Cinema

Steven Soderbergh sta pensando a un sequel di Contagion incentrato sulle microplastiche

Dopo un virus, le microplastiche? Steven Soderbergh e lo sceneggiatore Scott Z. Burns ne hanno parlato...

Pubblicato il 19 marzo 2025 di Lorenzo Pedrazzi

Cinque anni fa, in pieno lockdown da Covid-19, furono in molti a riscoprire Contagion di Steven Soderbergh. Presentato a Venezia nel 2011, il film ha effettivamente anticipato una situazione che il mondo avrebbe vissuto quasi dieci anni dopo: un virus trasmissibile (anche) per via aerea si diffonde dalla Cina, e provoca una terribile pandemia che mette in difficoltà le istituzioni mondiali, con tanto di corsa al vaccino e battaglia contro la disinformazione. Ovviamente Soderbergh e lo sceneggiatore Scott Z. Burns si ispirarono ai casi della SARS e dell’influenza suina, ma la gravità della situazione – e la risposta dei governi – sono stati profetici rispetto al Covid.

Ebbene, mentre il suo Black Bag si prepara a uscire nei cinema statunitensi, il regista sta facendo il classico tour promozionale, e ha parlato con Variety proprio di Contagion. Lui e Burns hanno infatti discusso di un potenziale sequel:

Ne abbiamo parlato. Dovrebbe ruotare attorno a qualcosa di nuovo, ma che sia anche plausibile. Una parte della ragione per cui il pubblico ha trovato una risonanza in quel film quando è uscito, e poi dieci anni dopo quando c’è stata la pandemia, è che la storia era radicata nella realtà. Dobbiamo trovare un’idea nuova, ma dev’essere qualcosa che faccia dire alla gente, “Oh, potrebbe succedere per davvero”.

La soluzione, in tal senso, potrebbe essere diversa da un virus. Soderbergh sta infatti riflettendo sul pericolo rappresentato dalle microplastiche:

Dovrebbe essere qualcosa che sta succedendo in questo momento, e ha solo bisogno di una piccola spinta per diventare una cosa grossa. Per me, Contagion era un film horror. Quindi il trucco sarebbe, si può trovare qualcosa di altrettanto spaventoso che sia anche reale? C’è sicuramente un problema, soprattutto in Occidente, che riguarda gli effetti a lungo termine di quello che mangiamo, di quello che respiriamo. Com’è ben noto, in questo momento abbiamo della plastica nel sangue. È nei nostri cervelli. È una cosa nuova che avrà degli effetti piuttosto seri. Ci sono molte possibilità.

Un nuovo film incentrato sulle conseguenze delle microplastiche sarebbe certamente diverso, dato che non si tratterebbe di un virus. Staremo a vedere se Soderbergh e Burns daranno forma concreta alle loro riflessioni, e confezioneranno una storia “ammonitrice” su questi pericoli… sperando che stavolta non sia profetica. Nel frattempo il suo penultimo film, Presence, uscirà prossimamente nelle sale italiane: cliccando qui potrete leggere la nostra recensione dallo scorso Noir In Festival.

Fonte: The Playlist

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