Incontriamo Takashi Miike sulla Croisette, a margine della presentazione del suo (bel) Blade of the Immortal (La lama dell’immortale), presentato fuori concorso al Festival di Cannes. La storia è quella di un samurai reso immortale da una misteriosa fattucchiera e che decide di aiutare una ragazzina a vendicarsi dell’omicidio dei suoi genitori per mano di un gruppo di allievi e maestri di una scuola d’arte marziali rivale. L’ispirazione è l’omonimo manga (intitolato in Italia semplicemente come l’Immortale) firmato da Hiroaki Samura di fine anni ‘90. Per noi è l’occasione per farci raccontare da Takashi Miike, regista di più di 100 tra film, corti e episodi di serie televisive dal 1991 ad oggi, quali siano per lui le 10 regole fondamentali per realizzare una buona scena di combattimento al cinema.
10 – Le lame sono meglio delle pistole. Con la pistola tutto è più rapido. Non c’è poesia. Le opzioni sono più limitate, devi imporre allo spettatore l’informazione che quello sparo sia andato a segno. Con le lame, meglio se una katana, il ferimento lo vedi.
9 – Sicurezza sul set. Nessuno della troupe sul set si deve fare male. Quando succede poi è difficile farne un’altra lasciando tutti tranquilli che non si ripeterà,
8-Curare maniacalmente la fotografia. Scegliere un buon direttore della fotografia fa la differenza. Quando le scene sono concitate riuscire a fare capire immediatamente al pubblico cosa stia succedendo, e a chi, è imprescindibile. Se è una scena girata all’esterno, studiare bene il meteo e la luce che ci sarà è altrettanto importante.
7- Autoironia. Quando si rappresenta più volte, sotto-forma di intrattenimento, una lotta tra la vita e la morte, prendersi troppo sul serio significa rendersi ridicoli. E allora che sia tu, regista, a scherzare direttamente con gli spettatori
6-Studiare bene il suolo del set. Bisogna conoscere bene dove si andrà a girare. Prova a saltare a piedi uniti sul terreno dove accadrà il combattimento prima del primo ciak. La maniera in cui il pavimento attutisce una caduta o una corsa cambia anche la coreografia di un combattimento.
5-Caratterizzare. Ogni personaggio principale deve avere una propria particolarità quando combatte, qualcosa che lo rende speciale e pericoloso in maniera che altri non lo sono.
4-No al montaggio frenetico. Deve essere un’eccezione, non la regola. Meglio scene lunghe dove si possa percepire anche la fatica non solo dei personaggi, ma anche degli attori che la stanno interpretando.
3-I personaggi devono combattere in una maniera che rappresenti il loro carattere. Se lo fanno con una katana, invece che con una pistola, logicamente è più semplice rappresentare questo legame. La pistola la tieni in mano solo in un modo, a meno che non sei in un film di Tarantino
2-Riprendere il non previsto. Quando gli attori provano la coreografia di un combattimento, buona parte dei momenti che terrai nel montaggio finale sono quelli della prova stessa. Quando loro stessi non sono troppo preparati a chi li attaccherà e mostrano quel pizzico di sorpresa e paura naturali che dopo non avranno più.
1-Bisogna superare i limiti di ciò che ci si aspetta da sé stessi o il pubblico. OgTakashi Miike ni scena di combattimento deve rappresentare una nuova sfida per il regista. Se fai qualcosa di già fatto, fai qualcosa di noiosa, sia per te che, di conseguenza, per il pubblico. E allora meglio lasciare perdere. Quando ho visto cosa ha fatto a 70 anni George Miller con Mad Max: Fury Road ne ho avuto conferma: non si è mai troppo vecchi per osare ancora di più.
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