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Interstellar – La recensione in anteprima

Pubblicato il 06 novembre 2014 di Leotruman

LA RECENSIONE NON CONTIENE SPOILER.

Il nostro mondo sta morendo. L’uomo ha sfidato per secoli la natura, e nelle ultime decadi è riuscito a dargli il colpo di grazia definitivo. La vera emergenza però non nasce dalla mancanza di combustibili fossili, come si potrebbe ipotizzare o sospettare, e nemmeno dallo scioglimento delle calotte polari, ma dalla mancanza di cibo. L’umanità è condannata perché non riesce più a coltivare i campi, e non è più riuscita a creare il sostentamento minimo per miliardi di persone.

Questo è il presente di Interstellar, ambientato in un mondo futuro (ma non troppo) dove i sopravvissuti non vivono nelle grandi città, ma sono tornati a fare i contadini nelle zone rurali, continuamente colpite da terribili tempeste di polvere e sabbia. Non esistono più eserciti, e probabilmente nazioni, a scuola si studia agricoltura intensiva, al college ci possono andare solo una manciata di studenti, e persino i libri di testo sono stati modificati (“L’uomo non è mai andato sulla Luna, era solo propaganda anti-Russia“, come si vede nella prima clip ufficiale) in modo da cancellare qualsiasi speranza o sogno nella nuova generazione. Tutti devono essere concentrati e focalizzare le proprie energie su un unico obiettivo: far sopravvivere la razza umana.

Anche Cooper, ex-pilota della NASA, ha dovuto rinunciare a tutto per dedicarsi all’agricoltura insieme ai due figli e al suocero. Ma il destino ha pronto per lui un diverso cammino, che lo mette davanti ad una scelta tra le più ardue: decidere di lasciare la sua famiglia per dare una possibilità alla nostra specie. Grazie al viaggio interstellare, sfruttando i wormhole (le curvature dello spazio-tempo) è infatti possibile andare a cercare pianeti abitabili in altre galassie, per trovare una nuova casa per la nostra specie. Sarà solo l’inizio di un incredibile avventura…

Fantascienza = “Narrazione o rappresentazione di vicende fantastiche, apparentemente o parzialmente fondate su elementi scientifici“. Eppure uno degli scopi della scienza stessa è ammettere e provare ciò che non sappiamo. Con gli occhi di un uomo nato qualche secolo fa, era pura fantascienza ipotizzare l’invenzione di auto, antibiotici, aerei, cellulari e quant’altro. Chi ci dice che le teorie di Kip Thorne, uno dei pochi astrofisici che ritiene attraversabili i ponte di Einstein-Rosen (meglio conosciuti come wormhole), il tutto dimostrato secondo i principi della relatività generale (altra teoria!), siano solo teorie?

Christopher Nolan con la sua nuova opera, scritta ancora una volta insieme al fratello Jonathan (che a sua volta aveva steso una prima versione dello script per Steven Spielberg), vuole ricordarci che l’umanità non può essere formata solo da guardiani. La razza umana è sempre stata composta da pionieri, da esploratori con sete di avventura e conoscenza, pronti a spingersi sempre oltre i propri limiti. Il progresso tecnologico della nostra era sembra inarrestabile, così come quello teorico, ma dove sono finiti i pionieri? Abbiamo ancora voglia di scoprire e tastare con mano il nuovo? Di lasciare da parte le nostre certezze, per esplorare ciò che ancora non si conosce, anche contro il parere di tutti?

Il mondo intero è ora controllato dal soffocante gioco degli interessi (amplificato dall’egoismo): faccio/finanzio solo se ho possibilità certe di ritorno, di guadagnarci. Guardando Interstellar non può che venire in mente Contact, uno dei migliori Zemeckis con tematiche e ambiziosi simili al kolossal di Nolan: a Jodie Foster venivano tagliati i fondi per la sua ricerca “pura”, considerata fantascienza, fino a quando non si scopriva che aveva ragione, ma gradualmente perdeva il controllo del suo stesso progetto per mano delle stesse persone che l’avevano schernita e denigrata.

Nel mondo futuro di Interstellar gli interessi e l’egoismo dei singoli, che inevitabilmente finiranno per distruggerci, hanno dovuto lasciare spazio ad una necessaria cooperazione e al ritorno degli esploratori. Il prezzo in ogni caso è molto alto per loro, e Cooper, interpretato da un Matthew McConaughey in evidente stato di grazia, deve compiere scelte molto difficili. Lasciare la sua famiglia, in particolare una figlia alla quale è legatissimo, per dare anche solo una possibilità di sopravvivenza alla razza umana.

È questa la missione di un pionere, pronto a grandi sacrifici senza necessariamente ottenere qualcosa in cambio. D’altronde l’unico modo per andare avanti, è lasciarsi qualcosa indietro...

Interstellar è un inno all’istinto di sopravvivenza umana, alla grandezza della nostra specie, capace di compiere incredibili meraviglie quando coopera e concentra i propri sforzi verso obiettivi comuni (e purtroppo di tragedie immani in senso contrario). È qui che ci intravedo la positività spielberghiana tanto decantata, o meglio ipotizzata negli scorsi mesi guardando i trailer e con le poche informazioni in mano. Non quanto nello stile narrativo o registico, anomalo anche per lo stesso Nolan. Abituati ad una regia molto pulita, quasi maniacale, in particolar modo nelle sue ultime tre  pellicole (Inception e gli ultimi due capitoli de Il Cavaliere Oscuro), Interstellar è un film di grande emotività: piani ravvicinati, più camera a mano del solito, e spesso si segue il punto di vista del protagonista piuttosto che cedere ad angolature che forse sarebbero state più spettacolari, ma allo stesso tempo avrebbero fatto perdere empatia e il contatto con Cooper (sempre saldo, nei sorrisi così come nelle lacrime).

Il film è anche un inno all’amore, “l’unica cosa che trascende il tempo e lo spazio” proprio come la gravità. Una dimensione della quale bisogna tenere sempre conto quando si fanno i calcoli, sulla carta e nella vita, e che spesso rappresenta IL fattore fondamentale delle nostre scelte.

Cast eccellente, effetti visivi spettacolari (invisibili i loro confini) e se possibile ancor più integrati al fine della storia e mai gratuiti. Uno dei fattori chiave, insieme al senso il mistero che ha permesso di tenere nascoste le sorprese del film (una MOLTO grossa!), è proprio il fatto di essere spettacolari ma senza mai avere il senso dell’artefatto: il nostro stupore di fronte agli eventi cosmici è reale e tangibile, proprio perché il tutto è stato creato con estremo realismo e rispetto delle leggi della fisica (per una conferma basti vedere la featurette che ricostruisce la realizzazione e la forma del Gargantua). La storia è semplice, non aspettatevi livelli di intreccio alla Inception, ma la trama sempre appassionante anche quando il ritmo rallenta, e non a caso le due ore e quarantacinque di film volano in un lampo.

Interstellar è una vera e propria esperienza cinematografica da vivere intensamente, che lascia molto nella mente e nel cuore una volta riaccese le luci, ed è difficile da rimuovere.

Voto: 8.5

QUI trovate il resoconto del nostro incontro con Matthew McConaughey

QUI l’esperienza dell’Oculus Rift al BFI IMAX di Londra

QUI la conferenza stampa di Londra con Nolan e i suoi protagonisti

Nel cast troviamo Matthew McConaugheyMackenzie FoyAnne HathawayJessica ChastainBill IrwinJohn Lithgow,Casey Affleck,  e Michael Caine. Il film è nelle sale italiane dal 6 novembre 2014. Per info e curiosità potete seguire anche la Pagina Facebook italiana del film.