Split – La recensione di Roberto Recchioni

Split – La recensione di Roberto Recchioni

Di Roberto Recchioni

Perché noi siamo Legione.

La cosa migliore di Split è purtroppo proprio quella che non si può rivelare nella sede di una recensione a poca distanza dall’uscita del film. Ma se credete di aver capito tutto in anticipo e pensate che io mi riferisca a uno dei soliti “Shyamalan Twist” che hanno caratterizzato alcune delle pellicole più amate e di successo del regista de Il Sesto Senso, vi sbagliate. Perché se è vero che il film ha un disvelamento finale, una rivelazione conclusiva che in qualche maniera ne ampia il senso e chiude un cerchio, non è quel tipo di colpo di scena che ribalta gli assunti iniziali, facendovi vedere tutta la storia sotto una prospettiva diversa. Mi limito a dire che è qualcosa di più grande e diversa, e che se amate Shyamalan, impazzirete come sono impazzito io.

Detto questo, parliamo di tutto il resto della pellicola, che racconta la storia di un uomo che soffre di un grave disturbo di personalità multiple (ventitré, per la precisione), alcune miti, gentili e ordinarie, altre problematiche, aggressive e pericolose.

E QUESTO VI DEVE BASTARE, BASTARDI MALEDETTI! COSA CREDETE, CHE IO ABBIA TEMPO DA PERDERE PER STARE QUI A RACCONTARE UNA TRAMA CHE SICURAMENTE GIA CONOSCETE PERCHÈ AVETE VISTO IL TRAILER?

Perdonatemi. Credo di avere un momento di mancamento. Di cosa parlavamo? Oh, ma certo, di quel ragazzo indiano e dei suoi terribili film. A me mettono l’ansia e mi fanno trattenere il fiato, e li guardo sempre con il fiato sospeso e certo volte chiudo anche gli occhi, però mi piacciono e non riesco a smettere di guardarli! E poi, fortunatamente, quando ho troppa paura, posso stringermi al mio fidanzato.

Scusate ancora. Non so cosa mi succede, oggi. Comunque, non concordo: Shyamalan ha fatto qualche bel film, non lo metto in dubbio, Ma quanti anni fa? Venti? Dopo Il Sesto Senso e quel capolavoro di Unbrekable è stata una lunga picchiata che è terminata con quel maestoso doppio tonfo de L’Ultimo Dominatore dell’Aria e After Earth. È un regista finito.

Non è vero. Dopo After Earth si è preso il suo tempo, ha prodotto cose, fatto televisione, ed è tornato con un film piccolo, molto a fuoco, e decisamente riuscito come The Visit.

Cielo, quello mi ha terrorizzato!

NON STATE A SENTIRE LA ZITELLA! A LEI METTE PAURA ANCHE LADY IN THE WATER!

split-james-mcavoy-01

Che aveva alcuni riusciti momenti di tensione. Comunque sia, non dovevamo parlare di Split?

Quanto amo James McAvoy. É così bello e bravo. E quanto è versatile nell’interpretare le varie sfaccettature del protagonista.

Affermazione piuttosto scontata. Alla fine, fare la parte dello psicopatico con tante personalità è un gioco di faccine buffe e di gigioneggiamenti. È una parte facile che può impressionare chi di cinema non ci capisce nulla. State tutti quanti zitti. Non riesco a seguire il filo del mio discorso.

Nessuno ci riesce. Ma continua, ti prego.

Dunque, Split, al pari di The Visit, è un film piccolo produttivamente e, proprio per questo, scritto e diretto con la massima libertà, lontano dai meccanismi oppressivi dei grossi blockbuster hollywoodiani.

“MECCANISMI OPPRESSIVI”?! MA SECONDO TE SE TI DANNO CENTOCINQUANTA MILIONI DI DOLLARI POI TI LASCIANO FARE QUELLO CHE TI PARE?

No, appunto, quello dicevo. È per questo che a Shyamalan fa bene lavorare con molti meno soldi e con molta maggiore libertà. Perché può fare quello che gli pare e tornare a scrivere e a dirigere i film che vuole lui.

Qualcuno vuole una cedrata?

Io voglio il gelato.

Che ci fai alzato a quest’ora?

Non ho sonno.

Vai subito a letto, tanto stiamo parlando di un film che non potrai vedere fino a quando non sarai grande!

Uffa.

Il film. Torniamo a parlare del film. Che è bello, essenziale e dice cose interessanti che vanno aldilà del semplice giochetto sul pazzo psicotico che ha mille personalità.

A sì? E di cosa parla, allora?

Parla delle potenzialità nascoste dell’essere umano.

Mi ricorda qualcosa…

Non dirlo. Non pronunciare quel titolo, ok?

E se lo faccio?

BASTA COSÌ, NON VI SOPPORTO!

Almeno siamo d’accordo che Split è un bel film giusto? Ha una bella sceneggiatura che entra subito nel vivo, un grande ritmo narrativo, parecchi espedienti efficaci per tenere altissima la tensione…

Se posso permettermi, forse allunga un poco il brodo con tutta la storia della vecchia psicologa.

Era necessario per passare le informazioni allo spettatore.

Sarà. Io l’ho trovata un poco didascalica. Ma il mio parere cosa vuoi che conti, sono solo

uno come tanti.

A me… a me è piaciuta la fotografia.

Io ho amato la colonna sonora!

Quindi, che voto gli diamo?

8.

E allora possiamo anche chiuderla qui.

Buonanotte.

Buonanotte.

Notte.

Buonanotte.

Ma io non ho sonno!

Buonanotte.

Buonanotte.

Sogni d’oro.

Buonanotte.

Statemi bene.

Buonanotte.

‘Notte.

BUONANOTTE.

A domani.

Buonanotte.

Vi odio.

Buonanotte.

Notte.

Buonanotte.

Sogni d’oro.

Dormite bene.

Buonanotte.

BUONANOTTE.

SPLIT – M NIGHT. SHYAMALAN INTERVISTATO DA ROBERTO RECCHIONI

Spli
L’illustrazione in esclusiva per ScreenWeek

GUARDA L’INTERVISTA A JAMES McAVOY

SPLIT – I 23 SCARABOCCHI DI MAICOL & MIRCO

LEGGI LA TOP-10 DEL 2016 DI ROBERTO RECCHIONI

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