Recensioni roberto recchioni SerieTV
La prima puntata della seconda stagione di The Last of Us ha deciso di rivelarci in anticipo (rispetto al gioco) che Abby (Kaitlyn Dever) è in cerca di Joel (Pedro Pascal) a causa del massacro da questi compiuto nell’ospedale di Salt Lake City per salvare Ellie. Tra le vittime, il padre di Abby stessa.
Da qui, riprendiamo in questa seconda puntata, che alterna materiale preso dal videogame a una svolta narrativa inedita, lanciata nel finale del primo episodio: l’insediamento di Jackson City, dove i due protagonisti hanno trovato una nuova casa, è insidiato dalla minaccia degli infetti.
Ora, prima di continuare, qualche premessa.
Per chi aveva giocato la Parte II del videogame questa seconda stagione di TLOU è arrivata sui nostri schermi accompagnata da una sola domanda: “Quando arriverà QUEL momento?”. Questo dovrebbe far capire bene quanto “quel momento” fosse atteso e temuto, caricato da aspettative altissime ma anche di grossi dubbi.
Bene, quel momento arriva in questa puntata e, per chi lo ha già vissuto nella sua versione videoludica, non può essere che un poco deludente nella sua trasposizione filmica. I motivi di questa delusione sono vari e si possono riassumere così:
Ci sarebbero anche tanti altri vari e piccoli dettagli e discrepanze da segnalare ma mi limito a questi per dire che, a stringere, il momento tanto atteso è stato una delusione per me. Però, devo anche farmi una domanda: tutte queste debolezze e criticità le avrei notate se non avessi giocato il videogame? Oppure sarei, semplicemente, scioccato, sorpreso e attonito da quanto appena visto?
Non conoscendo nessuno che non ha giocato TLOU Part II, non riesco a capire come una persona “vergine” possa aver vissuto questo episodio, lo ammetto. Ma ho il sospetto che il colpo di scena più che scioccare lo “spettatore casual” potrebbe risultare estremamente sgradito a tanti (specie a quelli che hanno amato la prima stagione ma digeriscono poco Bella Ramsey) e ottenere il contrario dell’effetto voluto, cioè non un: “E adesso che succede? Non vedo l’ora di vedere la prossima puntata!” quanto un: “Non la guardo più perché questa svolta della storia non mi è proprio piaciuta!”. Vedremo. Di sicuro, esattamente come capitato per il videogioco, questo episodio susciterà reazioni molto forti e spaccherà il pubblico.
Per il resto, cosa dire?
Che la parte inedita sembra una risposta alle critiche della prima stagione (“É previsto che si vedano degli infetti in questa serie di infetti?”) togliendo (per usare un detto romano) “La sete con il prosciutto”, ovvero portando a schermo un’orda di mostri scatenati, in una muscolare dimostrazione di un budget notevolmente cresciuto rispetto al passato. La scena funziona? Se non vi farete troppe domande sulla logica dietro alle difese di Jackson City, sì. Altrimenti, insomma. Diciamo che l’addetto alla pianificazione delle difese della città non doveva essere proprio un grande giocatore di tower defense.
Aggiungo però una cosa, avendo visto le puntate successive: l’invasione con conseguente distruzione di una larga porzione della città ha anche una funzione ben precisa che risolve un problema-ingenuità della storia del videogame, quindi, è ben accolta.
In conclusione, mettiamola così: il peggio è passato e il resto è tutta discesa.
Ci vediamo la settimana prossima.
Ecco la recensione del nuovo film Marvel Thunderbolts* firmata da Roberto Recchioni
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