Finalmente arriva nelle nostre sale Le donne al Balcone di Noèmie Merlant, presentato l’anno scorso a Cannes dove ha fatto discutere critica e pubblico. Questo in virtù della sua natura ibrida, eccessiva, grottesca, il suo essere un mix di genere dall’anima fortemente femminista, che può anche non piacere certo, ma che non può certo lasciare indifferenti.
Protagoniste di Le donne al Balcone sono tre amiche, molto diverse per carattere, problemi e vita. Elise (Noèmie Merlant) è un’attrice di scarso successo, che sogna la grande svolta, ma intanto porta avanti una storia d’amore che non la soddisfa con Paul (Christophe Montenez), ha un carattere assolutamente privo di equilibrio, va nel panico o si emoziona per qualsiasi cosa. C’è poi c’è Ruby (Souheila Yacoub), una camgirl, a dir poco eccessiva, spirito libero e anarcoide, dal look perennemente osé, la più audace, spregiudicata, ma anche quella che più di tutte nasconde fragilità e paure. Infine, c’è Nicole (Sandra Cotrenau) la meno bella delle tre, ma anche la più intelligente, sensibile, aspirante scrittrice alle prese col suo primo romanzo, tende a farsi trascinare, ma ha anche un grandissimo spirito d’osservazione.
Tutte e tre vivono a Marsiglia, in un piccolo ma grazioso appartamento e dal loro balcone osservano l’umanità varia e variegata del loro quartiere, mentre la città è letteralmente stretta d’assedio da un’afa e un caldo insopportabili. Quando per una serie di curiose circostanze fanno la conoscenza del giovane e aitante fotografo (Lucas Bravo), che abita nel palazzo di fronte, tutto però cambierà. Ciò che verrà dopo sarà un viaggio assurdo, tra il grottesco e il drammatico, il ridicolo e il realistico, che Le donne al Balcone rende una sorta di Epifania, in un racconto totalmente al femminile o quasi. Noèmie Merlant, qui regista oltre che sceneggiatrice (assieme a Céline Sciamma) e interprete, dirige con mano audace e meticolosa un racconto che si protende verso la rappresentazione delle molte gabbie e difficoltà che ancora oggi la donna deve affrontare nella società. Il film in particolar modo affronta temi come l’aborto, il rapporto con il proprio corpo e la sessualità, la violenza di genere, la solitudine, l’amicizia al femminile e naturalmente il maschilismo. Lo fa in modo sfrontato, eccessivo, a tratti fin troppo gridato o squilibrato, ma il ritmo, l’intensità, l’irriverenza usata a piene mani dall’inizio alla fine, rendono Le donne al Balcone qualcosa di davvero atipico nel panorama moderno, persino per la cinematografia francese, negli ultimi anni tutt’altro che estranea a esperimenti e novità.
Le donne al Balcone recupera molto da registi come Pedro Almodovar, Bigas Luna, insomma da quella cinematografia iberica, che negli anni ‘90 si pose come punto di riferimento per un cinema distante da ogni convenzione. Qui dentro vi troviamo la stessa forza carnale, la stessa capacità di essere più cose contemporaneamente, dal revenge movie al film erotico, dalla black comedy al grottesco, passando poi anche per il film di genere e il thriller paranormale. Tanta, tantissima roba, forse anche troppa, e in effetti in più di un’occasione Le donne al Balcone rischia di perdere la bussola, di non farci più capire che cosa stiamo guardando, dove voglio andare a parare, quale sia il vero tema centrale, dal momento che passa da uno all’altro con la stessa nonchalance con cui le sue protagonista si aggirano svestite e ribelli per quella città assolata, sorta di prigione a cielo aperto. La Merlant è come sempre bravissima, naturale, il suo personaggio è quello che dimostra la maggior evoluzione e che regala più soddisfazioni da metà in poi, una donna prigioniera di una vita che non vuole, di una storia che non vuole, insoddisfatta anche sessualmente.
Chi sorprende veramente è però Souheila Yacoub, la sua Ruby è uno degli spiriti anarchici e incontrollabili più interessanti visti sul grande schermo ultimamente, capace di andare oltre il cliché che il suo look stravagante, la sua verve eccessiva suggerirebbero. Chi invece delude un po’ è la Cotrenau, a causa di un registro espressivo e un’interpretazione forse troppo rozza, semplicistica e di una sceneggiatura che non sempre appare in grado di sfruttare le ottime potenzialità della sua Carole, “normie” non tanto “normie”, simbolo di impotenza, insoddisfazione e frustrazione. Le donne al Balcone al di là di tutto è però anche un grande film politico, un inno alla libertà delle donne, un dito puntato contro una società ancora oggi profondamente maschilista, sbilanciata, dove la libertà di decidere del proprio corpo, del sesso, della propria vita, è stata conquistata solo in apparenza. Se bisogna trovargli un vero difetto è il non decidere esattamente cosa vuole essere, il cercare di far coesistere anime troppo differenti, l’eccesso di retorica. Detto questo però, è un film pieno di energia, sensualità, idee irrefrenabili, anche se ovviamente non in modo da risultare per tutti accessibile.