Dragon Ball Super: Broly – Il Film è visivamente spettacolare e solido, recensione

Dragon Ball Super: Broly – Il Film è visivamente spettacolare e solido, recensione

Di Marlen Vazzoler

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Dragon Ball Super: Broly – Il film è il ventesimo lungometraggio animato della franchise di Dragon Ball. La storia è ambientata dopo la fine di Dragon Ball Super, conclusasi il 25 marzo 2018 in Giappone, la messa in onda è da poco ripresa in Italia. L’ultimo blocco di episodi, quello relativo al Torneo del Potere citato nel film, sta andando ora in onda il sabato sera in seconda serata.

Premetto, anche se non avete visto gli episodi inediti potrete gustarvi ugualmente la visione del film. Inoltre la pellicola rende canonici, ovvero da ora fanno parte della linea temporale ufficiale, due personaggi originali che i fan hanno conosciuto nei film di Dragon Ball Z: Broly e Gogeta. Infine per la prima volta vengono trasposti gli eventi narrati nella storia breve Dragon Ball Minus di Akira Toriyama, dove compaiono i genitori di Son Goku: Bardock e Gine.

Come era già accaduto con La battaglia degli dei e La resurrezione di ‘F’, la sceneggiatura è stata scritta dallo stesso Toriyama ma quando il regista Tatsuya Nagamine e altri due artisti hanno finito di realizzare lo storyboard, si sono resi conto che durava tre ore. L’ordine era di realizzare una pellicola da 90 minuti, la cui durata è stata poi estesa a 100.

Dragon Ball Super: Broly recensione

LA STORIA

La pellicola inizia 41 anni fa sul pianeta Vegeta, dove veniamo introdotti a Broly e viene narrato il suo esilio. Geloso dei valori alti del piccolo, Re Vegeta decide di mandarlo in ‘missione’ sul planetoide Vampa dove verrà raggiunto poco dopo dal padre Paragus.

Dopo un salto temporale di 5 anni vengono narrate le origini di Goku lette in Dragon Ball Minus che si, ricordano quelle di Kal-El/Superman. Seguiamo l’addio a Goku mandato sulla Terra e la distruzione del pianeta da parte di Freeza.

La prima mezz’ora imposta un parallelismo tra Broly e Goku, a cui viene dato quasi lo stesso periodo di esposizione. Vegeta invece appare pochissimo, scopriamo che lui e Raditz si sono salvati perché hanno disobbedito agli ordini.

Il problema è che nel resto del film questo parallelismo non viene continuato per nulla, quindi perché raccontare Minus? E perché insistere nel racconto della storia di Broly, Vegeta e Goku, quando il principe dei Saiyan fa una semplice comparsa nella parte iniziale rispetto agli altri due.

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Anche nel caso della vendetta di Paragus, che viene impostata nel primo quarto d’ora del film, ci sono delle inconsistenze. Dopo il suo salvataggio e quello di Broly da parte di due membri dell’armata di Freeza, i due Saiyan scoprono della distruzione del loro pianeta. Questo non li tange, discorso diverso invece quando Paragus scopre che Vegeta IV, figlio di Re Vegeta, è ancora vivo. L’uomo decide di spostare su di lui tutta la sua vendetta.

Freeza chiede che Broly lotti contro Goku, fino a quando quest’ultimo non si ritrovi in fin di vita, per vendicarsi di quanto accaduto al Torneo del Potere.
Quando Broly vede Vegeta e Goku, la sua reazione non ha senso perché sta mostrando tutta questa animosità contro i due Saiyan?

Tutto quel tempo trascorso a spiegare che in realtà a lui non piace combattere e che è suo padre che lo costringe, finisce in una nuvola di fumo. Almeno nel film originale aveva un motivo per avercela con Goku.

Dragon Ball Super: Broly recensione

Uno dei grossi problemi del film è la mancanza di tensione narrativa, visivamente è creata con l’ampio uso dell’ombreggiatura.
Per anni siamo stati abituati a seguire Goku e Vegeta mentre combattono partendo dalla forma base fino a quando si trovano nei guai, per poi passare a quella successiva.

Qui addirittura passiamo dalla base a Super Saiyan a Super Saiyan God fino a Super Saiyan Blu. In tutti questi passaggi però non avvertiamo la benché minima preoccupazione per Goku e Vegeta, anche quando la situazione dovrebbe richiederlo.

Trattandosi poi del primo film di Dragon Ball Super, ci sono dei piccoli problemi di inconsistenza. Perché Goku non usa il Super Saiyan Blue Kaio-Ken o l’Ultra Instinct?

E perché Goku e Vegeta sono così sorpresi da Broly, visto che hanno conosciuto un Saiyan molto simile: Kale, il leggendario Super Saiya dell’Universo 6? Come se non bastasse ci sono anche dei riferimenti visivi allo scontro con Kale, in quello con Broly.

PERSONAGGI

È un peccato perché Toriyama è riuscito a dare una buona caratterizzazione a Broly, Paragus, Cheelai e Lemo. Le loro scene, così come quelle tra Goku, Vegeta e compagnia, sono tra le migliori del film. Nella sezione iniziale la scrittura è stata supportata da una ricca animazione dei personaggi, che li rende particolarmente espressivi.

Dragon Ball Super: Broly recensione

Broly non è più un personaggio bidimensionale che urla e basta. Inizialmente non fa altro che ubbidire ciecamente al padre ma nelle scene con Cheelai e Lemo assistiamo alla sua crescita che alterna momenti comici a drammatici. Tutto questo purtroppo sparisce nel lungo scontro, dove non fa altro che urlare e combattere.

Assistiamo addirittura a una sua involuzione rispetto ai film originali, visto che il personaggio non dice nemmeno una frase in tutta questa porzione.

Freeza fortunatamente non è una macchietta ma anzi riesce a ritagliarsi una parte chiave. Sono numerose le scene comiche che lo vedono protagonista, tra cui un parallelismo con Bulma, ma queste non intaccano per nulla il personaggio negativamente, anzi riescono a dargli più profondità. E poi Ryūsei Nakao è fantastico.

ANIMAZIONE

Per la prima volta in 25 anni il character designer e il principale direttore dell’animazione della franchise, Tadayoshi Yamamuro, è stato sostituito da Naohiro Shintani scelto personalmente da Toriyama durante un’audizione. Il sub character designer è invece Isamu Takara (supervisore di One Piece).

Dragon Ball Super: Broly recensione

Noterete immediatamente come il design dei personaggi riprende fedelmente lo stile moderno di Toriyama, l’attenzione ai nasi (sopratutto quello di Piccolo) e alle orecchie, sono alcuni degli elementi che vi salteranno più all’occhio. Inoltre nella sua prima forma Freeza è rosa e non viola, come nel manga.

Il regista/storyboard artist Tatsuya Nagamine è riuscito a creare una pellicola che si distingue per l’uso dei colori e un buon uso della composizione. Elementi questi che contribuiscono a dare un aspetto distintivo al film, che non sembra un lungo episodio disegnato meglio della serie animata.

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Ma la sua decisione di dar carta bianca agli animatori potrebbe non essere bene accolta dal pubblico. Si può notare sopratutto nell’intera sequenza della battaglia come alcuni animatori non abbiano seguito il modello creato da Shintani.

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Il lavoro del supervisore Yuya Takahashi ad esempio salta subito all’occhio, a differenza di altri che sono riusciti a mantenere i loro tratti distintivi per seguendo il modello dei personaggi.

Inoltre le sue correzioni sono molte pesanti. Guardiamo ad esempio il passaggio improvviso dal Goku SSG di Ryo Onishi dal tratto tondeggiante e fedele al modello a quello spigoloso e molto ombreggiato corretto da Takahashi.

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Smear, interessanti angoli di ripresa, alcune fantastiche trasformazioni come quella di Vegeta in Super Saiyan God o a quella di Goku in Super Saiyan Blu portano in tavola delle cose che in Dragon Ball non ci saremmo mai sognati. Così come alcuni effetti speciali che siamo ormai abituati a vedere in altri anime.

Per quanto riguarda le scene animate in computer grafica, sappiamo che coprono il 10% della pellicola. In generale i modelli sono stati ben realizzati e per i primi piani sono stati inseriti dei disegni in 2D.

Ma se da una parte abbiamo delle scene dove il 3D ha un look simile al 2D, in altre invece sembra di guardare un vecchio videogioco. Gli sfondi poi hanno un aspetto molto realistico che si scontra con il resto della pellicola, anche se in alcuni casi ben si adattano alla situazione.

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CONCLUSIONI

Se avete la possibilità vi consiglio caldamente di guardare oggi le anteprime in lingua originale dove i doppiatori giapponesi danno una grandissima prova e Masako Nozawa (Goku/Bardock/Goten) si dimostra ancora una volta una forza della natura nonostante i suoi 82 anni. L’adattamento italiano è fatto bene, Iacono (Vegeta) e la Pacotto (Bulma) sono quelli che mi hanno più colpito positivamente.

La colonna sonora di Norihito Sumitomo, in particolare i cori richiesti da Nagamine, è davvero potente e ben si presta a molteplici ascolti. La theme song ‘Blizzard‘ di Daichi Miura non riuscirete a togliervela dalla testa.

Dragon Ball Super: Broly – Il film prova a sviluppare due temi: un parallelismo tra Broly e Goku e il tema della vendetta, il problema è che in entrambi i casi il setting iniziale non continua e otteniamo un risultato tronco.

Ci troviamo così di fronte a dei blocchi narrativi scollegati tra loro che non permettono uno scorrere fluido della storia. Aggiungiamoci poi i 30/40 minuti circa di scontri quasi ininterrotti che, nonostante l’incredibile animazione sono privi di tensione. Non ci troviamo di fronte alla miglior entrata della franchise ma è visivamente un’opera spettacolare con una solida animazione.

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