Una leggenda racconta che Buffalo Bill, l’icona del Far West, portò il suo show itinerante di cowboy anche in Italia agli inizi del Novecento. È una di quelle storie che si tramandano e si ingigantiscono di racconto in racconto, di cui è difficile trovare l’inizio. Ma vero o no che sia, è da qui che parte Testa o Croce, il nuovo film di Matteo Zoppis e Alessio Rigo de Righi, presentato a Cannes 2025 nella sezione Un Certain Regard.
Si tratta di un western. Ed è italiano. Ma non finisce qui. Ci sono anche tocchi da favola nera e derive quasi fantasy. Insomma, è un progetto davvero fuori dal comune, con l’apprezzabile ambizione di parlare anche a un pubblico internazionale, grazie a un cast che mescola star italiane, francesi e americane: Alessandro Borghi, Nadia Tereszkiewicz e John C. Reilly nei panni – iconici – di Buffalo Bill.
La storia è quella di Santino, un buttero (Borghi) che si innamora della moglie (Tereszkiewicz) del suo padrone. Dopo una sfida tra cowboy americani e italiani, lei uccide il marito e insieme fuggono, con Buffalo Bill alle calcagna. Ma il protagonista vero non è Santino. È Rosa. È lei a guidare la fuga, a prendere le decisioni, a trascinare – letteralmente – il corpo e la testa del suo amante. Lui non è un eroe, non è un pistolero infallibile. Ha paure, fragilità, è un non-eroe moderno. Ed è proprio questa decostruzione del cowboy che rende il film interessante.
Il tono però oscilla spesso. L’inizio è da western, poi diventa romantico, poi grottesco. Non tutto tiene. Alcune sequenze appaiono troppo lunghe, certe trovate meno riuscite. È un lavoro tanto coraggioso e pieno di libertà narrativa quanto, a volte, nonostante tutta questa voglia di fare e osare, anche poco appassionante, più un esercizio di stile che una storia avvincente come nei vecchi western. Quando funziona, ad ogni modo, funziona davvero. E parte del merito va alle musiche originali di Vittorio Giampietro, che accompagnano ogni svolta con un’identità precisa e sorprendente.
Zoppis e Rigo de Righi dimostrano ad ogni modo di avere talento e visione. E anche se Testa o Croce non è un film pienamente riuscito, è un’opera che ha senso dentro una filmografia che speriamo lunga. È un gesto autoriale, ma anche un tentativo intelligente di mescolare linguaggi, generi, culture.
Un film sull’immobilità che riesce a commuovere e far sorridere. Dentro un bar, ma anche dentro di noi.
Un film sull’immobilità che riesce a commuovere e far sorridere. Dentro un bar, ma anche dentro di noi.
Un film sull’immobilità che riesce a commuovere e far sorridere. Dentro un bar, ma anche dentro di noi.