James Cameron è canadese, ma il suo lavoro è sempre stato legato a Hollywood: non a caso, fino al 2012 viveva stabilmente a Malibu, in California, e nel 2004 ha persino chiesto la cittadinanza statunitense (l’elezione di George W. Bush, però, l’ha spinto a ritirare la domanda). La situazione è cambiata quando il regista ha acquistato una casa e una fattoria in Nuova Zelanda, dove ha girato Avatar, trasferendosi poi definitivamente sull’isola nel 2020. Ebbene, ora Cameron sta per diventare un cittadino neozelandese a tutti gli effetti, e anche stavolta per ragioni politiche: non sopporta Donald Trump, appena rieletto alla Casa Bianca.
Intervistato da Stuff, un giornale locale, Cameron ha rivelato che la sua cittadinanza neozelandese è “imminente”, e che per ottenerla ha dovuto lavorare sodo, “fare dei sacrifici”. Il regista di Titanic è chiaramente disgustato dalla piega che hanno presto gli Stati Uniti:
“Noto un voltare le spalle a tutto ciò che è decente. L’America non è il baluardo di niente se non è il baluardo di tutto quello che ha storicamente difeso. Diventa un’idea vuota, e credo la stiano svuotando il più in fretta possibile per i loro interessi.”
In Nuova Zelanda, quantomeno, non deve sorbirsi le notizie su Trump in prima pagina sui giornali:
“Non so se qui mi sento più al sicuro, ma certamente non sono costretto a leggere [di Trump] sulle prime pagine ogni singolo giorno. E mi disgusta. C’è qualcosa di bello dei giornali neozelandesi: almeno lo mettono a pagina tre. Non voglio più vedere la faccia di quel tizio in prima pagina. Là [negli Stati Uniti] è inevitabile, è come vedere un incidente automobilistico che si ripete all’infinito.”
Il trasferimento è anche professionale, poiché Cameron intende girare i suoi futuri progetti a Wellington, come ha già fatto proprio con Avatar. È infatti convinto che “ci si debba guadagnare il diritto di stare in un certo posto”:
“Se decidi di sradicare la tua famiglia e trasferirti da qualche parte, devi investire, devi farne parte, devi guadagnarti il tuo posto.”
Già nel 2023, come ricorda Deadline, il cineasta aveva dichiarato di voler reclutare nuovi professionisti dall’industria cinematografica neozelandese: non solo registi e sceneggiatori, ma anche “lavoratori manuali, artigiani, operatori del dolly e della gru. Sono tutte forme d’arte di per sé stesse”.
La Nuova Zelanda è ormai abituata a ospitare grandi produzioni internazionali. Dopo che Peter Jackson ci ha girato Il Signore degli Anelli, gli studios di Hollywood hanno trovato nel paese un territorio ideale su cui investire, anche per le ottime maestranze e le attrezzature di alto livello. I teatri di posa di Auckland e Wellington possono ospitare tranquillamente i blockbuster più ambiziosi, come vi abbiamo raccontato nella nostra visita sul set di Shark: Il primo squalo.
Nel frattempo, James Cameron si prepara a tornare nelle sale con Avatar: Fire and Ash, terzo capitolo della saga fantascientifica, in arrivo il prossimo 19 dicembre.
Fonte: Deadline