C’erano timori da parte di molti su ciò che Netflix avrebbe potuto creare con Devil May Cry, ma col senno di poi, a fronte degli 8 episodi creati dal duo Adi Shankar/Mir Studio, era da pazzi pensare ad un flop. Questa serie animata è un prodotto di altissimo livello artistico, ma può rivendicare anche la capacità di fare da ponte tra la pop culture del passato e la terribile situazione geopolitica presente. Tanta roba insomma.
In una realtà “leggermente” alternativa, la Terra è in una situazione completamente diversa. L’Inferno esiste signori miei, e non è così distante come potrebbe sembrare, ma neanche così vicino. Merito di Sparda, un Demone che nei tempi antichi, decise di aiutare l’umanità, sul punto di essere travolta dalle schiere infernali, e creò un amuleto, diviso in due parti, in grado di connettere le due dimensioni. Perse le tracce, è diventato difficile per qualsiasi demone arrivare nella realtà terrena, solo pochi ci riescono e i meno pericolosi. Ora però le cose stanno per cambiare, a causa di un demone terrorista, tale Bianconiglio, che mira a riaprire quel varco. A cercare di osteggiarne il piano ci dovrebbe pensare la Darkcom, un’agenzia di sicurezza internazionale, incaricata di eliminare i demoni sulla Terra, ma la potenza di Bianconiglio è troppa persino per loro. Ne sa qualcosa il tenente Mary, una soldatessa con pochi pari per valore e abilità.
Che fare? Magari cercare di convincere un giovane scapestrato, un cacciatore di demoni che possiede abilità sovrumane, a schierarsi dalla loro parte. Il suo nome è Dante, ma ciò che nessuno sa (neppure lui) è che ha un ruolo molto più importante da giocare in questa partita. Devil May Cry tutti la conosciamo, è una delle saghe videoludiche hack & slash più popolari della storia. Creata dalla Capcom nel 2001, per la PlayStation 2, poi ha proliferato, vendendo in vent’anni di storia qualcosa come 25 milioni di copie. Universo variopinto, coloratissimo, con una visione davvero intrigante di Inferi e realtà umana, ha ispirato anche una serie di manga, che sono alla base di ciò che Netflix ora ci offre. La mano, anzi le mani, dietro questa serie animata sono di tutto rispetto: Adi Shankar, che ci ha regalato meraviglie come Captain Laserhawk: A Blood Dragon Remix, Castlevania e Castlevania: Nocturne, e lo Studio Mir, che ha firmato i film animati di Mortal Kombat, quelli dedicati a Watchmen, the Witcher e serie come X-Men ’97 e DOTA: Dragon’s Blood. Il risultato finale? Qualcosa che tiene incollati alla sedia.
DEVIL MAY CRY would have a literal mic drop with “Butterfly” by Crazy Town pic.twitter.com/n9EmVz5uC2
— Netflix Geeked (@NetflixGeeked) April 13, 2025
Devil May Cry parte in modo apparentemente leggero, quasi scanzonato, con una colonna sonora che è un tuffo nel passato, negli anni 90. I look dei vari personaggi, Dante su tutti, sono fedelissimi all’originale videoludico. Ma quello che potrebbe sembrare un action adventure diventa nel giro di un paio di episodi un viaggio drammatico, dove il dramma shakespeariano si unisce al fantasy, l’horror che strizza l’occhio al meglio di John Carpenter, si presta a una visione ben distante dall’essere manichea. Dante non sa chi è, non sa perché a quei poteri, ha un terribile passato segnato dalla morte della madre e del fratello per mano dei demoni, demoni che però non sono tutti uguali. Gran parte di quelli arrivati sulla Terra sono disperati, famiglie in fuga da una dittatura sotterranea spietata. Ma (udite udite) la Darkcom è guidata dal Vicepresidente degli Stati Uniti (e chi sennò) un bigotto reazionario e xenofobo. In mezzo a tutto questo Dante, che dovrà capire quale sia la sua missione in questo mondo, la sua vera identità.
Devil May Cry dà notevole spazio a Mary, personaggio femminile tosto ma distante dai cliché, e ai villain, su tutti il Bianconiglio che è il simbolo di un’ambiguità morale che, di episodio in episodio, Devil May Cry rende il vero centro semantico di tutto. Non mancano le citazioni e gli Easter Eggs, non solo ai prodotti più iconici della Capcom, ma anche a cult cinematografici assoluti come Aliens di James Cameron, la trilogia di The Matrix, e tanto altro ancora. Inutile dire che alla fin fine, tra proiettili, zanne, mostri e spade, la prima cosa che però venga in mente è quanto Devil May Cry sia lo specchio deformato dell’attuale situazione globale. Questa serie, infatti, ci parla di terrorismo, guerra, odio, dell’uccisione indiscriminata dei civili, del più forte che schiaccia il più debole senza doverne pagare le conseguenze, del dramma dei profughi. Si può unire la storia di Dante con la politica? Sì, se si è abbastanza bravi, se poi si può rivendicare un’estetica da far tremare i polsi, la capacità di far evolvere i personaggi andando oltre i cliché. Non stupisce il rinnovo per una seconda stagione, che speriamo sia almeno bella come questa.
Novità per il cast di The Mummy, alcune scene di Sister Act 3 potrebbero essere girate in Italia, nuovo progetto per Masaaki Yuasa, addio a Jean Marsh
Carrie di Stephen King rivivrà nella nuova serie di Prime Video, Mythic Quest è giunta alla fine ma è in arrivo una sorpresa per i fan. Cominciate le riprese di Enola Holmes 3 e altre notizie