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Daredevil: Rinascita – Il diavolo custode è tornato, finalmente

Pubblicato il 05 marzo 2025 di DocManhattan

C’è un istante, subito dopo aver visto i primi due episodi di Daredevil: Rinascita (Daredevil: Born Again) – da oggi su Disney+ – in cui né l’eroe di Hell’s Kitchen, né l’uomo senza paura sono Matt Murdock. È quell’istante in cui l’eroe è un uomo chiamato Dario Scardapane, già sceneggiatore di vari episodi del The Punisher Netflix e qui showrunner, scelto dai Marvel Studios quando hanno deciso di accantonare i loro piani iniziali e rendere Daredevil: Rinascita, di fatto, la quarta stagione della serie Daredevil vista su Netflix. Non ha fatto tutto lui, ovvio, ma con quel cognome bellissimo, già è facile volergli bene. E l’uomo senza paura? È ognuno di noi, in questo momento. Di paura, il timore che si potesse rovinare una delle cose Marvel live action migliori che – da vecchi appassionati Marvel col cuore irrigidito da troppe robe fuori fuoco – cullavamo nei nostri ricordi come una scatola di biscotti al burro della nonna, ne abbiamo avuta tanta, diciamolo. Ma il Daredevil che amavamo, non un altro Daredevil con gli stessi volti, è tornato. Charlie Cox e Vincent D’Onofrio non sono quelli delle comparsate promemoria nelle altre serie, sono qui per scalciare culi e tirar giù i nomi. Ci sono le esplosioni di violenza, frenetiche, sanguinose e brutali. Ci sono delle riflessioni forti sul mondo là fuori. E c’è pure un grosso equivoco. Ora andiamo con ordine e vi dico tutto, promesso. Giusto il tempo di rientrare dal terrazzino e posare la vuvuzela. (No spoiler, tranquilli).

DAREDEVIL: BORN AGAIN rinascita

EQUIVOCO A MANHATTAN

C’è chi ha interpretato male il titolo di questa serie, convincendosi che potesse essere una trasposizione dell’omonima, storica saga a fumetti di Daredevil firmata da Frank Miller e David Mazzuchelli nel 1986. Non poteva essere così, per una ragione molto semplice: quel Rinascita/Born Again è stato già utilizzato in passato, ricavandone la struttura portante della terza stagione del Daredevil Netflix.

La “rinascita” in questione, oltre a simboleggiare il ritorno di Daredevil a una serie tutta sua, dal punto di vista diegetico è il ritorno di Matt Murdock alle sue attività in costume, la ricostruzione dell’eroe già menzionata nei trailer e rappresentata metaforicamente pure nella sigla dello show. La statua in frantumi che torna intera? Ecco.

Senza scendere nel dettaglio di quello che succede in questi episodi, perché si è detto niente spoiler, è evidente che le decisioni che Matt prende sono legate al fatto che Wilson Fisk diventa sindaco – qui dicevamo della saga a fumetti a cui ci si è ispirati per questo – e si presenta come nuovo tutore dell’ordine. Un’immagine agghiacciante non solo perché estremamente verosimile, ma perché giocata sull’eterna natura doppia proprio dell’eroe con le corna.

DAREDEVIL: BORN AGAIN rinascita

DICOTOMIE

Matt Murdock è probabilmente, quanto e più di Batman, il super-eroe perfetto da trasporre in una produzione dal vivo. Perché anche se ha dei superpoteri, il loro impiego non richiede particolari sospensioni dell’incredulità, e perché le sue battaglie avvengono in genere in contesti urbani, nei vicoli, su un tetto o in un bar, e non in un’altra dimensione o su un pianeta alieno. Oppure, con i “vostro onore” al posto dei bastoni, in un’aula di tribunale.

Daredevil: Rinascita abbraccia il lato procedural e le ossa spezzate, il signore distinto in giacca e cravatta e i pugni in faccia, perché Matt Murdock è un uomo fatto di mille contraddizioni. Paladino della legge e vigilante, un cattolico che si veste da diavolo, un sorridente uomo alla mano che piace alle donne e un demone della notte. Il diavolo custode, fragile e capace lo stesso di rialzarsi ogni singola volta che finisce al tappeto, come gli ha insegnato suo padre, un altro povero diavolo.

Cox interpreta tutto questo alla perfezione, e non lo scopriamo oggi. Lo stesso vale per quella pentola a pressione umana che è il Wilson Fisk di D’Onofrio, e pure questo lo sapevamo già. Daredevil: Rinascita non funziona come un seguito naturale del discorso interrotto su Netflix, ormai sei anni e mezzo fa, solo perché si è adottato lo stesso tipo di fotografia, pucciando tante scene nel giallo. Funziona perché riparte dal confronto a distanza tra due delle migliori nemesi che, grazie al signor Frank Miller da Olney, Maryland, si sono mai fronteggiate nella storia del fumetto. Dai sufficienti motivazioni e rabbia al primo, dai qualcosa di cui impadronirsi al secondo, e siamo di nuovo a casa.

DAREDEVIL: BORN AGAIN rinascita

L’UOMO DEL POPOLO

Poi, certo, c’è anche il resto. Le vicende personali di Matt e del suo microcosmo di amici e alleati. Wilson e Vanessa (pronuncia originale di D’Onofrio: Vnnnnesssa). E questa sottotrama sulla polizia, la Tigre Bianca e il nuovo sindaco di Nuova Yorke che tocca tutta una fiera di nervi scoperti, nell’America e nel mondo veri, oggi. Il politico che cavalcando il populismo, le buche stradali e le promesse facili fa dimenticare alla gente le magagne del passato: ricorda una faccia che vediamo nei TG ogni santo minuto di ogni giorno, nelle ultime settimane? E pure con molta meno eleganza di Fisk nel minacciare la gente, va detto.

Ma aver affidato le redini a Scardapane (visto? Ora gli volete bene pure voi) vuol dire riprendere anche i discorsi di The Punisher, e un elemento in particolare del secondo episodio riporta a galla un tema importante degli ultimi due anni. Le riflessioni sul vigilantismo, sui limiti di chi si crede in diritto di poter menare la gente, s’intrecciano su quelle legate al ruolo della polizia.

Una serie di brutti accostamenti che hanno portato nel recentissimo passato la Marvel Comics a cambiare a lungo il simbolo portato sul petto da Frank Castle nei propri fumetti. Insomma, vale quanto già visto per l’Hulk Rosso del nuovo Captain America: non fai a tempo a inventarti qualcosa, che la realtà là fuori sembra mettersi d’impegno per superarlo, nel modo più selvaggio e folle possibile.

Inutile dirlo, mi aspetto grandi cose dal Fisk sindaco.

DAREDEVIL: BORN AGAIN rinascita
“E SE IL DAREDEVIL NETFLIX ME LO SONO PERSO?”

Tutto bene, dunque. Ma chi non avesse visto le tre stagioni della serie Netflix, o altre serie Marvel Studios, rischia di perdersi qualcosa? Qualcosina. I rimandi ci sono, ma a parte la miniserie Echo (inevitabile, visto quello che capita lì a Kingpin), si tirano in ballo soprattutto le stagioni del Daredevil Netflix. E se non le avete viste o se non ricordate qualcosa, su Disney+ ci sono pure quelle. Buon ripasso a voi, buona ripassata dei criminali, in stile The Raid, a Matt.