La cosa che senza dubbio mi è piaciuta di più di Captain America: Brave New World è il modo in cui si colloca nel quadro generale dell’MCU. Non solo portando avanti la storia di The Falcon and the Winter Soldier e quella di Sam Wilson come nuovo Capitan America, ma andando a ripescare quella che dell’MCU è una delle primissime pellicole, e di cui in pratica non si parlava più da tanto tempo. Naturalmente, da qui in avanti, è tutto SPOILER. Proseguite nella lettura solo dopo aver visto il film.
Sapevamo già che il Thaddeus “Thunderbolt” Ross di Harrison Ford sarebbe diventato Hulk Rosso, e si sapeva anche da tempo che avrebbe fatto una sua comparsata nel film anche Liv Tyler nei panni di Betty Ross, la figlia del generale divenuto presidente. Un ruolo che Tyler aveva interpretato ne L’incredibile Hulk, nell’ormai lontano 2008.
Ecco, quello che non sapevamo, è che tutta la trama di Captain America: Brave New World sarebbe ruotata attorno a un’altra figura proveniente da L’incredibile Hulk, vale a dire Samuel Sterns, lo scienziato capoccione con il volto di Tim Blake Nelson. Una nemesi di Hulk che nei fumetti si fa chiamare Il Capo (The Leader). È stato Sterns a causare la trasformazione del “presidente Ross” (ciao, Leslie Nielsen. Ovunque tu sia, ti vogliamo bene) in un Hulk, grazie a quelle pillole ai raggi gamma.
Oltre che con la presenza di Betty, Thunderbolt Ross (che nel 2008 era William Hurt, scomparso due anni fa) e Sterns, Captain America: Brave New World ricorda L’incredibile Hulk citando in almeno un paio di occasioni la scena clou di quel film, lo scontro tra Hulk e Abominio a Harlem.
L’unica assenza in questa rimpatriata, visto che lo stesso Abominio di Tim Roth lo abbiamo rivisto sia in Shang-Chi che in She-Hulk, è anche il grande elefante rosa (verde?) nella stanza, quando si parla del film del 2008. La ragione per cui L’incredibile Hulk, pur essendo a tutti gli effetti il secondo film dell’MCU e quindi uno dei pilastri portanti di questo universo cinematografico, non se lo ricorda mai nessuno.
Quell’Hulk aveva ancora la faccia di Edward Norton. Norton avrebbe dovuto riprendere il suo ruolo nei progetti successivi, ma lasciò per divergenze di vedute con i Marvel Studios in merito al personaggio. E così fu scelto al suo posto Mark Ruffalo e l’Hulk di Norton finì in un angolo.
Con il risultato paradossale che la gente ricorda più gli Hulk precedenti, venuti prima dell’MCU (Ferrigno, ovviamente, ma anche Eric Bana per il film di Ang Lee del 2003). Peraltro, non era certamente Iron Man, ma ai tempi non lo trovai affatto malvagio come film, L’incredibile Hulk.
Dobbiamo parlare di Wolverine. O meglio, dobbiamo parlare del metallo immaginario di cui, nei fumetti, sono rivestiti scheletro e artigli di Wolverine: l’adamantio. Captain America: Brave New World riprende un altro discorso apparentemente dimenticato dell’MCU, cioè le spoglie del Celestiale Tiamut lasciate a fare il bagno nell’Oceano Indiano quattro anni fa. Quelle spoglie sono diventate un’isola artificiale e la fonte di una nuova lega metallica prodigiosa chiamata adamantio. Una lega per mettere le mani sulla quale sta per scoppiare la terza guerra mondiale, in quelle sequenze alla Top Gun: Maverick del film.
Ora, sorvolando un attimo sul fatto che il Giappone non è il più credibile degli antagonisti per quella frizione internazionale, e che se proprio scegli i giapponesi, allora vai in fondo e fai fare una gloriosa comparsata a uno degli eroi più fighi di tutto l’universo Marvel, cioè Sole Ardente. Dicevo, sorvolando su questo, il collegamento tra adamantio e arcipelago nipponico non è campato in aria.
Nei fumetti Marvel, l’adamantio appare per la prima volta in una storia degli Avengers del 1969, di Roy Thomas e Barry Windsor Smith, come rivestimento della corazza di Ultron. In seguito, diventa quasi sinonimo di Wolverine e della sua famiglia (Daken, X-23, la sua nemesi Sabretooth). Il processo per legare l’adamantio alle ossa viene ideato da Kenji Oyama, alias Lord Vento Nero, e rubato dal progetto Arma X per usarlo su Logan. Una bella panatura in adamantio se la regala in seguito anche la figlia di Oyama, la villain Lady Deathstrike (interpretata da Kelly Hu in X-Men 2).
Rimarrebbe da parlare della scena post-credits di Captain America: Brave New World, un “attacco da altri mondi” che secondo Sterns, ora imprigionato al Raft insieme al presidente-Hulk, sta per arrivare. Attacco da altri mondi vuol dire la saga Secret Wars, e Secret Wars è non a caso il sottotitolo del secondo dei due film degli Avengers in arrivo. Torniamo a parlarne presto, promesso.