Come si festeggia un ventennale di successi? La risposta, per uno degli anime più amati di sempre, è scontata: con un lungometraggio celebrativo! Avallato dallo stesso autore della saga originale, Eiichiro Oda, One Piece Stampede riporta (per la quattordicesima volta) nelle sale cinematografiche le rocambolesche avventure dalla ciurma di Cappello di Paglia, con una storia perfettamente calata nel canone della serie ma che non necessita di particolari conoscenze pregresse da parte dei non iniziati: e chi invece già conosce Monkey D. Luffy e i suoi compagni di viaggio ma è rimasto un po’ indietro non tema… non ci sono particolari spoiler decisi a rovinarvi il gusto della scoperta, a patto di essere arrivati alla saga del Colosseo.
Luffy, insieme alla sua ciurma, si dirige -invito alla mano- verso la Grande Fiera Pirata indetta da Buena Festa, un eccentrico filibustiere noto per organizzare i più grandi festival del mondo. Una volta in loco, scopriranno che in migliaia si sono radunati per partecipare all’evento: pesci piccoli così come temibili rivali, molti dei quali a loro ben noti. La Marina, teoricamente, dovrebbe essere all’oscuro dell’evento, ma in realtà ha diversi agenti appostati in incognito, per scoprire le vere motivazioni che hanno spinto Festa a mettere in palio, per una speciale caccia al tesoro, un cimelio appartenuto nientemeno che al fu Re dei Pirati Gold Roger, e fondamentale per giungere all’ambito tesoro One Piece. Mentre la competizione infuria, il misterioso e potentissimo Douglas Bullet si prepara a entrare in azione…
Supportato da un’animazione di alto livello, dinamica e ispirata in ogni singolo fotogramma, il regista Takashi Otsuka accetta la sfida e porta a casa il risultato: la trama di fondo è piuttosto esile e serve più che altro a dare una giustificazione alla battle royale e ai vari team up presenti nella pellicola, ma non è mai sciocca, scontata o noiosa, permettendo a tutti i personaggi di brillare (chi più, chi meno) ed avere il proprio minuto sotto i riflettori. Certo, ci saremmo aspettati più dramma in certi momenti, quando invece sembra che quel che più premeva a Otsuka fossero l’adrenalina e l’eye candy, come in un (bel) film di Dragon Ball: e da questo punto di vista è impossibile rimanere delusi.
Nota di merito finale per la versione italiana, distribuita da Koch Media sotto etichetta Anime Factory: il copione di One Piece Stampede è stato tradotto direttamente dal giapponese da Yupa, traduttore del manga originale per Star Comics, mentre il direttore del doppiaggio è l’esperto Gigi Rosa (indimenticato doppiatore di Luffy nelle prime stagioni dell’anime), che si è portato con sé tutti gli altri interpreti “storici” dei personaggi nella serie e nei precedenti film, da Renato Novara a Patrizio Prata, da Emanuela Pacotto a Lorenzo Scattorin, per un cast delle grandi occasioni che recita su un adattamento assolutamente fedele. Difficile chiedere di più.