Il nuovo revival di The Twilight Zone (alias Ai confini della realtà) termina la sua corsa dopo due stagioni. Paramount+, nuova incarnazione della piattaforma CBS All Access, ha infatti deciso di cancellare la serie.
Produttore e narratore dello show era Jordan Peele, divenuto un nuovo punto di riferimento del genere fantastico grazie agli ottimi Get Out e Noi, entrambi parzialmente ispirati proprio all’approccio di The Twilight Zone. Julie McNamara, Vice Presidente Esecutiva e Capo della Programmazione di Paramount+, ha dichiarato:
Jordan Peele, [il produttore esecutivo] Simon Kinberg e l’intera squadra produttiva hanno davvero reimmaginato The Twilight Zone per l’età moderna. Hanno confermato il classico retaggio della serie, fatto di racconti socialmente consapevoli, e spinto gli spettatori di oggi a esplorare nuove dimensioni di temi fondamentali e stimolanti, che speriamo risuoneranno nel pubblico per gli anni a venire.
Il revival ha ospitato molti attori noti, fra cui Steven Yeun (The Walking Dead), Adam Scott (Parks and Recreation), Christopher Meloni (Law & Order: Unità Speciale), Jenna Elfman (Dharma & Greg), Billy Porter (Pose), Jimmi Simpson (Westworld), Joel McHale (Community) e Morena Baccarin (Gotham).
Ai confini della realtà è una serie che ritorna ciclicamente, quasi di decennio in decennio. Quindi chissà, magari tornerà ancora.
Produttore e narratore di questa nuova versione di The Twilight Zone è Jordan Peele. Marco Ramirez (The Defenders, Daredevil, Sons of Anarchy) e Simon Kinberg (X-Men: Apocalisse, Dark Phoenix) hanno prodotto la serie al suo fianco, mentre Greg Yaitanes ne ha supervisionato la continuity dal punto di vista produttivo.
Ai confini della realtà è uno dei prodotti più belli e influenti nella storia della televisione. Creata nel 1959 da Rod Serling, si tratta di una serie antologica composta da brevi episodi autoconclusivi (il formato classico dura una ventina di minuti) che raccontano storie fantascientifiche, surreali e orrorifiche. L’elemento umano ha sempre un ruolo centrale, e spesso la narrazione si fa metafora per determinate condizioni sociali, emotive o psicologiche del mondo “reale”.
Fonte: TV Line