“Rende il possessore onnipresente, ossia capace di esistere in ogni luogo nel medesimo istante, e permette di muovere qualsiasi oggetto attraverso la realtà, di modificare a piacimento lo spazio e alterare il moto e la velocità degli oggetti e delle persone.”
Avengers: Infinity War è un film che può esistere a prescindere dal resto delle pellicole dedicate all’universo Marvel? Che ha una unità narrativa capace di renderla un’opera autonoma a prescindere dalle pellicole che l’hanno preceduta e che la seguiranno? No.
Il film ha moltissimi pregi ma questo gli manca completamente. È il diciannovesimo capitolo di una saga e si vede. I personaggi non sono introdotti e hanno spazio principalmente per agire, non per raccontarsi. La loro psicologia, le loro motivazioni, il loro background, i rapporti che li legano o li allontanano, è affidato tutto ai film precedenti e lo stesso vale per la storia in quanto tale, che è diretta conseguenza di quanto raccontato in altre pellicole. Il film non inizia e non finisce ed è del tutto dipendente da quello che è stato e che sarà. In questo senso e in un’ottica di cinema classico, Avengers: Infinity War non può essere inteso come un’opera compiuta. Ma, del resto, nemmeno Battle of the Bastards, il nono episodio della sesta stagione di Game of Thrones, è autonomo rispetto alla narrazione della serie, ma vi sfido a non definire quella puntata un capolavoro.
La questione è solo come decidiamo di intendere il cinema. Se ci arrochiamo sulle posizioni classiche e riteniamo che un’opera debba essere giudicata solo in funzione della sua autonomia e in quanto tale, allora non c’è modo di elevare Avengers: Infinity War al di sopra di una puntata di una serie televisiva nemmeno troppo brillante. Ma se accettiamo il modo in cui oggi raccontiamo e ci facciamo raccontare le storie, se guardiamo ai film Marvel come a un’opera complessiva che va valutata nel suo insieme e non nelle sue singole parti, allora il film dei Russo è un diamante prezioso capace, con la sua luce, di far brillare tutte le pietre che gli sono state incastonate accanto, anche le meno pregiate.