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Mission: Impossible – Final Reckoning: la leggenda di Ethan Hunt è quella di Tom Cruise e viceversa. La recensione

Tom Cruise torna al Festival di Cannes con l’ottavo capitolo della saga, un film che celebra la fisicità dell’azione e un possibile finale epico.

Pubblicato il 15 maggio 2025 di Andrea D'Addio

Mission: Impossible – Final Reckoning non è un film come gli altri della saga. Quell’aurea di leggendarietà che ormai avvolge Tom Cruise ogni volta che fa un film d’azione (e cioè soprattutto quando fa Mission Impossible) qui trascende l’attore e avvolge anche il suo personaggio Ethan Hunt. Se nel 1995 era un agente speciale della CIA costretto a difendersi dai suoi stessi colleghi, uno schema ripetuto più volte nei successivi episodi, ora la sua grandezza è riconosciuta da tutti, è l’uomo a cui la Presidente degli Stati Uniti chiede favori così eroico che, in una scena del film, una sua collega gli suggerisce di tenere per sé l’arma con cui si potrebbe distruggere il mondo per farsi garante della pace mondiale, insomma, una sorta di Dio.

Insomma, difficile dire se sarà l’ultimo Mission Impossible, ma una cosa è certa: tutto è fatto affinché sembri così, almeno a livello narrativo. Tutti i precedenti film sono in qualche modo o citati per un dettaglio della trama o perché un loro personaggio, in un caso davvero minuscolo, ritorna in scena come se fin dal 1996 ad oggi tutto fosse stato costruito per arrivare a questo epilogo.

La prima parte di Mission Impossible: Final Reckoning cerca proprio di fare questo: mettere assieme i pezzi. Lo fa alternando splendide scene d’azione con degli “spiegoni” davvero lunghi e difficili da seguire se non si ha in testa tutta la saga e i personaggi. Da spettatore meglio accettare tutto senza farsi troppe domande.

Nella seconda parte il racconto diventa più lineare e intenso, con sequenze subacquee silenziose cariche di tensione in un crescendo di azione in contesti sempre più spettacolari (i venti minuti negli abissi senza dialoghi sono eccezionali) sia per come sono girate che perché al centro di tutto, anche a petto nudo, c’è Tom Cruise.

Che ha 62 anni.

E che si aggrappa all’ala di un aereo senza stuntmen e dirigendo, allo stesso tempo, la macchina da presa, dove inquadrare e come. Durante le riprese lo ha fatto per quasi trenta minuti ininterrotti come ha rivelato il regista Christopher McQuerrie(al quarto Mission Impossibile, a cui bisogna aggiungere altre 7 collaborazioni con Tom Cruise tra film sceneggiati o prodotti) in un incontro qui a Cannes dove il film è passato fuori concorso. Niente, o quasi, CGI. Mission Impossible è solidamente analogico. Come Tom Cruise.

Ma facciamo un passo indietro: la trama. C’è una minaccia globale: un pericolo legato all’intelligenza artificiale. Si vuole rivoltare e usa fake news e tutto ciò che è in suo possesso (anche prendere possesso delle testate nucleari delle potenze mondiali) per scatenare un conflitto su scala mondiale. Ethan Hunt e il suo team devono provare a fermare tutto prima che sia troppo tardi.

Ce la faranno? Il punto è il come e a quale costo. C’è l’addio di uno dei personaggi più celebri della saga e tanti lacci lasciati sciolti in passato che sembrano finalmente riannodati, insomma se si finisse qui, sarebbe un bel finale, ma con Tom Cruise mai dire mai.

A supportare Ethan Hunt, come sempre, ci sono i suoi compagni di squadra. Servono sia a sdrammatizzare che a de-eroizzare il protagonista: se ce la si fa, è perché è un gioco di squadra.

Il ritmo complessivo del film è altalenante, ma va in crescendo: la prima parte, più lenta e verbosa, può risultare ostica, soprattutto per chi non è avvezzo alla saga o non ricorda i dettagli dei capitoli precedenti. Ma con il progredire della narrazione, il ritmo si fa più serrato e coinvolgente, con un crescendo che conduce a sequenze di azione memorabili e ben costruite.

In conclusione, Mission: Impossible – Final Reckoning è un film d’azione solido e coinvolgente, non perfetto, ma con sequenze memorabili e un buon equilibrio tra spettacolo e intimismo (nei limiti di un blockbuster). Hunt ci ha accompagnato per quasi trent’anni, ci sta emozionarsi se si ha percezione che possa essere un addio.

Il film uscirà in Italia il 24 maggio 2025.

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