Un “racconto assolutamente realistico”, ma che ha anche “il passo dell’epica” e dimostra “un amore profondo da parte degli autori verso tutti i personaggi”. Questo è, in soldoni e nelle parole del produttore Nicola Giuliano di Indigo Film, Ultras, film che segna l’esordio alla regia di un lungometraggio di Francesco Lettieri, regista di videoclip di artisti come Calcutta e Liberato. Ultras è una collaborazione tra Indigo, Mediaset e Netflix, verrà distribuito per alcuni giorni al cinema (il 9, 10 e 11 marzo) e dal 20 marzo sarà in streaming.
Il film, scritto dal regista con Peppe Fiore, è ambientato, come rivela il titolo, nel mondo degli ultras del Napoli e incentrato su Sandro (Aniello Arena), detto il Mohicano, leader di un gruppo di ultras noti come Apache. Sandro ha il Daspo, e non può dunque accedere allo stadio per seguire le partite. L’incontro con Terry (Antonia Truppo) e la relazione che si sviluppa tra loro gli permetteranno di intraprendere una strada di cambiamento.
Il soggetto del film viene da un videoclip mai realizzato, pensato per Calcutta. Là, la storia del Mohicano era ambientata a Latina, mentre nel film l’ambientazione è spostata, ovviamente, a Napoli. “Napoli ha una particolarità”, spiega il regista durante la conferenza stampa di presentazione del film. “Non è come altre città in cui ci sono più squadre di calcio. A Napoli ce n’è una sola e la città è unita nel tifo. Il Napoli è anche l’unica squadra del sud che può competere con quelle del nord, quindi c’è anche un sentimento di riscatto del sud”.
Eppure il calcio non è realmente il fulcro del film. Anche perché Sandro, come vediamo sin dall’inizio, non potendo accedere allo stadio non cerca nemmeno di vedere la partita in TV. “Mi interessava più il tema della tribù, della fede”, spiega Lettieri. Fiore definisce il film “una storia su sentimenti popolari che parlano a tutti”, piena di romanticismo e malinconia. “La malinconia di un cinquantenne con il Daspo, che ha dedicato tutta la vita a qualcosa che ora è perduto”.
Aniello Arena, interprete di Sandro, confessa di averci messo del suo, ma non lo definirebbe un ruolo autobiografico. “Sono sempre stato un tifoso del Napoli, ma il mondo degli ultras è a parte”. Sandro è per lui “un personaggio contrastato”, diviso. Da una parte “è attirato da quel mondo, dall’altra dalla vita, dall’amore”.
Il produttore Nicola Giuliano, infine, definisce “molto positiva” la collaborazione con Netflix. “In momento in cui esordire in Italia non è uno sport facilissimo, Netflix ha permesso a Francesco di fare il film che voleva”.
Napoli. A quasi cinquant’anni Sandro è ancora il capo degli Apache, il gruppo di ultras con cui ha passato tutta la vita allo stadio: una vita di violenza, scontri, passioni e valori incrollabili. Ma ora che un Daspo gli impedisce di avvicinarsi alla curva, quei valori iniziano a vacillare. Sandro sente per la prima volta il bisogno di una vita normale, di una relazione, magari anche di una famiglia. E ha incontrato Terry che è bellissima e non ha paura di niente.
Angelo ha sedici anni e considera gli Apache la sua famiglia, Sandro la sua guida, la persona che ha preso il posto di suo fratello Sasà, morto anni prima durante gli scontri di una trasferta. Ultras è la storia della loro amicizia, di una fede e di un amore scanditi dalle ultime settimane di un campionato di calcio. E dell’inevitabile incontro di entrambi con il proprio destino.