La fine dell’anno si avvicina. L’occasione giusta per tirare le somme di questa stagione cinematografica e stilare la consueta lista delle migliori pellicole del 2012. Ieri vi abbiamo proposto quella di Leotruman, oggi è il turno della mia.
Personalmente le Top 10 mi hanno sempre messo in crisi. Prima di tutto perché, per esperienza personale, posso dire che molto spesso ad una seconda (o terza) visione mi è capitato di cambiare opinione a proposito di un film, sia in positivo che in negativo; poi sopraggiunge il peso della responsabilità: racchiudere un’intera stagione cinematografico in una lista di dieci nomi, tenendo presente che ci sono pellicole che, per un motivo o per l’altro, non sei riuscito a vedere ma che di sicuro sarebbero finite in questa classifica.
Quindi nello stilare questa Top 10 mi sono attenuto a due semplici regole:
– Ho preso in considerazione film che sono usciti in Italia durante quest’anno. Ne ho visti molti altri che meriterebbero di entrare in questa classifica, ma la nostra distribuzione o li ha completamente ignorati o ha deciso di farli finire nella Top 10 del 2013 (ad esempio The Lords of Salem, The Sessions, Maniac).
– Non ho calcolato la qualità del film in sé. Ma la sensazione che mi ha lasciato una volta comparsi i titoli di coda, cosa che, per quanto mi riguarda, ha un valore importantissimo. Per questo motivo troverete all’interno di questa classifica titoli appartenenti ai generi più svariati. Che siano horror, action, drammatici, poco importa. La cosa essenziale e che mi abbiano fatto uscire dalla sala completamente soddisfatto.
Diamo dunque il via alle danze!
10 – La Talpa
C’è una scena brevissima in questa pellicola, all’interno della quale Gary Oldman si trova in macchina con altri personaggi e cerca di fare uscire una mosca dal finestrino. Una sequenza apparentemente insignificante ma così perfetta con quella sua aria retrò. Sarà strano a dirsi, ma è proprio grazie a quei pochi secondi che questa pellicola mi ha conquistato definitivamente. A quanto pare chi nel 2009 aveva elogiato quel piccolo gioiello di Lasciami Entrare e soprattutto il suo regista Tomas Alfredson aveva pienamente ragione. Io ovviamente ero tra loro.
9 – I Mercenari 2
Difendere una pellicola del genere è un’impresa persa in partenza? Può essere. Quindi non tenterò di farlo limitandomi ad un laconico: “Mi è piaciuto”. Del resto I Mercenari 2 non è certo un film che ha bisogno di essere difeso. È quello che è, prendere o lasciare. Ci troviamo di fronte ad una versione tamarra di Ocean’s Eleven, il cui appeal è direttamente proporzionale all’età dei suoi protagonisti. Chi è cresciuto negli anni ’80 ha sempre sognato un film del genere. Il secondo capitolo per quanto mi riguarda è stato superiore al primo per un semplice motivo: non ha provato neanche per un secondo ad essere “serio”, proponendoci quello che tutti si aspettavano una volta letti i nomi sul manifesto. Abbiamo un gruppo di icone del cinema action la cui età media tocca i 50 anni, se non di più. Ognuno di loro ha il suo momento di gloria, all’interno di una storia che sembra stata scritta 15 minuti prima di salire sul set. Eppure il film funziona e presenta un incipit che da solo è in grado di mangiarsi tutto quello che c’era stato nel precedente capitolo.
8 – The Avengers
La prima volta che ho visto il super gruppo al completo e, soprattutto, Capitan America avvolto nella sua tutina/pigiama ho pensato: “Ma non funziona assolutamente!”. Effettivamente presi singolarmente questi personaggi avevano un loro perché, ma uniti era come se mettessero in evidenza i loro difetti. Eppure il film funziona e anche parecchio. The Avengers ha il pregio di prendere le distanze dall’aria seriosa che sembra aver avvolto i cinecomic da un po’ di tempo a questa parte, proponendoci una storia all’insegna dell’adrenalina, consapevole delle sue origini cartacee e pronta più che mai ad offrici uno spettacolo che ha come principale obiettivo il più puro intrattenimento.
7 – Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno
Dopo una seconda visione devo riconoscere che il film è pieno zeppo di difetti, tra i quali buchi di sceneggiatura e cali di ritmo notevoli. Eppure non riesco a parlarne male. Per quanto mi riguarda rimane lo stesso inferiore al Cavaliere Oscuro, sia a livello di trama che di villain, ma è un film incredibilmente potente, a tal punto che riesce a far passare in secondo piano ogni pecca. Merito di Christopher Nolan, che ci regala momenti di regia straordinari, e merito anche di un cast particolarmente affiatato, tra cui spicca Gary Oldman, a cui hanno affidato i migliori momenti di questa storia dai connotati marcatamente politici.
6 – Shame
Questo è stato un po’ anche l’anno di Michael Fassbender, coinvolto in una serie di produzioni particolarmente attese, tra le quali il deludente Prometheus. In Shame quest’attore è stato in grado di offrirci un’interpretazione straordinaria, al servizio di una storia che parla di dipendenza e che, proprio per questo, si presenta come una fredda narrazione. La dipendenza dal sesso, rende vuoto ogni nostro gesto e questa pellicola ce lo ricorda in ogni istante, mostrandoci momenti che sulla carta dovrebbero essere particolarmente erotici ma che, a conti fatti, sono più freddi che mai.
Perché aspettare così tanto per far uscire un film con un così alto potenziale quando, soprattutto nell’affollato panorama del cinema di genere, non ci si pensa su due volte a produrre le migliori cialtronate? The Cabin in the Woods (questo il titolo originale) era praticamente pronto dal 2010, ma per una serie di vicissitudini non era riuscito a trovare una distribuzione. Fortunatamente c’è riuscito, per la gioia di tutti gli appassionati, tra cui il sottoscritto. Sì, perché senza ombra di dubbio ci troviamo di fronte ad uno dei migliori horror degli ultimi anni. Un film secco, veloce, senza troppe pretese e allo stesso tempo capace di spiattellarti così, su due piedi, una riflessione metacinematagrofica mica male e, cosa ancora più importante, in grado di non prendersi troppo sul serio.
4 – Cosmopolis
Ho visto questo film due volte e tutte e due le occasioni c’è stato qualcuno che a metà proiezione si è alzato per lasciare la sala. Questo solo per dire che in molti hanno criticato Cosmopolis, l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Don DeLillo diretto dal grande David Cronenberg. Ora, io non so cosa si aspettasse la gente da questa pellicola, molti forse si sono fatti ingannare dal nome di Robert Pattinson sul manifesto… Per quanto mi riguarda ci troviamo di fronte ad una grande opera, in grado di ripercorrere gran parte di quelle ossessioni che hanno caratterizzato il lavoro di questo regista e di metterle al servizio di una storia che sfugge a qualsiasi considerazione proprio per la sua essenza sopra le righe. Ottima la scelta della star di Twilight come protagonista e di tutto il cast in generale. David Cronenberg rimane un regista di gran classe.
3 – Killer Joe
Io e Matthew McConaughey non abbiamo mai particolarmente legato, questo anche grazie al fatto che l’attore è comparso in una serie di titoli che per quanto mi riguarda lasciano il tempo che trovano. Da più parti si sono spesi i migliori paroloni per descrivere la sua interpretazione in Magic Mike, ma il ruolo (e il film) di una vita l’ha trovato in Killer Joe. Quella diretta da William Friedkin è una pellicola che fa della mediocrità il suo leitmotiv, prendendoci per mano e guidandoci in un viaggio alla scoperta dei sobborghi più malfamati del territorio americano. Potentissimo e guidato da un cast decisamente azzeccato, tra cui meritano una menzione speciale sia la sensuale e conturbante Juno Temple che Gina Gershon, che per questo ruolo si è messa a nudo (in tutti i sensi) come mai prima d’ora.
2 – Argo
Sono sempre stato del parere che Ben Affleck sia molto meglio come regista che come attore. Ogni volta che ha deciso di mettersi dietro la macchina da presa non ha mai deluso, aggiungendo un ulteriore step con Argo, che al momento rimane la sua opera migliore, a tal punto che ho persino gradito la sua interpretazione nel ruolo di protagonista. Molto difficile, se non impossibile, muovere una critica nei confronti di questo lungometraggio, in grado di dosare sapientemente sentimento, humour e azione in connubio efficace. Sul finale, mentre guardavo l’ansiogeno montaggio alternato dell’aeroporto, mi sono anche ritrovato a parlare con lo schermo. Erano secoli che non mi succedeva.
1 – Moonrise Kingdom
Cosa posso dire se non che ADORO CON TUTTO ME STESSO WES ANDERSON? Per quanto mi riguarda Moonrise Kingdom rimane il miglior film di questa stagione cinematografica, punto. Un’opera che usa l’eccesso come un vero e proprio leitmotiv, proponendoci quell’estetica barocca che, nelle mani di Anderson, è sempre stata in grado di trasformarsi in poesia e regalandoci quei momenti di pura regia, diventati con il passare del tempo un segno distintivo delle opere di quest’autore.
Qual è la vostra top-ten del 2012? Tornate domani e nei prossimi giorni per le classifiche degli altri blogger di ScreenWEEK!