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Thunderbolts*: cosa vuol dire quell’asterisco per il futuro dell’MCU

E altre domande che potreste esservi posti guardando il film [SPOILER, occhio].

Pubblicato il 05 maggio 2025 di DocManhattan

Se non avete ancora visto Thunderbolts*, questa pagina non fa per voi. Non subito, almeno: fate un salto alla recensione senza spoiler, se vi va, e tornate qui solo dopo esser passati dal cinema, perché quanto segue è un’analisi tutta SPOILER della trama del film. Siete ancora con me? Avete già visto Thunderbolts*? Perfetto, mettetevi comodi.

[Un ultimo SPOILER ALERT, per scrupolo, e iniziamo].

thunderbolts domande e risposte sul film
TASKMASTER: PERCHÉ?

Questo, immagino, ce lo saremo chiesto un po’ tutti. Perché la Taskmaster interpretata da Olga Kurylenko, proveniente anche lei come Yelena Belova (Florence Pugh) e Alexei Shostakov/Red Guardian (David Harbour) dal film Black Widow, tira le cuoia all’inizio di Thunderbolts*? Lo ha spiegato il regista del film, Jake Schreier. In un’intervista, Schreier ha detto che la morte improvvisa di Taskmaster serviva, essenzialmente, a creare la giusta tensione. “Nel film c’era poco sangue […] Se non elimini qualcuno, non hai quella giusta tensione che ti serve. Abbiamo dovuto perciò sacrificare qualcuno, e sì, è stato triste. Non mi ha fatto per nulla piacere doverlo fare.”

Schreier ha sottolineato inoltre che era la trama a imporre quella scelta (se Ghost non avesse fatto fuori Taskmaster, lei avrebbe eliminato Walker) e che Olga Kurylenko si è prestata senza problemi a girare quella scena, anche se il suo volto si sarebbe visto nel film solo per un istante.

thunderbolts domande e risposte sul film Nuovi Avengers
MA QUINDI ORA I THUNDERBOLTS SONO GLI AVENGERS?

No, sono una formazione di Avengers, i Nuovi Avengers (New Avengers). L’asterisco nel titolo di Thunderbolts* veniva spiegato da uno dei poster del film con un “Gli Avengers non erano disponibili”. Alla fine è venuto fuori però quanto tanti di noi avevano ipotizzato da tempo, cioè che Valentina Allegra de Fontaine Mazzanti Viendalmare stesse mettendo in piedi una propria squadra di Oscuri Vendicatori, o Dark Avengers, che dir si voglia (ci torniamo tra un attimo). La fine di Thunderbolts* ci mostra che esistono delle frizioni tra questi Nuovi Avengers e gli Avengers guidati da Captain America/Sam Wilson.

Nei fumetti Marvel, i Nuovi Vendicatori/New Avengers sono un gruppo di Avengers creato nel 2005 da Brian Michael Bendis e David Finch. Ma sono decenni che nelle storie Marvel coesistono più formazioni di Vendicatori contemporaneamente: i Vendicatori della Costa Ovest esordirono nel 1984, e negli anni abbiamo avuto Incredibili Avengers (Uncanny Avengers), Mighty Avengers, Nuovissimi Avengers, Secret Avengers e tanto, tanto altro. Tra cui, si diceva, i Dark Avengers…

Oscuri Vendicatori Dark Avengers

GLI OSCURI VENDICATORI DI VAL?

Eh. La presentazione stampa “a tradimento” organizzata da Valentina ricorda molto, non a caso, quella con cui Norman Osborn annunciava al mondo i suoi Dark Avengers/Oscuri Vendicatori nel 2009. Una squadra di criminali travestiti da eroi, con Bullseye come finto Occhio di falco, Daken al posto di Wolverine, Venom come Spider-Man, lo stesso Osborn nell’armatura di Iron Patriot, etc. In quella formazione, tra l’altro, figurava anche Sentry, che non era un villain, ma era facilmente manipolabile per via dei suoi problemi psichici.

sentry ares

Qui Sentry quando apre in due, letteralmente, Ares. Sì, Ares il dio della guerra. E sì, ho tagliato la parte più cruenta della vignetta.

Ma che degli ex criminali diventino degli Avengers è praticamente una tradizione nella storia dei Vendicatori. Ad aprire le danze fu lo stesso Capitan America in tempi ormai remoti. Nel 1965, sulle pagine di The Avengers 16, Cap presenta – anche lì su un palco, a beneficio di pubblico e stampa – la seconda formazione degli Avengers, allestita rimpiazzando tre membri fondatori della squadra con Occhio di Falco, Scarlet Witch e Quicksilver. Ai tempi, tre ex villain, appunto.

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THUNDERBOLTS* PARLA DI DEPRESSIONE?

Sì, e anche in modo piuttosto efficace, a giudicare da quanto quella parte del film ha colpito il pubblico. Tutta la sequenza in stile Everything Everywhere All At Once (ma anche, consentitemi, in stile Paprika di Satoshi Kon), con le stanze della vergogna di Bob, parla sostanzialmente della depressione e degli effetti che questa ha sulle persone che ne soffrono. Ma ci sono altri rimandi al tema, soprattutto nelle parole di Yelena. Ai microfoni di Variety, il regista Jake Schreier ha spiegato che quando ha approfondito il personaggio di Sentry e la sua doppia natura, ha scoperto di avere una figura ideale per affrontare questi argomenti.

Il personaggio creato da Paul Jenkins e Jae Lee nel 2000 – praticamente un Superman dell’Universo Marvel, ma limitato nell’uso dei suoi poteri dalla propria metà distruttiva, Void – era per Schreier una perfetta opportunità per esplorare temi già affrontati da lui in Beef (da noi Lo scontro), miniserie Netflix del 2023 con Steven Yeun e Ali Wong, sulla vita di due persone distrutta da un incidente stradale.

Solo che qui, conclude Schreier, il tutto è “su vasta scala”. Il nero di Void travolge tutta Manhattan, partendo da una scena di grande impatto come la bambina trasformata in ombra. Detto che alla fine tutto torna al suo posto, bambina compresa, non posso fare a meno di chiedermi: quegli incubi a occhi aperti, da rivivere a ripetizione, hanno travolto anche Peter Parker e Matt Murdock, se si trovavano a Manhattan? Presumibimente. Peter avrà rivisto morire la povera zia May, Matt avrà rivissuto in loop quella cosa lì che succede nel primo episodio di Daredevil: Rinascita

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Stanno per farlo, quanto meno, visto che la scena post-credits più scimmiante degli ultimi anni si svolge quattordici mesi dopo gli eventi del film. Quella navicella sta portando sulla Terra non solo Reed, Sue, Ben e Johnny, ma uno dei capitoli più importanti e attesi di tutto l’MCU che verrà.

E, in un certo senso, guardandola abbiamo già visto un pezzo dei prossimi film degli Avengers.

Nella stessa intervista a Variety linkata sopra, Schreier spiega che non ha diretto lui quella scena post-credits, ma lo hanno fatto i fratelli Russo. Sul set di Avengers: Doomsday, all’incirca un mese fa. “Ero lì ed è stato molto divertente”, ha aggiunto il regista, “vedere i tuoi amici passare a uno scenario di scala molto più grande”.

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