Recensioni SerieTV The Doc(Manhattan) is in
Prima di tutto, per spiegare il titolo: sì, ci sono Tonio Cartonio e la Melevisione, ma nel Fantabosco si fa uso davvero di allucinogeni. Il social media manager cinico e lievemente inquietante interpretato da Gianluca Fru è Tyler Durden, nella migliore e più calzante parodia di Fight Club dai tempi in cui Chuck Palahniuk ha scritto le regole del suo circolino. Iron Man è una macchinetta del caffè (sort of). C’è il santone di cui non sapevamo di avere bisogno… Basterebbero queste, che sono solo alcune delle trovate disseminate negli otto episodi di Pesci Piccoli 2, per dimostrare che i The Jackal hanno rilanciato alla grande per la seconda stagione della loro serie comedy. Ma Pesci Piccoli 2 – su Prime Video dal 13 giugno. Abbiamo visto tutti gli otto episodi in anteprima – è anche altro. Per esempio, la dimostrazione che non sempre la regola di Caparezza e Troisi è applicabile: il secondo (album/film/lotto di puntate di una serie, come in questo caso) può essere migliore del primo. E se il primo era andato già bene, come nel caso di Pesci Piccoli? Accipigna!
Due anni fa, scrivevo della prima stagione di Pesci Piccoli che il tipo di ambientazione, una piccola agenzia pubblicitaria, era perfetto per i The Jackal, che da anni rappresentano una delle forze creative più originali che il mondo della comunicazione e dell’intrattenimento italiano abbiano mai visto. E se vi sembra che stia esagerando, chiedetevi quanti altri siano stati in grado di trasformare un breve spot su un operatore telefonico in un clamoroso spaccato di vita vera e soffertissima come “Sopravvivere a un matrimonio d’estate”.
E allora, se Paolo Villaggio aveva trasformato la sua esperienza da impiegato della Cosider negli anni Sessanta nei racconti di Fantozzi e questi ultimi nei film del ragioniere, raccontando i Calboni e Filini veri in cui si era imbattuto, i The Jackal avrebbero avuto gioco facile nel raccontare dal di dentro il mondo della pubblicità, quei mostri chiamati clienti, le botte di culo tramutate dalla narrazione in idee geniali, e tutto il resto. E infatti la prima stagione di Pesci Piccoli funzionava proprio per questo, e te lo diceva, in totale trasparenza, già il sottotitolo: Un’agenzia, molte idee, poco budget.
Ma sei episodi erano pochi, e alla fine restavi con un cruccio. Perché, scrivevo all’epoca, ti lasciavano la voglia di saperne di più su questi ragazzi. Speravo insomma che quei sei episodi fungessero da punto di partenza per nuove avventure, e così è stato. Solo non immaginavo il tasso di follia con cui tutto questo sarebbe stato condito, su una scala da zero a Maurizio Merluzzo è un dinosauro fuori controllo.
L’incipit del primo episodio, il tema degli influencer come nemici naturali delle agenzie pubblicitarie, almeno quanto lo sono tra loro il cobra e la mangusta, pensavo portasse a spingere su quel discorso. Ma alla fine l’agenzia e le sue follie, tra bare e pubblicità improbabili dei pisellini (ma con un grandissimo testimonial), fungono da sfondo alle storie dei protagonisti.
Li conosciamo già, c’è spazio e modo quindi, ora, per portare avanti le loro vite, e anche per raccontare quanto sono diversi – nel caso – dai personaggi consueti di Ciro, Fabio e gli altri. Gli ingredienti sono quelli tipici delle serie “che ti fanno sentire bene”, aiutandoti ad astrarti per un attimo dalla brutalità del mondo là fuori. Amore, amicizia, crescita personale, ricerca di un senso per la propria esistenza. La differenza la fanno evidentemente scrittura e interpretazione, e Pesci Piccoli 2 è una serie brillante, ricca di belle trovate, mai troppo facile nei momenti che potrebbero risultare melensi, mai troppo cinica quando c’è da smontare quel rischio. È una serie che guardi con lo stesso stato d’animo di una Ted Lasso, e ti lascia alla fine quella stessa allegra malinconia.
Ciro, Aurora, Fabio e Greta (Martina Tinnirello) rendono i loro alter ego credibili e ti portano ad affezionarti alle loro vicende. Fru pure ma, come detto, è esilarante e fa un po’ paura allo stesso tempo. Il suo personaggio è praticamente, a scelta, il più sinistro social media manager o il più affabile potenziale serial killer che si sia mai visto, credo.
Non manca tutta una serie di citazioni per chi dei The Jackal è fan vero, dal pandino compagno di mille video ad Alfredo che fa da aiutante a uno chef famosissimo, ma sono un di più. La verità è che Pesci Piccoli 2, come la prima stagione, non è una serie solo per gli appassionati del team partenopeo, ma una serie comica italiana realizzata come dovrebbero essere realizzate le serie comiche (italiane e non). Fa ridere, fa bene al cuore, in un paio di cose – per quando guarderete la puntata con Nino: e voi, cosa avreste fatto? – ti fa pure pensare.
Ora sotto con la terza. Basta dare a Fru i “tanti soldi” che vuole, no?
Ideata da Francesco Ebbasta e Alessandro Grespan, che l’hanno anche scritta (con Alessandro Bosi e Mary Brugiati) e diretta (con Danilo Carlani e Alessio Dogana), Pesci Piccoli 2 sarà visibile su Prime Video dal 13 giugno.
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