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Testa o Croce? A Cannes il western italiano con Borghi è strano, tenero e visionario

Il nuovo film di Zoppis e Rigo de Righi decostruisce il mito del cowboy con stile e libertà

Pubblicato il 23 maggio 2025 di Andrea D'Addio

Una leggenda racconta che Buffalo Bill, l’icona del Far West, portò il suo show itinerante di cowboy anche in Italia agli inizi del Novecento. È una di quelle storie che si tramandano e si ingigantiscono di racconto in racconto, di cui è difficile trovare l’inizio. Ma vero o no che sia, è da qui che parte Testa o Croce, il nuovo film di Matteo Zoppis e Alessio Rigo de Righi, presentato a Cannes 2025 nella sezione Un Certain Regard.

Si tratta di un western. Ed è italiano. Ma non finisce qui. Ci sono anche tocchi da favola nera e derive quasi fantasy. Insomma, è un progetto davvero fuori dal comune, con l’apprezzabile ambizione di parlare anche a un pubblico internazionale, grazie a un cast che mescola star italiane, francesi e americane: Alessandro Borghi, Nadia Tereszkiewicz e John C. Reilly nei panni – iconici – di Buffalo Bill.

La storia è quella di Santino, un buttero (Borghi) che si innamora della moglie (Tereszkiewicz) del suo padrone. Dopo una sfida tra cowboy americani e italiani, lei uccide il marito e insieme fuggono, con Buffalo Bill alle calcagna. Ma il protagonista vero non è Santino. È Rosa. È lei a guidare la fuga, a prendere le decisioni, a trascinare – letteralmente – il corpo e la testa del suo amante. Lui non è un eroe, non è un pistolero infallibile. Ha paure, fragilità, è un non-eroe moderno. Ed è proprio questa decostruzione del cowboy che rende il film interessante.

Il tono però oscilla spesso. L’inizio è da western, poi diventa romantico, poi grottesco. Non tutto tiene. Alcune sequenze appaiono troppo lunghe, certe trovate meno riuscite. È un lavoro tanto coraggioso e pieno di libertà narrativa quanto, a volte, nonostante tutta questa voglia di fare e osare, anche poco appassionante, più un esercizio di stile che una storia avvincente come nei vecchi western. Quando funziona, ad ogni modo, funziona davvero. E parte del merito va alle musiche originali di Vittorio Giampietro, che accompagnano ogni svolta con un’identità precisa e sorprendente.

Zoppis e Rigo de Righi dimostrano ad ogni modo di avere talento e visione. E anche se Testa o Croce non è un film pienamente riuscito, è un’opera che ha senso dentro una filmografia che speriamo lunga. È un gesto autoriale, ma anche un tentativo intelligente di mescolare linguaggi, generi, culture.

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