7 cose che forse non sapevate su Anna dai Capelli Rossi

7 cose che forse non sapevate su Anna dai Capelli Rossi

Di DocManhattan

“Vola e va come una rondine, però un nido non ce l’ha, non ha una mamma né un papà…” Sette curiosità (rima) su Anna dai capelli rossi, storia di un’orfanella canadese reduce da genitori adottivi alcolizzati, vita in baracca e orfanotrofio (allegria!). Il romanzo originale, la discussa sigla italiana, le bambole, il prequel e il grande successo che questo anime ha riscosso, tanto in patria quanto in Italia, negli ultimi quarant’anni.

1. ANNE E I CLASSICI NIPPON ANIMATION

Akage no Anne, cioè “Anne dai capelli rossi”, va in onda per la prima volta in Giappone il 7 gennaio del 1979. Prodotto da Nippon Animation e trasmesso da Fuji TV (ogni domenica sera alle 19,30, per 50 puntate, fino al dicembre di quell’anno), è la quinta serie del progetto World Masterpiece Theater (Sekai Meisaku Gekijō) di Nippon Animation. Anime trasmessi a cadenza annuale e tratti da grandi classici della letteratura per ragazzi occidentale. La serie precedente, nel ’78, era stata Peline Story, nell’80, dopo Anna, sarebbe toccato a Tom Story.

In Italia l’anime arriva come Anna dai capelli rossi su Rai 1, poco più di un anno dopo: il 20 ottobre del 1980. Viene poi riproposto all’inizio del decennio successivo su Rai 2, finisce sulle reti private minori e dal 2004 sbarca su Mediaset, venendo trasmesso più volte su Italia 1, sempre con un buon riscontro di pubblico. La doppiatrice italiana di Anna era Antonella Baldini (L’Ape Maia e tanto altro), mentre quella originale Eiko Yamada, voce anche di tanti altri personaggi del World Masterpiece Theater, come Jo di Una per tutte, tutte per una e Una classe di monelli per Jo, e Lavinia in Lovely Sara.

2. TETTI VERDI E CAPELLI ROSSI

Se le serie precedenti del World Masterpiece Theater avevano attinto alla narrativa per ragazzi inglese (Il fedele Patrash), statunitense (Rascal, il mio amico orsetto), francese (Peline Story) e perfino italiana (il terzo anime del progetto, Marco, era ispirato al racconto “Dagli Appennini alle Ande” del libro Cuore di Edmondo De Amicis), Anna dai capelli rossi è tratto da un romanzo – in parte autobiografico – della scrittrice canadese Lucy Maud Montgomery, cresciuta come Anne/Anna sull’Isola del Principe Edoardo. La fattoria degli anziani fratelli Cuthbert, che per errore vedono arrivare dall’orfanotrofio Anna anziché un ragazzo, nell’anime viene chiamata Tetto Verde o Tetti Verdi: è una delle traduzioni del titolo del romanzo, Anne of Green Gables (“Anna dei verdi abbaini”), pubblicato nel 1908 e noto in Italia come Anne dei (o di) tetti verdi o Anna dai capelli rossi. La primissima edizione italiana del romanzo è dell’80, Anna di Green Gables (Mondadori). Il successo della serie animata portò subito dopo a varie riedizioni con il titolo Anna dai capelli rossi.

Anne with an "E"

Da Anne of Green Gables e dai suoi vari seguiti erano già stati tratti tre film, tra il 1919 e il 1940. L’interprete del secondo, La figlia di nessuno (Anne of Green Gables, 1934), la giovane Dawn O’Day, da quel momento assunse il nome d’arte di Anne Shirley. Esistono poi vari musical, radiodrammi e trasposizioni televisive di Anne of Green Gables, da una serie della BBC del ’52 al canadese Chiamatemi Anna (Anne with an “E”, 2017-2019) visto su Netflix. C’è perfino un drama del 2014 sulla storia della prima traduttrice del romanzo in Giappone (Hanako to Anne, “Hanako e Anne”: il nome della traduttrice era Hanako Muraoka).

Anna dai capelli rossi

3. TAKAHATA, MIYAZAKI, LUPIN

Come la precedente Marco, Anna dai capelli rossi poteva vantare la regia di un uomo che avrebbe fatto la storia dell’animazione giapponese. Una manciata di anni più tardi, nell’85, Isao Takahata avrebbe infatti co-fondato lo Studio Ghibli con il suo vecchio amico Hayao Miyazaki, Toshio Suzuki e Yasuyoshi Tokuma. Scomparso nel 2018 all’età di 82 anni, Takahata ha firmato per lo Studio Ghibli capolavori assoluti come lo struggente Una tomba per le lucciole (1988). Il suo ultimo film è stato La storia della principessa splendente (2013), candidato all’Oscar nel 2015 come Miglior film d’animazione.

Il sodalizio artistico con Hayao Miyazaki era nato nel 1968, lavorando al film La grande avventura del piccolo principe Valiant per la Toei Doga, ed era proseguita anche in TV, su opere come la prima serie di Lupin III, Heidi (l’anime che funge in pratica da apripista al successivo filone del World Masterpiece Theater) e Marco. Takahata inizia a lavorare ad Anna dai capelli rossi dopo aver rifiutato la serie precedente, Peline Story, e si tira dietro ancora una volta Miyazaki per dargli una mano con i layout. Miyazaki odia il personaggio di Anna, però, e molla appena ne ha l’occasione: dopo 15 episodi lascia la serie per dedicarsi al suo primo lungometraggio da regista, Lupin III – Il castello di Cagliostro.

4. IL PREQUEL, IL FILM IN RITARDO E L’ALTRA ANNA ANIMATA

La storia di “Anne con la E” (che nella versione italiana dell’anime diventa “Anna con la A”) riceve trent’anni dopo, nel 2009, un prequel. Konnichiwa Anne (“Buongiorno, Anne”), da noi Sorridi, Anna, è una serie in 39 episodi trasmessa su Italia 1 dall’ottobre 2010. Racconta i primi anni di vita di Anne Shirley, prima del suo arrivo alla fattoria di Marilla e Matthew Cuthbert. Fino, appunto, al suo viaggio in battello verso l’Isola di Prince Edward.

Esiste anche un film d’animazione di Anne, realizzato nel 1989, dieci anni dopo la messa in onda dell’anime di Takahata, accorpando in una pellicola di montaggio di 100 minuti i primi sei episodi della serie: Akage no Anne: Green Gables e no Michi (“Anna dai capelli rossi: la strada verso Green Gables”). Ma non arrivò in sala, e fu proiettato per la prima volta solo due decenni dopo, il 17 luglio del 2010, nel Ghibli Museum. Esiste anche un’altra trasposizione animata di Anne: si tratta del cartoon canadese del 2000 Anne of Green Gables: The Animated Series. Serie per bambini dal taglio educativo, in 26 episodi.

5. BALOCCHI E PROFUMI (E FUMETTI)

Insieme a Rascal, il mio amico orsetto, da sempre la mascotte di Nippon Animation, Anna dai capelli rossi è uno degli anime più amati di questo studio. Ha generato negli anni prodotti di merchandising di ogni tipo, dai francobolli ai profumi, dai cucchiai alle bambole. Come quella Takara Tomy che vedete qui sopra, uscita qualche anno fa e ordinabile al più o meno modico prezzo di 13mila yen (al cambio attuale circa 108 euro). Ma anche in Italia, ai tempi della prima messa in onda dell’anime, vennero realizzate diverse bambole di Anna, di varie dimensioni, vendute dalla Furga.

Esiste anche un manga di Anna dai capelli rossi, ispirato al romanzo di Lucy Maud Montgomery e realizzato nel 2007 da Yumiko Igarashi, disegnatrice di Candy Candy e creatrice di Georgie. In Italia lo ha pubblicato Panini su tre volumi della collana Japan, nel 2003.

6. LA SIGLA, BABYLON, I COMUNISTI

La celebre sigla italiana di Anna dai capelli rossi fu scritta da Luigi Albertelli, su musica ed arrangiamento di Vince Tempera, e cantata da “I Ragazzi dai Capelli Rossi” (i fratelli Balestra) e dal coro di Paola Orlandi. Il lato B del 45 giri, inciso nell’80, conteneva il brano “Come le piume dei pettirossi”. La melodia della sigla di Anna ricorda molto “Rivers of Babylon”, brano spiritual dei giamaicani Melodians (1970), ispirato al salmo 137 della Bibbia e reso celebre dalla cover disco dei Boney M nel 1978. Il Maestro Tempera ha sempre rispedito però al mittente le accuse di plagio, spiegando che per la sigla di Anna dai capelli rossi si era ispirato a “Bandiera Rossa”.

7. LA VERA FATTORIA DEI TETTI VERDI. E QUELLA FINTA

La fattoria Green Gables in cui vive le sue avventure Anna esiste davvero. Dichiarata dal Canada “National Historic Site” nel 1985, è stata costruita a a Cavendish, sull’Isola del Principe Edoardo, dalla famiglia MacNeill al metà dell’Ottocento. È stata chiamata così per il tetto verniciato di verde scuro, e Lucy Maud Montgomery la frequentava da bambina perché i MacNeill erano suoi cugini. L’intera zona è oggetto da decenni di pellegrinaggio dei fan dei romanzi della Montgomery, e ogni anno molte coppie giapponesi scelgono di sposarsi a Green Gables, in un gran tripudio di capelli tinti di rosso e raccolti in trecce come quelle di Anna. E se non possono permettersi un viaggio fino in Canada, per i giapponesi c’è sempre la replica della fattoria a due passi da casa. Si trova nel Canadian World di Ashibetsu, nell’isola di Hokkaido…

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