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Il caso Natalia Grace: la storia vera che ha ispirato la serie Good American Family

La vicenda di Natalia Grace, tra dubbi, accuse e verità, arriva su Disney+ nella serie Good American Family.

Pubblicato il 08 aprile 2025 di Filippo Magnifico

Ci sono storie vere che sembrano uscite direttamente dalla sceneggiatura di un film. Vicende talmente incredibili e dense di colpi di scena da sembrare finzione, e che proprio per questo diventano perfette per ispirare una serie tv. È il caso di Good American Family, disponibile dal 9 aprile su Disney+. Prodotta da Hulu, la serie ha come protagonisti Ellen Pompeo e Mark Duplass, nei panni di una coppia americana trascinata in uno dei casi più controversi e inquietanti degli ultimi anni.

La trama prende spunto dalla storia vera di Natalia Grace, una bambina ucraina affetta da una rara forma di nanismo. Dopo essere stata adottata da una famiglia dell’Indiana, la sua vicenda ha preso una piega drammatica, trasformandosi in un labirinto di accuse, sospetti, abbandoni e teorie tanto assurde quanto inquietanti.

Un racconto che ha dell’incredibile, e che sembra nato dalla mente di un autore di thriller. E invece è successo davvero.

La storia di Natalia Grace

Nel 2010, i coniugi Kristine e Michael Barnett, genitori di tre figli, prendono una decisione che cambierà per sempre le loro vite: adottare una bambina da un orfanotrofio ucraino. La piccola si chiama Natalia Grace, ha sette anni – almeno secondo i documenti – ed è affetta da una rara malattia genetica che rallenta la crescita e lo sviluppo osseo. I primi mesi in America sembrano un sogno, ma tutto si trasforma presto in un incubo.

La madre adottiva inizia a nutrire sospetti. Natalia, racconta Kristine, mostrava segni fisici da adolescente o adulta. A ciò si aggiungono – secondo quanto riportato dai Barnett – comportamenti violenti e minacciosi: avrebbe cercato di avvelenare il caffè della madre, spinto i fratellini dalle scale, nascosto coltelli nella stanza. Kristine e Michael arrivano a credere che Natalia non sia affatto una bambina.

Il cambio d’età legale e l’abbandono

Sembra la trama del film Orphan, uscito nel 2009, un anno prima che Natalia fosse adottata dai Barnett nel 2010. Nel 2012, Kristine e Michael Barnett ottengono da un tribunale la modifica ufficiale della data di nascita di Natalia, facendola passare dal 2003 al 1989. Ora, legalmente, Natalia ha 22 anni. Questo cambiamento cruciale permette ai Barnett di abbandonarla senza incorrere in accuse di negligenza verso una minore. La ragazza viene lasciata da sola in un appartamento, senza alcun supporto o assistenza. È così che inizia a spostarsi da una famiglia all’altra, spesso intrappolata in nuove dinamiche disfunzionali.

Poco dopo, Natalia, sola e in gravi difficoltà economiche e sociali, viene accolta da un’altra coppia: Antwon e Cynthia Mans. Cynthia nega qualsiasi atteggiamento “sociopatico” nella ragazza e considera un delirio la teoria avanzata da Natalia Barnett. Tuttavia, anche stavolta, l’apparente accoglienza e affetto iniziali si rivelano una malvagia farsa. Alcuni testimoni confermano infatti che la ragazza è vittima di abusi, e di aver visto i coniugi Mans prenderla a schiaffi, chiuderla in uno sgabuzzino e picchiarla con una cintura.

Riuscita a fuggire da questa seconda “casa degli orrori”, Natalia trova finalmente rifugio nella famiglia DePaul, che aveva tentato di adottarla già prima dei Barnett, ottenendo finalmente una stabilità che le era stata negata per anni.

I test medici e la verità

Nel corso degli anni, la vera età di Natalia Grace diventa oggetto di numerosi accertamenti. Nel 2011, un dentista rileva ancora la presenza di denti da latte. Un endocrinologo, nel 2010, stima che l’età di Natalia sia tra i 9 e gli 11 anni, ma nessuna conclusione definitiva viene raggiunta. È solo nel 2023, grazie a un test del sangue, che si arriva a un dato praticamente certo: Natalia ha circa 22 anni. Questo conferma che, al momento dell’adozione, aveva meno di 10 anni.

In altre parole, Natalia non era la truffatrice o la sociopatica che alcuni avevano descritto. Era semplicemente una bambina con bisogni speciali, coinvolta in un incubo che non aveva scelto.

Una storia vera più inquietante di un film horror

La miniserie Good American Family si ispira a questa storia vera, ma ne arricchisce la narrazione con riflessioni sulla famiglia, la paura dell’altro e la vulnerabilità dei più fragili. Ellen Pompeo interpreta una madre divisa tra amore e sospetto, mentre Mark Duplass dipinge una figura paterna più ambigua.

La domanda centrale della serie è inquietante: cosa succede quando smettiamo di credere nei nostri figli? Quando la paura sostituisce l’empatia?

Molti hanno paragonato il caso di Natalia Grace al film Orphan, dove una donna adulta si finge bambina per farsi adottare. Ma la realtà è più complessa: sebbene i Barnett abbiano raccontato episodi scioccanti, non esistono prove che confermino le intenzioni criminali di Natalia. Alla fine della lunga battaglia legale, tutte le accuse contro di lei sono cadute, mentre quelle verso i Barnett non hanno portato a condanne definitive, grazie alla modifica anagrafica ottenuta in tribunale.

Oggi, Natalia vive una vita tranquilla con la sua nuova famiglia, lontano dai riflettori. Ma la sua vicenda continua ad alimentare discussioni, e Good American Family cerca di raccontarla con tutte le sue contraddizioni e la sua sconcertante umanità.

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