Oltre Bridget Jones: Renée Zellweger e Judy Garland verso il secondo Oscar

Oltre Bridget Jones: Renée Zellweger e Judy Garland verso il secondo Oscar

Di Filippo Magnifico

Gran parte del pubblico continua ad identificare Renée Zellweger con la goffa Bridget Jones.

E non è un male, sia chiaro, si tratta di uno dei ruoli più importanti della sua carriera, quello che l’ha trasformata in una star mondiale, consacrandola come una delle più grandi dive di Hollywood.
Ma è altrettanto vero che si tratta di un personaggio che, ormai, fa parte del passato e che la sua vita professionale di soddisfazioni ne ha regalate parecchie, tra cui un più che meritato Oscar ricevuto per la sua interpretazione in Ritorno a Cold Mountain.

L’Oscar.
Il premio per eccellenza. Il più ambito da chi decide di cimentarsi con il mondo della settima arte.
E ora è pronta per ripetere l’impresa con Judy, il film diretto da Rupert Goold, in arrivo nelle nostre sale il 30 gennaio.
Nell’interpretare Judy Garland, rappresentandola in uno dei periodi più sofferti della sua carriera, Renée ha dimostrato al mondo di aver trovato il cosiddetto “ruolo di una vita”, garantendosi un’altra più che meritata nomination all’Oscar.

UNA CARRIERA RICCA DI SODDISFAZIONI

Si tratta del culmine (ma solo per il momento) di un percorso professionale iniziato quasi per caso, prendendo parte ad alcuni spettacoli studenteschi e frequentando corsi di teatro durante il periodo universitario.

Un amore a prima vista quello per la recitazione, inseguito con la consapevolezza che Hollywood non apre la porta a tutti.
Proprio per questo, prima di raggiungere il successo, Renée ha fatto di tutto per mantenersi. Ha lavorato come cameriera, mettendo da parte ogni centesimo.
Fino al giorno in cui Hollywood quella porta l’ha aperta.

Piccoli ruoli. Piccole, grandi soddisfazioni.
Titoli come La vita è un sogno di Richard Linklater, Giovani, carini e disoccupati con Ben Stiller, Love & una 45 e The Whole Wide World.
Fino a Jerry Maguire di Cameron Crowe, il film della svolta, il ruolo giusto al momento giusto, in grado di attirare l’attenzione del mondo intero.
E poi, ovviamente, c’è la già citata Bridget Jones, l’eroina di tutte le trentenni single del mondo, passata attraverso ben tre pellicole.

Nel corso della sua carriera Renée Zellweger ci ha proposto ruoli diametralmente opposti, interpretati sempre con la massima intensità.
Chicago di Rob Marshall (un’altra nomination all’Oscar), Cinderella Man – Una ragione per lottare, Miss Potter, In amore niente regole, Appaloosa.
Fino a Judy.

JUDY GARLAND, IL RUOLO DI UNA VITA

Renée Zellweger ha donato tutta se stessa per il film di Rupert Goold.
Cantando sul serio, trasformandosi in quella che era Judy Garland in un momento particolarmente difficile della sua vita. Quando era esausta, afflitta dai ricordi di un’infanzia perduta e tormentata dal desiderio di tornare a casa dai suoi figli.

Un lavoro che è passato attraverso un duro allenamento, prima con un vocal coach e successivamente con il direttore musicale del film, Matt Dunkley, con cui ha trascorso ben quattro mesi.

Questo perché, nonostante le precedenti esperienze di canto in film come Chicago, diventare Judy Garland rappresentava un vero e proprio passo verso l’ignoto. Non bastava solo il canto, era necessario lavorare sul tono della voce, sui movimenti. Tutto doveva essere perfetto.

E la perfezione Renée Zellweger è riuscita a raggiungerla, come ha confermato lo stesso regista:

Una delle mie parti preferite della sua performance è come lei tiene le spalle. Judy aveva questa curvatura della spina dorsale che la faceva apparire molto più vecchia e fragile di quanto non fosse realmente nella seconda parte della sua vita. Il primo giorno ho pensato: Oh wow, lei è un’attrice perfetta, è qualcuno che interpreta un ruolo, non sta solo indossando un vestito.

Con un tale risultato, un secondo Oscar sembra praticamente scontato.
Riuscirà a vincerlo?
Lo scopriremo il 30 gennaio, quando Judy arriverà nelle nostre sale.
Anche se per noi lo ha già vinto.

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