Uscirà giovedì 28 febbraio nelle sale italiane Educazione Siberiana, il nuovo film del regista premio Oscar Gabriele Salvatores. Tratto dall’omonimo libro dello scrittore Nicolai Lilin, il film racconta della formazione criminale di un ragazzo di nome Kolima a cavallo degli anni ’90. Vive in una comunità di “criminali onesti”, una famiglia allargata di fuorilegge che ha un’etica e dei rituali ben precisi: si venerano le armi, i tatuaggi, si rispettano i disabili e gli anziani ma si disprezzano invece (con eventuale licenza di uccidere) i poliziotti, i comunisti, gli arricchiti.
Una produzione italiana, un cast internazionale per una pellicola costata 9 milioni di euro che è già stata venduta all’estero in molti mercati. Abbiamo incontrato a Roma non solo il regista, ma anche John Malkovich (nonno Kuzya), Eleanor Tomlinson (Xenja) e i due giovani esordienti Arnas Fedaravicius (Kolima) e Vilius Tumalavicius (Gagarin). Presenti alla conferenza anche gli sceneggiatori Stefano Rulli e Sandro Petraglia, lo stesso Lilin e i produttori di Cattleya e Rai Cinema.
Salvatores ha spiegato che Educazione Siberiana è un bell’esempio di come si possa cercare di aprire una breccia nel sistema di produzione, cercando di aspirare ad una dimensione europea per il cinema.
“Un film di prime volte. Tra quelli che ho girato è quello che preferisco di più, perché mi ha permesso di mettermi nuovamente in gioco e di imparare moltissimo. A volta bisogna uscire dal guscio e prendersi dei rischi.“
Ed il regista è sempre abituato in tal senso, considerando la varietà di generi che ha sperimentato nella sua carriera, dalle commedie (Mediterraneo, Happy Family), al noir (Quo Vadis Baby), la fantascienza (Nirvana) ed infine un’epica storia drammatica come questa. Salvatores ha parlato a lungo dell’impegno produttivo e dell’attenzione che hanno avuto per ogni aspetto di Educazione Siberiana:
“Abbiamo fatto alcuni screening test a Londra e sono andati molto bene. Più di una persona chiedeva qualcosa di più sulla scena finale. Nonostante avessimo smesso di girare da 5 mesi, e gli attori si erano già tagliati capelli, abbiamo deciso di rigirare la scena e di aggiungere qualcosa. C’è molto amore in questo progetto.“
Lo scrittore Nicolai Lilin, che ha basato il libro sulla sua drammatica e reale esperienza di vita in Russia, dove ha vissuto fino ai 18 anni, ha spiegato che tuttavia non si tratta di un autobiografia in senso puro, e non lo è quindi neanche il film che vuole avere un respiro internazionale e trasversale:
“La cosa importante di questo film non è l’approccio storico. Ho scritto un’opera letteraria basata dulle esperienze vissute, ma non vuole essere un documentario, né un saggio o un lavoro di giornalistico. Ho cercato di raccontare nel libro le storie umane, di quella che poi era l’esperienza di tutta la Russia in quel momento [ndr. dopo la caduta del Muro di Berlino]. Le guerre civili ci sono state ovunque. Il film è una revisione di una revisione letteraria, e per questo è universale, e può essere adattato per qualsiasi paese, per esempio alcuni stati medio orientali al momento attuale.“
John Malkovich ha parlato di come è stato coinvolto nel progetto e scritturato per il ruolo del patriarca della comunità, nonno Kuzya. Ha spiegato di essere un grande lettore di libri che raccontano la storia russa, e sebbene avesse letto di molte comunità criminali, non era mai entrato in contatto con questo particolare tipo di comunità
“Mi ha attirato moltissimo, e sono stato felice di realizzarlo. Ho interpretato il mio personaggio basandomi interamente sulla sceneggiatura. Mi sono basato su quello che è scritto: infatti io spesso non capisco gli aspetti della preparazione, e preferisco concentrarmi sugli aspetti pratici. In ogni caso i tatuaggi sono stati molto importanti per entrare nel personaggio. La truccatrice è bravissima a lavorare in questo senso, in particolare nella scena della sauna, che è fortemente esplicativa e dice moltissimo di quello è il personaggio. Io generalmente sono molto accorto: secondo me i costumi sono la prima cosa che vedi, e tendo a lavorare in stretta collaborazione con i costumisti. In questo caso era i tatuaggi il mio costume di scena.“
Gli sceneggiatori hanno spiegato come invece sono riusciti ad adattare il romanzo (350 pagine), in una pellicola di poco meno di due ore. Qualche sacrificio è stato necessario, e si è lavorato molto sui personaggi:
“È un piacere quando hai un libro così ricco di personaggi ed emozioni. La difficoltà è trovare una linea narrativa, che in un film è centrale ed essenziale. Abbiamo quindi dato maggior peso a Gagarin, facendone un co-protagonista, per evidenziare qualcosa di più universale che è la crisi che segue la fine delle ideologie e delle dittature. La crisi del senso. A cosa un giovane si deve legare per trovare un senso alla propria esistenza? Per il protagonista si esprime con l’attaccamento alle sue radici, mentre Gagarin è quello che invece vuole rompere con le tradizioni. Si attacca ad una modernità laica, che è la ricerca ossessiva del denaro e ne nasce un conflitto che è espressione di questa difficoltà nel trovare un suo senso e spazio. Ma in fondo la scena finale, quella del coltello spezzato, contiene il seme della speranza. La speranza di ricomporre un’amicizia andata perduto in un altro tempo e spazio.”
La giovane Eleanor Tomlinson, che a breve vedremo in un grosso kolossal fantasy che è Il Cacciatore di Giganti di Bryan Singer, si è trovata per la prima volta a lavorare in una produzione italiana e con il regista premio Oscar. Nel film interpreta la fragile Xenja, una ragazza che soffre di disturbi mentali e che viene aiutata dal protagonista e dalla comunità:
“È stata la mia primissima esperienza, di lavoro con Gabriele Salvatores, ma anche in generale nel cinema italiano. È stata una cosa nuova, che ho seguito con entusiasmo ed interesse. Ho fatto ricerche, per conoscere il lavoro di Gabriele. Una cosa che mi è piaciuta moltissimo è stata la possibilità di recitare acconto ad attori brillanti. Mi ha dato l’opportunità di brillare in questo ruolo.”
“Ad essere onesto, prima non conoscevo Salvatores. Poi mi sono documentato ed ho capito la dimensione del film che sarei andato ad interpretare. Essendo una persona molto emotiva, posso definire l’esperienza di Educazione Siberiana come mitica e magica.” ha spiegato il giovane Fedaravicius che interpretato Kolima. “Non c’era quasi bisogno di parlare sul set: è stata esperienza bellissima, con la possibilità di lavorare con attori che mi hanno ispirato.”
Vilius Tumalavicius (Gagarin): “Da quando sono cominciate le riprese sono sempre stato felice. Gabriele è una persona splendida, se fai degli errori non ti sgrida mai, ti chiede di provare in un altro modo. Ha una strana qualità: sa come dirti le cose, ma lo dice solo a te e solo tu puoi capire. Si crea una connessione profonda quando parla. Grazie di cuore.”
Ha ripreso poi la parola Salvatores, parlando dell’ambientazione della pellicola, e del fatto di essere ambientata a cavallo delle guerre civili russe, e di come abbia coinciso temporalmente con il cambiamento dei personaggi:
“Il cambiamento di un’epoca è sempre affascinante. La cosa che però mi interessava è che i protagonisti li vediamo in una doppia fase di cambiamento cruciale. Due mondi che cambiavano contemporaneamente, ma anche loro stessi che cambiavano e diventavano adulti. Il film è ambientato in un decennio molto particolare, sembra lontano, ma non è lontanissimo.”
Immancabile domanda a due giorni dalla consegna degli Oscar a Los Angeles, cerimonia che Salvatore ricorda con affetto visto l’Oscar vinto come Miglior Film Straniero nel 1992 grazie a Mediterraneo. Perché l’Italia non riesce più a vincere e nemmeno ad essere candidata?
“È un premio importante, tutti lo conoscono, però è un premio dell’industria americana. Non è quello a cui mirare. Ho visto film brutti che hanno vinto Oscar, e bellissimi nemmeno nominati. Bisogna preoccuparsi di raccontare storie principalmente, il resto viene dopo.“
Come si può racchiudere il significato di Educazione Siberiana in una sola frase:
“Un uomo non può possedere più di quello che il suo cuore sa amare. In questi anni se seguissimo di più questa regola vivremmo tutti meglio”.
Prodotto dalla Cattleya, Educazione Siberiana uscirà nelle nostre sale il prossimo 28 febbraio 2013 distribuito da 01 Distribution. Qui potete leggere un approfondimento sul libro mentre qui trovate la pagina Facebook ufficiale e qui l’account Twitter. Tornate nei prossimi giorni per le videointerviste al cast!
Fonte: ScreenWEEK