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Cinque settimane dopo l’uscita della terza stagione, Netflix ha deciso di cancellare Giorno per giorno, sit-com nota in originale come One Day at a Time.
In un tweet, la piattaforma on-line ha spiegato molto onestamente che questa scelta difficile è stata dettata dalla scarsità di pubblico:
Abbiamo preso l’ardua decisione di non rinnovare One Day At A Time per una quarta stagione. La scelta non è stata facile – abbiamo trascorso diverse settimane cercando un modo per fare un’altra stagione, ma il punto è che, alla fine, non abbastanza spettatori guardavano la serie da giustificare un’altra stagione.
We’ve made the very difficult decision not to renew One Day At A Time for a fourth season. The choice did not come easily — we spent several weeks trying to find a way to make another season work but in the end simply not enough people watched to justify another season.
— Netflix US (@netflix) March 14, 2019
Netflix ha ringraziato i produttori e il cast:
Thank you Norman Lear for bringing this series back to television. Thank you Gloria Calderon Kellett & Mike Royce for always making us laugh and never shying away from bravely and beautifully tackling tough subject matter in a meaningful way
— Netflix US (@netflix) March 14, 2019
To Justina Machado, Todd Grinnell, Isabella Gomez, Marcel Ruiz, Stephen Tobolowsky, and Rita Moreno: thank you for inviting us into your family. You filled this show with so much heart and warmth and love, it truly felt like home.
— Netflix US (@netflix) March 14, 2019
And to anyone who felt seen or represented — possibly for the first time — by ODAAT, please don’t take this as an indication your story is not important. The outpouring of love for this show is a firm reminder to us that we must continue finding ways to tell these stories.
— Netflix US (@netflix) March 14, 2019
I produttori esecutivi Mike Royce e Gloria Calderón Kellett hanno rilasciato il seguente comunicato, dove rivelano che la Sony cercherà un’altra casa per la serie:
Ieri sera, Netflix ci ha detto che hanno cancellato One Day at a Time. Fare questo show è stato meraviglioso. Abbiamo lavorato con i migliori attori, sceneggiatori e membri della troupe, i più generosi e talentuosi, oltre che con l’incomparabile Norman Lear. Quindi, nonostante il peso che sentiamo nei nostri cuori, essi esplodono di apprezzamento per questa incredibile esperienza.
E tutti voi. Voi, che ci avete detto quanto One Day at a Time significhi per voi. Abbiamo lavorato su molti show, ma non abbiamo mai sperimentato una simile quantità di amore, connessione e supporto come in questo caso. Insieme alla Sony, cercheremo altri posti dove One Day at a Time possa continuare a vivere, e con un po’ di fortuna ne troveremo uno. In ogni caso, le nostre tre stagioni continueranno a esistere, rimanendo a disposizione per voi e per noi. Intanto vogliamo ringraziare chiunque le abbia guardate. Vi amiamo.
I am grieving for the terrible loss of my beloved character, Lydia, on '@OneDayAtATime'. A glorious confection/creation put together by @everythingloria and @MikeRoyce thanks to the brilliance of @TheNormanLear and his extraordinary partner, pic.twitter.com/YmLFsSykpg
— Rita Moreno (@TheRitaMoreno) March 14, 2019
I’m so grateful to have played Penelope Alvarez. I don’t even know how to begin to express my gratitude to everyone. Truly, I am so honored that we got to tell our stories .Yes it was a Latinx family but it was a universal story about family and love. An American Familia ❤️
— Justina Machado (@JustinaMachado) March 14, 2019
Giorno per giorno è il remake dell’omonima sit-com creata da Whitney Blake e Allan Manings, in onda sulla CBS dal 1975 al 1984: Bonnie Franklin interpretava la protagonista Ann Romano, madre divorziata che vive con le figlie Julie e Barbara, e si trasferisce a Indianapolis per lavorare in un’agenzia pubblicitaria.
Le premesse di questo remake sono simili, ma gli sceneggiatori Gloria Calderon Kellett e Mike Royce hanno mutato il contesto culturale, poiché la famiglia al centro dello show è di origini cubane: Penelope Alvarez (Justina Machado), recentemente separatasi dal marito, è una veterana dell’Afghanistan che lavora come infermiera, e vive insieme alla madre Lydia (Rita Moreno, storica interprete di West Side Story) e ai due figli, Elena (Isabella Gomez) e Alex (Marcel Ruiz). Lydia è estremamente focosa e tradizionalista, mentre la quindicenne Elena respinge gli stereotipi della sua cultura e s’impegna attivamente nelle battaglie del femminismo e dell’ambientalismo, spesso entrando in contrasto con la madre e la nonna; Alex, dodici anni, è un ragazzino ossessionato dal suo aspetto fisico e dal desiderio di apparire. Tra i personaggi principali figurano anche Dwayne Schneider (Todd Grinnell), padrone di casa di Penelope, e il Dr. Berkowitz (Stephen Tobolowsky), che lavora nello stesso ambulatorio della protagonista.
Giorno per giorno è una sit-com multi-camera dall’impianto tradizionale, soprattutto nella scelta dei tempi comici e della prossemica degli attori sui set, ma non mancano alcune deviazioni dalla “norma”, merito forse della maggior libertà espressiva garantita da Netflix. Pur essendo animati da uno spirito ilare e scanzonato, gli episodi di Giorno per giorno tendono spesso a incupirsi nel finale per lasciare spazio alla fragilità psicologica di Penelope, reduce di guerra che cresce i figli da sola in un contesto razzista e sessista, o alle problematiche relative al coming out di Elena, che scopre la sua sessualità nel corso della prima stagione e deve affrontare il rifiuto di suo padre.
Sia l’umorismo dello show sia i conflitti familiari (ma anche generazionali) tra i personaggi attingono spesso alla medesima fonte: la cultura ispanica, con la sua lingua, il suo delizioso accento e i retaggi del suo folclore. Lydia ed Elena incarnano spesso i due poli opposti di questa dinamica, dove la nonna rappresenta un’ideale antico e stereotipato di femminilità latina (trucco immancabile, cucina impeccabile, manipolazione del partner mascherata da finta sottomissione, la danza come surrogato sessuale, ecc.), mentre la ragazzina stravolge quei cliché solo per assumerne altri, diventando il fenotipo dell’adolescente contestataria e anti-patriarcale. Le caratterizzazioni non vanno tanto per il sottile, ma i personaggi risultano divertenti proprio quando sbandierano la loro “collocazione” psico-sociale, e il risultato – pur all’interno di un genere vetusto come quello della sit-com multi-camera – non è affatto disprezzabile.
Tra i produttori esecutivi figura il leggendario Norman Lear, lo stesso di sit-com storiche come I Jefferson e Maude; ovviamente produsse anche la serie originale di One Day at a Time.
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