Cinecomic Cinema

Come nacque il tema musicale di Superman?

Perché ancora oggi è così importante anche nella nuova versione targata James Gunn.

Pubblicato il 04 luglio 2025 di Federico De Feo

Come nacque il tema musicale di Superman? E perché ancora oggi è così importante anche nella nuova versione targata James Gunn? Quando verso la fine degli anni 70 i cinecomic non erano ancora il pane quotidiano dell’offerta cinematografica, il regista Richard Donner riuscì ampiamente nell’impresa di convincere non solo il pubblico, ma anche la stessa industria, che i film incentrati sulle gesta dei supereroi potevano incanalare molteplici elementi artistici e sociali. Superman avrebbe potuto risollevare non solo Hollywood, ma avrebbe mostrato ampiamente come un grande franchise potesse far sognare ad occhi aperti molteplici spettatori, immedesimandosi nelle gesta di un grande eroe.

Se la serie tv nei primi anni 50, The Adventures of Superman, aveva senz’altro rappresentato un primo assaggio del potenziale filmico e commerciale di un personaggio come il figlio di Krypton, d’altro canto la mancanza di grandi effetti speciali e soprattutto di una trama leggera, non pienamente in linea con lo spirito dello stesso fumetto, non fece in modo che lo stesso franchise potesse avere nell’immediato una sua trasposizione cinematografica di successo.

Ma cosa rese l’opera di Donner così coerente e perfettamente in linea con il personaggio ideato da Jerry Siegel e Joe Shuster nel 1938? Oltre ad essere il primo grande film di supereroi a riuscire nell’intento di essere sia narrativamente che esteticamente epico e drammatico, un colossal che con effetti speciali rivoluzionari per l’epoca avrebbe dato vita alla nuova Hollywood, il suo successo non sarebbe stato tale senza il magnificente lavoro di John Williams che solamente dalle prime note del suo iconico tema, riuscii a trasportare il pubblico in uno spazio ancestrale in cui eroismo e immaginazione erano alla base di tutto. La musica fluttuava letteralmente all’interno dello schermo.

Williams, nonostante avesse iniziato solamente nei primi anni 60 a firmare le sue prime colonne sonore, era già il grandissimo compositore che oggi conosciamo. Successi come Lo Squalo, Star Wars – una nuova speranza, Incontri ravvicinati del terzo tipo, erano riusciti in pochissimo tempo a definire la grande portata emotiva/sognante e compositiva che Williams riusciva a imprimere nelle sue composizioni, tanto da definirlo come degno erede dei maestri del cinema classico americano degli anni 40. Ma Superman era una sfida decisamente differente.

Lo spazio sconfinato, il terrore di un nemico invisibile, l’espressione di un nuovo linguaggio ultraterreno, si erano dimostrati dei lidi floridi per lo stesso compositore, ma unire il fantastico con il terreno, l’umano con l’oltreumano, il fine eroico ed etico di un superuomo senza macchia, impose allo stesso Williams di ricercare una nuova via sonora e compositiva che potesse riassumere non solo la sua conformazione spettacolare, ma anche di focalizzarsi sull’aspetto antropologico e psicologico del supereroe per eccellenza.

Come analizza il giornalista Evan Narcisse, che aveva 6 anni quando vide per la prima volta il film, ciò che più lo colpì del tema di Williams fu quello di sentire per la prima volta, attraverso il susseguirsi armonico, la sensazione di poter volare effettivamente insieme al suo eroe, fino a quel momento solo ammirato. Nella musica stessa riuscì a ritrovare, non solo i suoi sogni di bambino, ma soprattutto la miriade di modi in cui Superman poteva essere rappresentato. Il tema, già dalle prime battute, riusciva a distillare perfettamente i differenti input emotivi dello stesso protagonista.

Al primo ascolto anche lo stesso Donner, che inizialmente aveva scelto Jerry Goldsmith per la composizione della colonna sonora originale, ne rimase talmente strabiliato da definire lo stesso Williams come: “Genius! Fantastic!”, e da lì il mito rimase intatto per sempre in quasi tutte le successive trasposizioni.

Il tema di Superman resta ancora oggi immortale in quanto aveva la peculiarità di suddividersi in tre sezioni, come un’ouverture operistica, facendo chiaro riferimento ad una forma compositiva risonante ed eroica appartenente a quella dei cicli cavallereschi (Ermanno Comuzio – Dizionario ragionato dei musicisti cinematografici).

La fanfara iniziale dal tono epico, seguita dalla marcia e dal successivo tema d’amore di ispirazione wagneriana, donano al tema la sua ciclicità temporale, capace di catturare in modo così efficace tutte le caratteristiche del personaggio cinematografico: il suo potere inarrestabile, l’eroismo trionfale, la presenza stabilizzante e la capacità di eroico romanticismo.

Un rombo che squarcia l’aria, l’edonismo sinfonico che spicca il volo attraverso il susseguirsi di ottoni, il potere delle sue stesse origini extraterrestri, gli conferiscono perfettamente la sua effige. Attraverso il tema di Williams si può vivere apertamente l’evoluzione di Superman da eroe ad icona, leggendo tra le note che lo compongono la S del mantello sventolare tra una sezione e l’altra della sua stessa opera sinfonica.

Figlia di quel cinema sognante e immaginifico che prese piede stabilmente negli anni 80, la colonna di Superman diede il via ad un nuova concezione cinematografica per il mondo dei supereroi, lasciando ai suoi eredi una musica capace di riassumere perfettamente, in poche note, l’identità di ogni singolo protagonista.

Nonostante nei successivi sequel il tema sia rimasto intatto, attraverso le differenti voci compositive che si sono avvicendate (Ken Thorne, Alexander Courage, John Ottman e Hans Zimmer) solamente nel caso de L’uomo d’acciaio di Zack Snyder fu totalmente omesso, scatenando notevoli discussioni in merito. Ma è proprio nel nuovo reboot di James Gunn che il tema di Williams ritorna prepotentemente in auge.

Come già preannunciato dal trailer, che ne mostrava l’incipit iconico in una nuova veste sonora composta appositamente dall’autore della nuova colonna sonora John Murphy, il tema sembra rivivere perfettamente nella nuova concezione del Superman di Gunn che si affida completamente ed abilmente alla sua passata effige, per mostrarne una nuova versione di sé che possa segnare il futuro anche dello stesso franchise.

A conferma di ciò, lo stesso regista ha affermato durante una conferenza stampa di presentazione dello stesso film, di avere un’idea ben precisa per la composizione della colonna sonora ancor prima che la stesura della sceneggiatura fosse terminata. Il dilemma per Gunn si focalizzava soprattutto su quanto il tema di Williams avrebbe influenzato tutto l’intero processo. “Sapevo fin dal principio quello che avrei voluto comunicare attraverso la musica. Ci ho pensato molto, faremo qualcosa di completamente diverso? Useremo il tema Williams?”. Gunn non ha mai nascosto di avere un profondo attaccamento alla colonna sonora del Superman di Donner, aggiungendo: “Quella colonna sonora è una delle mie preferite di tutti i tempi, e quando ero un bambino, fu davvero la cosa che amai di più di tutto il film. Ancora oggi rimane uno dei ricordi più importanti di tutta la mia vita.”

Gunn specifica che Murhy, oltre a creare un tema che rende fedelmente omaggio all’iconica composizione di Williams, ha fatto si che tutto il processo sonoro fosse parte integrante dell’intera colonna sonora che ascoltiamo durante i momenti clou del film. Si adatta al suo nucleo narrativo interno mostrando le molteplici sfaccettature dell’Uomo d’acciaio, sintetizzando perfettamente tutti gli aspetti più complessi della sua stessa identità. Conoscere Superman unicamente attraverso la musica.

In un’epoca in cui i grandi temi musicali sembrano aver lasciato spazio ad un’idea di colonna sonora sempre più minimalista ed iper-sensoriale, James Gunn con il suo nuovo Superman ci ricorda il potere sognante di tutto ciò. Perché solo grazie a John Williams si può fluttuare veramente attraverso le note, immaginando di volare come il più grande supereroe di tutti i tempi.