasciato qualcosa in più degli altri a livello emotivo e che in sala mi hanno stupito e portato dentro la storia in qualche modo.

Whiplash di Damien Chazelle (sezione Festa Mobile)

Un film denso e intenso. Completo e con un sound unico. Whiplash catturerà tutti per la sua storia, per i suoi magnifici interpreti e per la bellissima regia di Damien Chazelle che è anche sceneggiatore.

Magic in the Moonlight di Woody Allen (sezione Festa Mobile)

La nuova commedia di Woody Allen buca lo schermo come sempre ed entra dritta nel cuore degli spettatori. Riesce a insinuare nell’animo di chi assiste domande e punti di riflessione. Il valore aggiunto a una sceneggiatura praticamente perfetta sono i due protagonisti Colin Firth ed Emma Stone, entrambi in formissima.

What We Do in the Shadows di Taika Waititi e Jemaine Clement (sezione Torino 32)

Un finto documentario Neo Zelandese sulla vita da coinquilini di quattro vampiri: semplicemente geniale. Vampiri, licantropi, streghe e zombie non sono mai stati così divertenti. La particolarità della comicità attribuita ai mostri è che risulta estremamente naturale e non come una sequenza di gag costruite a tavolino. Complimenti agli autori!

La Teoria del Tutto di James Marsh (sezione Festa Mobile)

Un film non scontato che offre una panoramica sulla vita di un uomo decisamente fuori dal comune: Stephen Hawking. La Teoria del Tutto mostra la vita per quello che è, crudele, amara e ingiusta e ci propone di affrontarla comunque con la massima positività che abbiamo per trarne il meglio comunque vada. Un film commovente, divertente e profondo. La performance di Eddie Redmayne è da premio Oscar, non perdetevelo al cinema!

Infinitely Polar Bear di Maya Forbes (sezione Festa Mobile)

Un Mark Ruffalo in formissima ci fa amare un padre con seri problemi mentali che si ritrova a crescere due figlie. Lo scambio d’amore e d’esperienza tra le figlie e il padre è reso benissimo in una storia equilibrata tra commedia e drama.
La regista Maya Forbes ha scritto una sceneggiatura autobiografica e questo dà a tutto il film una profondità che solo le storie vere possono dare, e si nota.

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