L’8 marzo 1998, allo Stadio Tardini di Parma, i Ducali ospitano l’Inter per la 24ma giornata di Serie A. È la stagione dei veleni, la prima di Ronaldo in maglia nerazzurra, e l’Inter deve vincere per tenere il passo della capolista Juventus. Di fronte si trova però un Parma formidabile, quello di Fabio Cannavaro e Hernan Crespo, allenato da Carlo Ancelotti: uno squadrone che non vincerà mai lo scudetto solo perché nel campionato italiano – in quegli anni il più prestigioso del mondo – la competizione era di altissimo livello.
Al 21° minuto della ripresa, sul risultato di 0 a 0, le cose sembrano mettersi bene per i nerazzurri: Zé Maria stende Ronaldo in area, e l’arbitro Rodomonti fischia un calcio di rigore. Il Fenomeno, che finora non ha mai sbagliato dal dischetto, si incarica della battuta. Tra i pali c’è però Gigi Buffon, fresco ventenne che ha già la stoffa del fuoriclasse: il portiere intuisce la traiettoria, si butta a sinistra e respinge il tiro di Ronaldo. A fine partita, vinta dal Parma per 1 a 0 grazie a un successivo gol di Crespo, è proprio Buffon a conquistarsi le copertine; non solo per il rigore parato, ma per la maglietta di Superman che indossa sotto la casacca ufficiale. È una t-shirt blu con la S sul petto, come il costume dell’eroe DC. Da quel momento, il soprannome di Buffon sarà proprio “Superman”.
Ora, la scelta di indossare una maglia del genere non fu casuale. Ovviamente un portiere – che “vola” in area per acchiappare i palloni – ama paragonarsi all’Uomo d’Acciaio, ma non è solo questo. Nella seconda metà degli anni Novanta, le t-shirt di Superman erano ovunque. Di punto in bianco, cominciarono ad apparire un po’ dappertutto, sempre le stesse: logo rosso e giallo su campo blu, una replica fedele dell’uniforme classica. Buffon, insomma, non lanciò una moda, si limitò semplicemente a cavalcarla. E forse a renderla ancora più popolare, quantomeno in Italia.
All’epoca ero preadolescente, divoravo fumetti e mi piacevano sia i film di Superman con Christopher Reeve sia quelli di Batman con Michael Keaton (anche se non leggevo gli albi DC). Cominciai a notare le t-shirt in questione durante le vacanze estive a Rimini o Cesenatico: i negozi sui viali più affollati le esponevano all’esterno, appese in bella vista fra costumi e giochi da mare. Giovani adulti le sfoggiavano in spiaggia o durante le passeggiate serali, il petto inorgoglito dalla S. Mi rendo conto che oggi non sembra niente di strano, ma quelli erano altri tempi: la cultura nerd non era ancora esplosa come fenomeno mainstream, i cinecomic avrebbero conquistato Hollywood solo dai primi Duemila, e l’ultimo film di Superman risaliva al 1987; insomma, non era scontato vedere un supereroe entrare nella moda di tutti i giorni, per quanto indubbiamente dotato di popolarità. Ai tempi, erano più che altro i fumettari a indossare un vestiario “codificato” sulla loro passione. Non era materia da abbigliamento quotidiano.
Certo, Superman ha un ruolo importante nell’industria culturale, e non è un caso che Andy Warhol l’abbia usato come soggetto per le sue litografie. L’immaginario collettivo non può prescindere dalla celebre S, che si è imposta nei decenni come uno degli elementi più riconoscibili nella storia del pop. Anche per questo, la moda contemporanea è stata lesta ad appropriarsene, come racconta un approfondimento della CNN: basti pensare all’abito dello stilista Bernhard Willhelm con il logo grondante di sangue, o a quelli di Jeremy Scott che trasformano la S in un punto interrogativo. Peraltro, nel 1993 fu Billy Corgan degli Smashing Pumpkins a indossare una felpa con il logo di Superman, ma in rosa (e con la scritta “Superslut” sulla manica). La S è stata poi inclusa nel merchandising della band.
Il caso delle t-shirt, però, non ha a che fare con l’alta moda: ricorda più da vicino quelle tendenze che negli anni Novanta parevano originare dal nulla, come i braccialetti slap o i ciucci di plastica (beh, per questi ultimi c’è una possibile spiegazione). Comunque, viene da chiedersi se la popolarità de La morte di Superman, celeberrimo arco narrativo del 1992, non abbia influenzato la diffusione delle magliette; in fondo, la trovata di Mike Carlin, Dan Jurgens, Roger Stern, Louise Simonson, Jerry Ordway e Karl Kesel ha riportato l’eroe DC sui notiziari, generando discussioni non solo tra i fan. Per il resto, il decennio è stato dominato dal grande rilancio di Batman, sia con i film (gli unici cinecomic di successo in quel periodo) sia con la serie animata di Bruce Timm; ma, in fatto di moda, l’ultima parola è toccata al collega kryptoniano.
Una popolarità che sembrerebbe avere radici psicologiche, nientemeno. Stando a una ricerca della psicologa Karen Pine, professoressa della University of Hertfordshire e autrice del libro Mind What You Wear: The Psychology of Fashion, indossare una t-shirt di Superman rafforza la sicurezza in noi stessi e ci fa sentire fisicamente più forti. A tal proposito, Pine spiega:
Indossando una t-shirt di Superman, gli studenti valutavano loro stessi come più gradevoli e superiori agli altri. Interrogati su quanto peso potessero sollevare, quelli con la maglietta di Superman pensavano di essere più forti rispetto a quelli con t-shirt normali, o che indossavano i loro soliti vestiti.
Chissà, magari è lo stesso effetto che ha sentito Buffon sotto la casacca, parando quel rigore a Ronaldo. E forse è per questo che la t-shirt ha riscontrato un tale successo fra i maschi degli anni Novanta, imbaldanziti dall’emblema del superuomo sul petto. Con il pipistrello di Batman sarebbero forse diventati più ombrosi e introspettivi? Ci vorrebbe un esperimento anche per quello.
Nel frattempo, l’imminente uscita del nuovo film ha riacceso l’interesse per il personaggio, anche da parte degli stilisti. Marc Jacobs ha rimesso in commercio il suo pullover di fine anni Novanta, realizzato in alpaca e lana merino, mentre la t-shirt ha fatto capolino alla fashion week autunno-inverno di New York nel 2023.
NIGO x Marc Jacobs "Superman" Sweater (2024) pic.twitter.com/RoZaAI1x5Z
— Modern Notoriety (@ModernNotoriety) August 14, 2024
Se il blockbuster di James Gunn riporterà la S anche nei cassetti della gente, questo è tutto da vedere. Magari, come David Tennant, a fine estate ci ritroveremo con l’armadio pieno.
Here's a very small Thread 🧵 of David Tennant wearing a superman t-shirt pic.twitter.com/2Ky2fXAWBB
— 𝐀𝐲𝐥𝐢𝐧🍁 (@GoodOmensDT) January 22, 2025
James Gunn, invece, non ha trovato ancora il tempo di leggerlo.
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