Siamo arrivati all’ultimo giorno del 2012, ed è giunto il momento di stillare anche la mia top ten dei film del 2012, dopo quelle di Leotruman, Filippo e Valentina. Fare una classica delle pellicole che mi sono piaciute di più non è stata un’impresa facile, primo: perché ho dovuto tener conto solamente dei film usciti nei nostri cinema, secondo: non ho potuto tenere in considerazione quelli visti nei Festival o comprati all’estero, e terzo: cerco sempre di evitare di classificare i miei film/registi/attori preferiti.
Anch’io ho deciso di mettere in classifica i film che mi hanno emozionato di più in questa stagione, che mi hanno fatto ridere, piangere, che mi hanno tenuto sul bordo della sedia e mi hanno fatto dimenticare tutto quello che conoscevo sulla trama del film, un’impresa non facile. Alla fine è uscita una lista un po’ particolare che a qualcuno farà probabilmente storcere il naso.
I runner-up sono stati: Il pescatore di sogni, ma ha avuto un ritmo troppo altalendante; Killer Joe è stato decisamente uno dei film che mi aveva colpito di più a Venezia, principalmente per l’interpretazione di McConaughey; The Grey mi ha tenuta veramente inchiodata alla sedia, mi ha fatto rivalutare Carnahan dopo l’A-Team; The Help e Killing Them Softly hanno avuto delle grandi interpretazioni d’insieme, ma la storia non mi ha coinvolto come nei film della top ten; Paradiso amaro all’inizio mi aveva spiazzato, ma col proseguo della storia è decisamente migliorato; in The Amazing Spider-Man, ho adorato l’alchimia tra i due protagonisti e infine Chronicle, mi è piaciuta tantissimo la seconda parte, ma la prima l’ho trovata un po’ insofferente.
Ecco la mia top-ten:
10 – Viaggio in paradiso
Sono certa che non ve l’aspettavate. Sono cresciuta con Mad Max e Arma Letale, adoro Mel Gibson quindi non potevo fare a meno di andare a vedere questo film che ho davvero apprezzato. Probabilmente in questo mio giudizio sono stata molto di parte, ma mi sono divertita un casino. La storia è molto semplice, ma il personaggio senza nome interpretato dal protagonista è affascinante e non puoi fare a meno di esser stregato dai suoi modi di fare. Certo siamo ben lontani da Martin Riggs o da altri personaggi storici di Gibson, l’attore ha ormai una certa età per fare questi ruoli, ma nonostante questo è riuscito a scavarsi un posticino tutto suo. L’unica cosa che non ho particolarmente apprezzato è stato l’uso della voce fuori campo, ma quella è una cosa che odio in tutti i film dai tempi di Blade Runner.
9 – Margin Call
Non è facile trovare dei film che riescono a parlare dell’economia in modo interessante. Wall Street è uno dei miglior film del genere, il sequel invece no, non è riuscito a ritrarre in modo adeguato la situazione economica di oggi, si è perso troppo sui rapporti interpersonali fra i vari personaggi. Margin Call non è un film perfetto, ma se ami l’economia, non puoi fare a meno di apprezzare lo sforzo di raccontare una delle peggior truffe americane, in una storia che si svolge in meno di ventiquattro ore, negli uffici di una delle più grandi agenzie americane di broker.
Le interpretazioni del cast sono superlative, quanto quelle di The Help. Un film indipendente che avrebbe meritato qualcosa di più.
8 – Lockout
Guardando il film di James Mather, sembra di guardare la versione ambientata nello spazio di Fuga da Los Angeles, è innegabile. Snow non è Snake Plissen, non potrà mai eguagliarlo, ma la sua sfrontatezza nella scena dell’interrogatorio, dove continua a dire battute mentre viene picchiato, lo rende un grande. Guy Pearce ha dimostrato di poter reggere tranquillamente un film d’azione e Maggie Grace, nella parte della figlia del presidente, è riuscita ad essere alla sua altezza interpretando un personaggio interessante e non la solita lagna di turno.
7 – Il cavaliere oscuro – Il ritorno
Il mondo credibile che avevamo imparato ad amare nei film precedenti è sparito, e nonostante i buchi di sceneggiatura e il misterioso finale, Alfred sta sognando o li sta vedendo seriamente, sono riuscita a godermi la pellicola dall’inizio alla fine. I salti di gioia sul sedile del cinema quando è stato rivelato che la Cotillard interpretava Thalia, l’ammirazione per la Catwoman della Hathaway che è riuscita a prendere il posto di quella di Michelle Pfeiffer, lo stupore su come tutti sapevano l’identità di Batman, le miracolose guarigioni di Bruce e la sua scalata fuori dalla fossa… Sono stati tutti momenti che ho riassaporato nella mia mente e non c’è stato nessun buco di sceneggiatura, nemmeno la bomba, a farmi cambiare idea su questo film.
6 – L’arte di vincere
I film sportivi sono un altro genere non facile da realizzare, o racconti dei dramma strappalacrime oppure rimani nel territorio della commedia. Il film di Miller riesce a creare una storia commovente, anche se non ai livelli dell’Uomo dei sogni, basata su un ottima sceneggiatura di Aaron Sorkin e Steven Zaillian. Brad Pitt, di cui non sono una grande fan, riesce a dare una performance convincente al livello di Killing Them Softly, ma è Jonah Hill che ruba lo schermo nei panni di Peter.
5 – Venuto al mondo
Quando devo vedere un film, confesso che do sempre la precedenza alle pellicole straniere, e metto in secondo e in terzo piano quelle italiane. Non è che odio il nostro cinema, anzi, ci sono alcuni registi e attori che adoro, ma non amo i film di tendenza, o quelli basati principalmente su un comico, e in passato ho preso diverse scottate in alcuni film drammatici che mi hanno spinto a ragionare in questo modo. Cosa ci fa quindi a metà classifica il film di Sergio Castellito, che in generale la stampa italiana ha distrutto e quella estera ha apprezzato?
Quando ho sentito alcuni commenti positivi sul film, ho deciso di provare a dargli un occhiata, e devo dire di non essermene pentita. Erano anni che non vedevo un film italiano che mi ha colpito così profondamente e mi ha regalato così tante emozioni dall’inizio alla fine. La fotografia, ma soprattutto il trucco usato per l’invecchiamento dei personaggi, sono fantastici, così come le interpretazioni dei due protagonisti.
4 – Skyfall
Per me James Bond è sempre stato associato a Sean Connery. Daniel Craig ha fatto un buon lavoro nei film precedenti ma non era riuscito a scalfire questa mia convinzione, ma la pellicola di Sam Mendes lo ha fatto salire di grado, e adesso si trova al secondo posto, vicinissimo a Connery.
La fotografia è stata una festa per gli occhi, una delle migliori viste quest’anno, Mendes è riuscito a trasmettere tutta la sua passione per James Bond ed ha creato un film che, nonostante qualche buco nello script, è stato un viaggio sulle montagne russe dall’inizio alla fine. E poi ho particolarmente apprezzato Silva, uno dei migliori villain della serie che come unica pecca aveva quel terribile colore di capelli. Bardem è stato come al solito, fenomenale.
3 – Lawless
La storia dei fratello Bondurant è fantastica, ma sono i personaggi di Forrest (Hardy), Rakes (Pearce) e Maggie (Jessica Chastain) che rendono questo film meraviglioso. Pearce e Hardy sono i soliti trasformisti, e ci regalano due ottime interpretazioni e la Chastain in particolare, continua a dimostrarci la sua bravura, riuscendo a non farsi eclissare dalle performance dei colleghi, dandogli invece del filo da torcere.
Ma è Hardy la stella del film, all’inizio non puoi fare a meno di pensare di trovarti davanti a un bifolco e poi Forest inizia a parlare e rimani di sasso! Ma chi è quest’uomo? Per non parlare di quando rimane sorpreso nello scoprire di essere arrivato in ospedale grazie a Maggie, e non grazie alla leggendaria forza della sua famiglia.
2 – Argo
Com’è possibile che nonostante conosca la storia a menadito, sono lì incollata sul bordo della sedia, nella scena all’aeroporto, fino a quando l’aereo non dichiara di aver lasciato l’Iran, pregando che Tony e gli ostaggi riescano a fuggire dalle grinfie dei ribelli? Anche se so che alla fine ce la faranno, la nozione viene mandata su un angolino del mio cervello e seguo la storia come se non l’avessi mai sentita prima. Tutto questo è stato possibile grazie alla sceneggiatura di Terrio e all’ottima regia di Ben Affleck, che in questo film ho molto apprezzato anche come attore. Il regista è riuscito a mescolare sapientemente commedia, azione, dramma e a dirigere il cast alla perfezione, regalandoci alcune delle migliori performance di John Goodman e Alan Arkin.
1 – Quasi amici
Sul film che avrebbe occupato il podio di quest’anno non avevo dubbi, era una delle mie poche certezze. Sto parlando del superlativo film di Olivier Nakache ed Eric Toledano, che mi ha fatto conoscere il fantastico Omar Sy, uno dei miglior attori di quest’anno cinematografico. L’amicizia che viene a instaurarsi tra Driss e Phiippe ha qualcosa di magico, il colore della pelle, la loro posizione sociale non sono importanti, quello che conta è il rapporo sincero e franco che si è venuto a creare tra di loro. Imperdibile.