Steve Ditko, leggenda del fumetto americano, si è spento lo scorso 29 giugno nel suo appartamento di Manhattan, vittima di un attacco cardiaco. La notizia, però, è trapelata solo adesso.
Nato nel 1927 a Johnstown (Pennsylvania), figlio di immigrati ucraino-cecoslovacchi, Steve ereditò dal padre l’interesse per le strisce a fumetti che venivano pubblicate sui quotidiani dell’epoca, soprattutto Prince Valiant di Hal Foster, ma in seguito venne influenzato anche da Batman e da The Spirit del grande Will Eisner. Quando scoprì che uno degli artisti di Batman, Jerry Robinson, insegnava presso la Cartoonists and Illustrators School di New York, il giovane Ditko si iscrisse alla scuola nel 1950, facendosi notare per la sua dedizione e la sua capacità di lavorare sia in gruppo sia in autonomia. Robinson aveva l’abitudine di invitare in classe alcuni professionisti del settore, compreso Stan Lee, all’epoca redattore di Atlas Comics (l’etichetta che precedette la Marvel Comics), e fu probabilmente in questa circostanza che Lee ebbe modo di vedere i suoi disegni per la prima volta.
Ditko cominciò a farsi le ossa nello studio di Joe Simon e Jack Kirby, ma lavorò anche a diverse storie horror e di fantascienza per Charlton Comics, dove nel 1960 creò il personaggio di Capitan Atom con Joe Gill. Intanto, a partire dal 1955, Steve prese a lavorare per Atlas, disegnando alcune storie di Strange Tales, Amazing Adventures, Strange Worlds, Tales of Suspense e Tales to Astonish, destinate a diventare dei classici. In questo contesto – soprattutto da quando Amazing Adventures fu ribattezzato Amazing Adult Fantasy per rimarcarne la natura sofisticata – Stan Lee e Steve Ditko misero a punto quello che, in seguito, fu definito il “Metodo Marvel” nella collaborazione tra sceneggiatore e disegnatore: Stan forniva a Steve una breve descrizione della trama, e lui “la trasformava in una piccola opera d’arte che si rivelava essere molto più bella di quanto potessi aspettarmi”, citando lo stesso Lee.
I tempi erano maturi per la creazione di Spider-Man. Quando Martin Goodman diede il permesso a Lee di creare un nuovo supereroe adolescente, quest’ultimo si rivolse a Jack Kirby, che recuperò la sua vecchia idea per un personaggio chiamato Silver Spider o Spiderman. Kirby disegnò alcune pagine, ma il suo modo di intendere l’eroe – un orfano che ottiene dei superpoteri dopo aver trovato un anello magico – non convinceva Stan, che voleva qualcosa di meno… “eroico”. Fu a questo punto che intervenne Ditko, il quale ricreò il personaggio con le caratteristiche che tutti conosciamo: introdusse il costume rosso e blu, la maschera che copre il volto per intero, la capacità di aderire alle pareti e i lanciaragnatele attaccati ai polsi. Spider-Man debuttò su Amazing Fantasy #15 nell’agosto del 1962, chiudendo la pubblicazione antologica. Il suo successo, però, indusse la Marvel a renderlo protagonista di una serie a lui dedicata, The Amazing Spider-Man, dove Lee e Ditko crearono alcuni tra i più noti avversari dell’Arrampicamuri, come il Dottor Octopus, l’Uomo Sabbia, Lizard, Electro e Goblin. A partire dal n° 25, nel 1965, Ditko fu accreditato anche come co-autore delle storie, dato che il “Metodo Marvel” prevedeva un suo grande contributo narrativo.
Nel frattempo, Lee e Ditko crearono insieme anche il personaggio di Doctor Strange su Strange Tales #110 (1963), dove l’artista ebbe modo di dimostrare il suo talento visionario: gli scenari fantastici e allucinati delle avventure del Mago Supremo divennero un emblema della controcultura, e il meraviglioso personaggio di Eternità – la cui silhouette racchiude lo spazio profondo, con galassie e pianeti – è una chiara testimonianza della sua fantasia rivoluzionaria. Al di là di questi slanci mistico-surreali, l’arte di Steve Ditko divenne immediatamente riconoscibile per la chiarezza del tratto, l’attenzione ai dettagli e la capacità di evocare gli stati d’animo dei personaggi, ansia compresa. Purtroppo, la collaborazione con Stan Lee sfociò in accesi contrasti di natura socio-culturale, oltre che artistica, e Steve abbandonò la Marvel nel 1966, per poi passare alla rivale DC Comics nel 1968. In seguito lavorò molto come freelance, ma tornò saltuariamente anche alla Casa delle Idee.
Convinto che la sua arte – e non la sua vita privata – dovesse parlare per lui, Ditko ci lascia con grande discrezione, la stessa che ha accompagnato tutta la sua esistenza. Non ci resta che celebrarlo con le sue straordinarie creazioni.
Steve Ditko was true to his own ideals. He saw things his own way, and he gave us ways of seeing that were unique. Often copied. Never equalled. I know I'm a different person because he was in the world. pic.twitter.com/2GFSA86Btj
— Neil Gaiman (@neilhimself) July 7, 2018
RIP to comic book legend Steve Ditko, beyond influential on countless planes of existence. He never truly profited from his comic creations that have lasted for decades, but his work will never be forgotten. pic.twitter.com/UBZQWpF79i
— edgarwright (@edgarwright) July 7, 2018
Fonte: Variety