Un mondo illuminato quasi solo da luci artificiali e innaturali, dominato dalle tinte calde di cui ci si potrebbe immaginare colorato l’inferno, dove l’ombra prevale su tutti gli ambienti e i personaggi, quasi come se questi se ne staccassero appena per pochi istanti a esclusivo uso dello spettatore, per farsi protagonisti di un dramma senza inizio e senza fine. Protagonisti di un dolore incarnato che, come tale, è inevitabile, ricercato, necessario all’esistenza ed esprimibile solo attraverso la fisicità.
Troppo per l’incipit di un film? Probabile, ma anche qui sta la bellezza di Solo Dio Perdona – Only God Forgives, un’opera in cui il regista Nicolas Winding Refn riprende i toni e le atmosfere notturne e rarefatte di Drive, ma solo per estremizzarle e piegarle a un racconto più complesso, pieno di anime e di sfaccettature. Da una parte omaggio a b-movies di diverso genere, in primis quelli orientali (data l’ambientazione tailandese), agli spaghetti western, al surrealismo di quel Jodorowsky citato anche nelle dediche del film; dall’altra, una storia che si propone di attingere a temi enormi, di un classicismo quasi intrinseco, come l’ambiguità delle relazioni di sangue, il rapporto madre-figlio, la vendetta, la sessualità repressa, l’espiazione dei peccati. Il tutto lanciato subito a bruciapelo addosso allo spettatore, senza però che gli vengano dati gli strumenti per capire esattamente di che storia si tratti.
Il motivo per cui il film ha spiazzato una parte della critica al Festival di Cannes, dov’è stato presentato in concorso, potrebbe essere proprio questo: nonostante i tempi siano molto dilatati e il ritmo mai concitato, in un certo senso Solo Dio Perdona parte premendo sull’acceleratore, con simbolismi e suggestione di cui si potrà cogliere meglio il senso solo una volta dipinto il quadro completo. Allo stesso tempo, il film sembrerebbe porre le basi per presentarsi come una regolare storia di violenza e vendetta, il cui protagonista si suppone essere il personaggio interpretato dal sempre bravo (anche quando ammutolito e granitico come in questo caso) Ryan Gosling: uomo enigmatico che gestisce un club di pugilato in Tailandia e il cui fratello viene ucciso con la connivenza di un poliziotto senza scrupoli, dal potere apparentemente illimitato. In realtà il film procede per vie molto diverse, rivelando una dinamica più complessa nel rapporto col presunto antagonista (cui sono state abbinate le adeguatissime fattezze dell’attore Vithaya Pansringarm), che nonostante il perfetto look da cattivo dei kung-fu movies detiene un ruolo dai contorni quasi metafisici, a metà tra incubo ricorrente, angelo della morte o parca di mitologica memoria.
Il tutto ovviamente senza mai dimenticare di divertirsi con tutti gli elementi di quel pulp che Nicolas Winding Refn dichiara sempre apertamente di amare. Ma se Drive ne vedeva un continuo crescendo, anticipato da un inizio più calmo che funge da quiete prima della tempesta, Solo Dio Perdona segue uno sviluppo meno lineare, con tanti piccoli apici che alludono a una soluzione meno scontata dei fili intrecciati dal racconto. Ciò che più colpisce sono però le atmosfere create dal regista, in una Bangkok che non sembra uno spazio fisco ma un antro della mente, un labirinto psichico in cui sono capaci di scatenarsi tutti gli incubi e le pulsioni più profonde, soprattutto del personaggio di Gosling.
A essere sinceri, se non ci fosse stato Drive in precedenza, sarebbe stato più difficile apprezzare la poetica del regista attraverso un’opera rischiosa e ostica come Only God Forgives. Ma proprio per la sua capacità di spiazzare e portare a riflettere sulle proprie aspettative di spettatore, l’ultimo film di Nicolas Winding Refn merita di essere apprezzato al pari se non più del precedente, oltre a contenere una scena destinata a diventare una delle migliori allegorie cinematografiche del senso di castrazione, grazie a un discorso molto ben costruito e incentrato sulle mani del protagonista, che però vi lasceremo il piacere di scoprire direttamente al cinema.
Solo Dio Perdona – Only God Forgivesl è da oggi, giovedì 30 maggio, nelle sale italiane, distribuito da 01 Distribution. Vi ricordiamo che QUI potete trovare un commento a caldo sul film direttamente dal Festival di Cannes, QUI l’incontro col regista Nicolas Winding Refn.