Quibi e la rivoluzione che non è mai avvenuta

Quibi e la rivoluzione che non è mai avvenuta

Di Filippo Magnifico

Quibi, (contrazione di “Quick Bites”) la piattaforma per contenuti mobile di breve durata, fondata nel 2018 da Jeffrey Katzenberg, non ha funzionato a dovere. O per meglio dire non ha rispettato le previsioni.

Era nata per essere “la rivoluzione dell’intrattenimento”, un servizio concepito per i dispositivi mobili, con show originali caratterizzati da episodi della durata di massimo 10 minuti.
Contenuti pensati per essere visti durante le pause, i tempi morti, in viaggio o in pausa pranzo. Contenuti concepiti per i nostri telefoni. Le serie Quibi, infatti, si adattano agli schermi dei nostri smartphone: in orizzontale possiamo vedere l’inquadratura intera, in verticale possiamo vedere una sezione specifica, la più importante; ad esempio, il personaggio che sta parlando in quella scena.

I dati raccolti sono deludenti

Qualcosa però non è andata per il verso giusto e i dati raccolti durante questo periodo sono lì a dimostrarlo.
Secondo un articolo del Wall Street Journal, le previsioni per il primo anno parlano di un numero di utenti complessivo raggiunto pari a circa 2 milioni. Una cifra molto, molto inferiore rispetto ai 7,5 milioni inizialmente previsti.
Qualcosa non ha funzionato, insomma, e lo dimostra anche il fatto che, in generale, l’interesse degli utenti nei confronti della piattaforma è molto basso. Secondo quanto riportato nell’articolo, infatti, solo il 30% delle persone che hanno scaricatoQuibi la usano in maniera attiva, mentre per il restante 60% sembra che sia rimasta lì, tra le applicazioni scaricate (incuriositi dalla novità e dai tre mesi di prova gratuiti) e presto dimenticate.

Un lancio sfortunato

Va anche detto, però, che il lancio avvenuto lo scorso aprile non ha trovato lo scenario ideale. Una piattaforma concepita per scandire le piccole pause della nostra vita, per essere sfruttata al di fuori delle mura domestiche, si è trovata costretta a sbattere contro il muro del lockdown, dell’auto-isolamento necessario per contrastare l’avanzare della pandemia di Covid-19.
Anche per questo motivo la piattaforma si era recentemente adattata, permettendo agli utenti di trasmettere i contenuti anche sui televisori e, per certi versi, tradendo la sua stessa essenza.

Ricordiamo che gli show Quibi comprendono nomi di prestigio come Guillermo del Toro, Sam Raimi, Catherine Hardwick, Steven Spielberg, Paul Feig, Anna Kendrick, Laurence Fishburne e Don Cheadle.
La piattaforma non ha ancora la localizzazione in italiano, ma potete comunque scaricarla dall’App Store e da Google Play.

Fonte: Variety

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