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Torino 2013 – A proposito di Au Nom du Fils e The Conspiracy #Torino2013SW

Pubblicato il 01 dicembre 2013 di Filippo Magnifico

Au Nom du Fils (sezione After Hours)

Il film più coraggioso del festival e, soprattutto, il film che non avrà mai una distribuzione in Italia.
Astrid Whettnall interpreta una madre dalla profonda fede, le cui convinzioni vengono messe a dura prova nel momento in cui scopre che il figlio è stato molestato da un prete. In cerca di aiuto, la poverina si rivolge all’unica fonte di certezza per lei: la Chiesa, che però sembra più interessata ad insabbiare il tutto. L’unica soluzione è farsi giustizia da sola!
Il tono è quello della presa in giro, che cela però una profonda (e scomoda) denuncia. I momenti grotteschi si alternano ad altri ben più drammatici e si respira, soprattutto nella seconda parte, un’atmosfera che ricorda Kill Bill. Il parallelismo tra La Sposa di Quentin Tarantino e la protagonista risulta più che evidente, ma non è certo la caratteristica principale di quest’opera.
La Chiesa, ovviamente, non ci fa una bella figura ed è proprio questo il motivo per cui si prevede un futuro molto difficile a livello di distribuzione. Il fatto poi che la pellicola si rivolga ad un pubblico ben preciso, che condivide a priori determinate posizioni, potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo. In ogni caso da queste parti si è gradito, e anche parecchio.

The Conspiracy (sezione After Hours)

La moda dei mockumentary è passata da un pezzo, ma c’è ancora qualche regista ostinato che, forse spinto dall’essenza low budget di questi progetti, decide di cimentarsi.
Il più delle volte il risultato sono pellicole completamente inutili, ma ci sono anche le eccezioni. The Conspiracy, esordio al lungometraggio di Christopher MacBride, è appunto uno di questi casi.
Il film trae la sua ispirazione dalla “cultura”, sempre più dilagante, delle cospirazioni globali. Protagonisti due amici intenzionati a realizzare un documentario sull’argomento, che finiscono per immischiarsi in un sistema di poteri decisamente più grande (e pericoloso) di loro.
Lo spunto è decisamente attuale, ma quello che sul serio stupisce è il livello di tensione che la storia riesce a raggiungere lungo la sua evoluzione. È praticamente impossibile da ignorare, nonostante la consapevolezza che tutto (o quasi) quello che ci viene raccontato è frutto di una fervida immaginazione.

Vi ricordiamo che QUI trovate l’elenco dei vincitori della 31° edizione del Torino Film Festival.

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